Capitolo 12

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Il riflesso dei titoli di coda del film poteva essere visto negli occhi di Akaashi mentre scorrevano lungo lo schermo del suo laptop.

Sedendosi allo schienale, allungò una mano e mise in pausa il film che era stato sullo schermo.

«Allora, com'è stato guardare il film per la millesima volta?» C'era quasi una punta di sarcasmo nella sua voce.

Sdraiato accanto ad Akaashi, un pallido e spettrale Bokuto sorrise.

«...Bene...» Bokuto si rilassò e affondò la testa nel cuscino. Guardò nella direzione di Akaashi. Ci volle un momento perché Bokuto si concentrasse su di lui.

Avvicinando il suo portatile, Akaashi passò il dito sul tappetino del mouse. Guardò nell'angolo in basso a destra dello schermo. 19 gennaio, 18:40.

Akaashi fece un'espressione solenne e chiuse il portatile. Si spostò sulla sedia e si sedette dritto contro la testata del letto, poi guardò Bokuto.

I suoi occhi stanchi erano su Akaashi. Stava sorridendo.

Sforzandosi di sorridere, Akaashi inclinò solo leggermente la testa.

«A cosa stai sorridendo?» Allungò una mano e toccò la fronte di Bokuto. Era freddo al tatto, più freddo degli altri. Akaashi fu veloce nel ritirare la mano, ma ci riuscì discretamente.

Ci volle un momento prima che Bokuto rispondesse, ma dopo un po' riuscì a pronunciare alcune parole.

«... Grazie...»

«Non preoccuparti.» Un sorriso imbarazzato incurvò le labbra di Akaashi. «So che ti piace quel film.» Abbassò lo sguardo su Bokuto mentre lo diceva, e poco dopo lo distolse. Qualcosa gli diceva che quelle parole non erano destinate al film, ma Akaashi scacciò questo pensiero.

Torse il corpo per raggiungere la scatola di Pocky che era sul bancone. Lo aprì e ne tirò fuori uno.

«Ne vuoi uno?»

Bokuto annuì e allungò un braccio tremante. Akaashi lo mise tra le sue dita, e Bokuto ritrasse la mano per tenere contro di sé il biscotto. Se lo avvicinò al naso con una certa difficoltà e inspirò il profumo di fragola, poi lasciò cadere il braccio. Lo toccò leggermente, lo fece roteare tremante tra le dita e lo studiò, ma non lo mangiò mai.

Akaashi rimise la scatola sul bancone e sbuffò dolcemente.

«Sembra che tu ti sia affezionato più a quel Pocky stick che a me...»

Bokuto alzò lo sguardo, sorpreso, e abbassò lo sguardo sullo spuntino che aveva tra le mani. Ci volle del tempo prima che le parole di Akaashi lo raggiungessero, ma quando finalmente lo fecero, il suo viso si illuminò mentre scoppiava a ridere.

Era il suono più debole che Akaashi avesse mai sentito.

«Ah, finalmente ho detto qualcosa di divertente.» Akaashi ridacchiò con Bokuto, incrociando le braccia nel farlo. «Te l'avevo detto che ogni tanto avevo i miei momenti.»

La risata di Bokuto si spense e chiuse gli occhi.

«Ra...ramente...»

«Dammi un momento.» La risata di Akaashi era stata trascinata fuori per qualche secondo in più prima che anche lui si calmasse.

Rimasero senza parole in compagnia l'uno dell'altro per diversi minuti prima che Bokuto parlasse davvero, la sua voce che sembrava nient'altro che un semplice sussurro.

«Keiji...»

Akaashi lo guardò.

«M-hm?»

Bokuto deglutì a fondo e giocherellò con il Pocky in mano.

«Chiedi...m-mi p...perché mi piace... Cloud Atlas così tanto.»

Perplesso, Akaashi rivolse tutta la sua attenzione a Bokuto.

«Okay, va bene... Koutarou, perché ti piace così tanto Cloud Atlas?» Osservò Bokuto con attenzione, curioso di sapere quale sarebbe stata la sua risposta.

Guardando Akaashi con occhi impazienti, come se gli fosse stata posta la domanda di sua spontanea volontà, Bokuto rispose volentieri.

«Q...quindi tu... Sai nel f-film quando... I... I personaggi muoiono in una sola vita...?» Tenne i suoi stanchi occhi gialli su Akaashi, aspettando che annuisse. Una volta fatto, Bokuto continuò. «B-beh... io... mi piace quando... s-si ritrovano di nuovo... in un'altra vita.»

La voce di Bokuto era dolce, meschina e non aveva alcuna forza. Ma mentre parlava della sua scena preferita, Akaashi poteva percepire una potente vibrazione provenire da lui... Una che prima non c'era.

Una speranzosa.

«Mi f-mi fa... sentire come se av-avrò un'altra vita... una oltre questa... una migliore... do... dove posso davvero svegliarmi con te... e stare con t...e...» Un sorriso spuntò sulle sue labbra pallide e sottili. «Una in cui noi... Possiamo... Vivere v...vite normali invece di... vivere... questa.»

Akaashi non riusciva a trovare parole da dire in quel momento. Fissò Bokuto e riuscì solo ad annuire con qualunque cosa pensasse di essere d'accordo. Si sentiva come se tutta l'aria fosse stata spremuta fuori dal suo corpo dalle parole che aveva pronunciato Bokuto.

Di tutte le cose che Bokuto aveva trovato più accattivanti del film, Akaashi non avrebbe mai pensato che sarebbe stato quello.

Gestendo un misero sorriso, Akaashi si strofinò rudemente il palmo con il pollice.

«Sai... mi piacerebbe. Molto.» Parlò gentilmente in direzione di Bokuto.

«Anche a me...» Gli occhi di Bokuto non lasciarono mai Akaashi. Lo fissò intensamente e osservò ogni mossa che faceva, al punto in cui questo aveva catturato l'attenzione di Akaashi.

«Perché mi guardi così?» I suoi occhi di smeraldo incontrarono quelli d'oro.

Sebbene la domanda fosse posta chiaramente, Bokuto non emise alcun suono, né si mosse. Continuò invece a fissare Akaashi con occhi speranzosi.

Dopo quelli che sembrarono i dieci secondi più lunghi della sua vita, un brivido improvviso percorse la schiena di Akaashi, facendogli venire la pelle d'oca sulla carne. Trattenne il respiro, poi riprese a chiedere.

«Koutarou... Perché mi guardi così?» Ci volle ogni fibra del suo essere per non far tremare la sua voce.

Fu allora che gli occhi di Bokuto sbatterono le palpebre realizzando, e lentamente ma inesorabilmente, mosse le labbra per rispondere.

«Solo... perché...» Rispose in quello che sembrava quasi un tono sorpreso. «Non... volevo che te ne andassi. A volte quando io... sbatto le palpebre... tu non ci sei più...» Bokuto si strofinò uno degli occhi, poi l'altro, e lasciò cadere la mano su i suoi lati.

Akaashi cercò di nascondere il suo cipiglio. I suoi occhi guardarono le mani di Bokuto. Erano sottili e ossuti, e poteva vedere quelle lisce vene azzurre che si arricciavano sulle ossa sotto la sua carne.

Allungò una mano e prese la mano di Bokuto nella sua.

La reazione automatica di Bokuto al calore fu di arricciare le dita attorno alla presa di Akaashi. Lo guardò ed espirò piano dal naso.

Akaashi incontrò il suo sguardo, poi guardò in basso.

«Non preoccuparti. Sono ancora qui.»

Bokuto annuì debolmente contro il cuscino.

«Anche io sono... ancora qui...» La sua voce era più debole di prima, se possibile.

Akaashi annuì, con lui.

«Sì. Anche tu sei ancora qui...»

Con quel poco di forza che gli era rimasta, Bokuto era raggiante.

Akaashi avrebbe voluto fare lo stesso.

In Another Life || BokuAkaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora