Quattordicesimo Capitolo!

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Harold.

H

annah mi lascia da solo nel bel mezzo della terrazza. Stringo la mano in un pugno mentre provo un'insolita irritazione e un fastidio che mi fa sbuffare. Le mani stringono poi la ringhiera mente i miei occhi si perdono nel panorama dinanzi a me. Non è da me comportarmi in questo modo per una mia studentessa, in lei però c'è qualcosa che mi spinge a superare i miei limiti.

Quella ragazza continuerà ad essere un enorme mistero, non la capisco, forse non la capirò mai. Continua a fuggire via ogni volta che provo ad avvicinarmi a lei. Di cosa ha realmente paura? Quello che mi fa pi paura in realtà è questa sensazione di starle vicino e di aiutarla. Perché dovrei farlo? È solo una mia alunna e dovrei fare così con tutti, non solo con lei. Non dovrebbe affatto interessarmi.

Scuoto la testa più volte, come per togliermi dalla testa questi assurdi pensieri che mi fanno solo venire mal di testa. Oggi devo accompagnare Yoli dal dentista. Ancora non mi abituerò mai a questa nuova realtà. Poi c'è mia madre che continua a mettermi pressione su questa storia. Perché non mi lascia semplicemente in pace?

Il cellulare vibra nella mia tasca e quando lo prendo, sbuffo di irritazione. Speravo che fosse lei, che mi avesse scritto per scusarsi del suo comportamento, ma so che non lo farà mai, lei è tremendamente orgogliosa.

L'appuntamento è alle cinque, non ti dimenticare.

A volte sembro essere circondato da persone che credono che sia stupido. Rispondo semplicemente con un veloce va bene. Poi mi allontano dalla ringhiera e lascio che la porta della terrazza, mi si chiuda alle mie spalle.

Parcheggio l'auto nel piccolo parcheggio del dentista. Yoli continua a muoversi sul sedile, irrequieta e capisco perfettamente il suo stato d'animo. È nervosa ed ha paura.

«Non voglio andarci» piagnucola incrociando le piccole braccia al petto e mette il broncio. Lo fa sempre ogni volta che Io o sua madre, dobbiamo portala da qualche parte e ei non vuole.

«Non è il momento di fare i capricci» lo dico ridendo mentre le tolgo la cintura di sicurezza e accarezzo i suoi lunghi capelli scuri. «la mamma non poteva?» domando con tono neutro. Io e sua madre non andiamo più d'accordo, ormai sono anni che litighiamo per tutto e per ogni cosa, anche la più banale. Lei non accetta il fatto che non l'abbia perdonata del suo tradimento e lei più volte mi ha minacciato di portarmi via Yoli. Usa nostra figlia come un ricatto ed io sono agli sgoccioli. Ho chiesto al giudice di avere la custodia di Yoli, specialmente ora che mia sorella è tornata in città avrò maggior aiuto nel prendermi cura di mia figlia.

C'è stato un periodo della mia vita, prima che tutto andasse a rotoli, avevo addirittura pensato di sposarla e di essere una famiglia.

Yoli sbuffa. «Usciva con le sue amiche». Chiaramente non è la verità. Mi domando quale impegno abbia avuto per non accompagnare sua figlia dal dentista, fortunatamente non ho impegni e se avessi avuto qualcosa da fare, di sicuro mettevo Yoli al primo posto. «papà...farà tanto male?», mi guarda con i suoi occhi verdi colmi di paura e li vedo riempirsi di lacrime.

«Non piangere, è solo una visita per controllare l'apparecchio» dico dolcemente mentre asciugo le lacrime e accarezzo il suo viso leggermente paffuto. «poi il dottor Levine ti dà sempre una caramella» le ricordo ridendo mentre premo le labbra sulla sua fronte e la sento emettere un lieve sospiro di sollievo. È il miglior dentista della città.

«Grazie papà», si butta tra le mie braccia ed io rido per il suo caloroso abbraccio. Quando io e sua madre abbiamo scoperto di diventare genitori, abbiamo avuto entrambi paura, eravamo giovani ed entrambi frequentavamo il college, io ero quasi alla fine e sua madre aveva ancora altri due anni. Siamo riusciti a frequentare le lezioni e a finire gli studi. Io mi occupavo della bambina mentre sua madre era al suo ultimo anno di college. Non è stato facile ma c'è l'abbiamo fatta.

Give Me Love. Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora