Capitolo 2

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"Tirerò fuori i nomi dal capello, così nessuno di voi penserà che vi stia prendendo per il culo, se per caso vi capitasse la persona che dovete ammirare," spiegò Stan mentre muoveva velocemente pezzetti di carta in un capello da baseball. 

Erano passate tre settimane dal primo giorno di scuola, e Stan era un po' incazzato che la classe non fosse diventata già una "famiglia". Affermava che fosse una classe 'troppo poco numerosa per voi idioti non parlare tra di voi'. 

In un tentativo di spingere la classe ad essere più unita, Stan aveva spostato i banchi in coppie da due così che ogni studente avesse qualcuno a cui sedere vicino. Louis aveva perso il suo posto in fondo all'aula ed era ora seduto accanto a Mia, che non era malaccio di tanto in tanto. Aveva un po' l'abitudine di non tenere mai per sé le proprie opinioni, a prescindere da quanto assurde o maleducate fossero. Giusto ieri gli aveva detto che i suoi calzini non stavano bene insieme alla sua maglietta. Chi accordava i propri calzetti con la maglia di proposito? 

Stan cominciò ad elencare nomi in coppia. Mia finì per fare coppia con un ragazzo in fondo all'aula, e non cercò nemmeno di nascondere il suo entusiasmo a riguardo. 

"Harry e Louis." 

"Certamente, cazzo," borbottò Louis sottovoce. Harry si girò in direzione di Louis, che non provò nemmeno ad avvicinarsi, quindi Harry si alzò e si diresse verso il posto ora vuoto accanto a lui. 

"Ehi, Lewis."

Louis alzò gli occhi al cielo. "Ciao, Harold." 

Aspettarono in silenzio che Stan finisse di elencare le coppie. Niall fu abbinato ad una ragazza davanti che Louis, onestamente, non ricordava nemmeno fosse in classe. Niall doveva non essersene dimenticato, però, se il pugno di vittoria che gettò a Harry era un indizio. Gli studenti cominciarono a parlare intorno a loro, quindi Louis lo prese come il segnale per guardare Harry e fare lo stesso. Trovò Harry già intento a guardarlo.

"Cosa dobbiamo fare?" Chiese Louis. Harry sbuffò. 

"Non stavi ascoltando, dico bene?" Louis scosse la testa senza vergogna. "Dobbiamo scegliere una poesia da questa lista e commentarla. Il prof ha detto che dovremo farci qualcosa lunedì." 

"Di sicuro gli piace tenerci sulle spine, huh?" 

"Puoi scommetterci." 

Louis si sporse e agguantò la lista dal banco di Harry. Cominciò a leggere, e quando rialzò lo sguardo rimase senza parole. Harry aveva il broncio in segno di protesta, gli occhi sgranati, il labbro inferiore sporto assurdamente all'infuori. 

"Cosa?" Domandò Louis, forse un po' troppo rudemente. 

"Sei meschino," replicò Harry, ma il leggero sorrisetto sulle sue labbra rivelava le sue intenzioni. 

"Oh sta' zitto, ricciolino. Io scelgo la poesia, tu la commenti, e io darò un po' del mio contributo geniale una volta che tu avrai cominciato." Harry lo guardò, incredulo. 

"Che ne dici se scegliamo insieme la poesia e la commentiamo entrambi?" Stupido Harry e stupida la sua diligenza. 

Louis restrinse gli occhi in due fessure, ma poi guardò di nuovo in basso verso il foglio quando Harry gli lanciò un altro supplicante sguardo da cucciolo. Che schifo. Ew. Disgustoso. Per nessuna ragione avrebbe ceduto. 

"Bene, lo faremo a modo tuo. Ma solo perché mi sento generoso oggi." Che cazzo, Louis? Harry si illuminò quando Louis fece scivolare il foglio nel punto in cui i loro banchi si inontravano, così che entrambi potessero vedere. Talmente drammatico. 

The Admiration Project (Italian Tranlsation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora