Capitolo 19

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Eirian

I due rimasero al convento per vari giorni e più il tempo passava, più Eirian si sentiva soffocare. Quelle quattro mura non erano abbastanza per lei e risentiva del poco spazio e dell'impossibilità di portare l'arco ovunque andasse. Rhys, tuttavia, aveva già guadagnato qualche moneta lavorando con lo speziale, e trovava la forza di parlarle nonostante tornasse stremato ogni sera. Quando Eirian gli propose di attendere Fèis Ròs sbiancò e il suo viso perse qualunque traccia di colore -solo le leggere lentiggini sul suo naso rimasero.

"Preferirei non andare. Io odio le feste e lì sarà pieno di gente. Non possiamo rimanere qui? Magari possiamo andare a fare una passeggiata in campagna. Sono sicuro ti piacerà vedere tutto quello spazio e se vuoi posso spiegarti come funzionano i mulini ad acqua."

"E' una grande opportunità per poter vedere i campi! Dobbiamo assolutamente andare."

"Oh, dei! Non farmi questo" brontolò nascondendo la testa sotto il cuscino.

"Va bene, puoi non venire" concedette la principessa dopo qualche istante.

"Davvero?" Rhys scattò a sedere, l'occhio spalancato e carico di gioia.

"Davvero. Non c'è molto che posso fare per costringerti. Vorrà dire che andrò sola." gli diede le spalle e si portò le coperte sopra la testa. Il clima era strano nelle Isole e cambiava così rapidamente che un secondo ti ritrovavi sudato a causa dell'afa e quello dopo tremavi a causa dei venti freddi provenienti dalle terre di ghiaccio.

"No, non se ne parla! Aislyn mi ucciderebbe se osassi farti andare sola e Lacroix mi scuoierebbe vivo. Riesco a sentire la sua voce sgridarmi per aver fatto uccidere l'unica Cacciatrice al mondo. Verrò con te, ma promettimi che rimarremo poco tempo alla festa."

"Lo prometto."

Odiava il suono di quelle parole sulla sua lingua, e ancora di più ne odiava il sapore. Le ricordavano tremendamente tutte le volte in cui promise a suo padre di diventare migliore, più brava, più forte, più come la voleva lui. Aveva tentato per anni di reprimere la parte di lei che chiedeva pietà per gli altri -la stessa che aveva risparmiato il ladro quella notte, la stessa che chiedeva pietà ogni volta che Edmund posava le sue mani su di lei.

In questo mondo bisogna essere duri come l'acciaio e freddi come il ghiaccio per sopravvivere. Mai parole furono più veritiere.

È per quello che Eirian iniziò a leggere qualunque cosa su cui riusciva a posare le mani. Voleva ampliare la sua conoscenza al punto che niente le sarebbe stato estraneo. Ma niente era mai abbastanza per soddisfare il re. Per lui Eirian sarebbe sempre stata una bambina inutile, non voluta, una punizione divina.

"Rhys" sussurrò nel mezzo della notte. Eirian temeva che se si fosse addormentata avrebbe sentito il bisogno di farsi del male, o peggio, sarebbe finita nel campo e non sarebbe stata una ragazza ad accogliermi ma una dea in cerca di vendetta. Non riusciva a scacciar via il presentimento che Afrodite stesse vegliando su di lei in attesa di un suo passo falso. "Che cosa significa fèis ròs?"

Nemmeno la paura poteva placare la sua curiosità, il suo bisogno di entrare a conoscenza di qualunque cosa -anche se insignificante, anche se inutile.

"Festa delle rose. È il simbolo di Lord Matheson e della sua famiglia. Non so e lo sai ma ogni Lord che fa parte del Gran Consiglio ha uno stemma e si tratta sempre di un fiore. I Lord di Eswax sono quattro, Lord Matheson -la rosa, Lord O'Neal -il loto, Lord Taggart -l'iris, e Lord Kendrick -il giglio. Iswax ha solo tre Lord, credo uno venne ucciso trecento anni fa ma non ricordo la storia."

"Come si chiamano?"

Eirian cercò di memorizzare il suono dei loro cognomi e associarli con le pallide immagini delle piante a cui dovevano i loro simboli. Era un modo per non pensare all'oscurità che minacciava di prendere controllo su di lei. Non sapeva il richiamo del vuoto potesse essere così forte, e dopo così tanti giorni lontana da Bastian non aveva fatto che peggiorare. Il fischio era costante, penetrante, insopportabile, ed Eirian non aveva riposo nemmeno quando dormiva. Solo stare all'aria aperta e controllare le bestie che si aggiravano nella notte sembrava aiutare. Ma usare i suoi poteri era un rischio quando era circondata da gente che additava persone come lei come streghe e minacciava di bruciarla sul rogo, tagliarle la testa.

Regno di Rovine 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora