Guardo il soffitto, inerme. Non riesco a prendere sonno. Mi giro e rigiro nel letto riscaldato dal calore del mio corpo. Apro lentamente le palpebre che inquadrano immediatamente il soffitto color avorio. Ho un unico pensiero nella testa e non ne vado fiera, anzi. La curiosità nel leggere quella lettera è più forte del mio autocontrollo, del non leggere le sue parole. Mi faranno male ma ho questo istinto di alzarmi e di aprire quel cassetto e di leggere tutte le bugie che mi ha scritto da cinque anni a questa parte.
Le dita stringono la coperta talmente forte che sono sicura che le nocche siano diventate bianche. Schiudo le labbra mentre i ricordi della mia infanzia iniziano a passarmi davanti alla mente facendomi sentire debole. Il respiro mi manca per alcuni secondi quando rivedo il volto di mio padre che mi sorride mentre io corro incontro da lui con la mia bambola di pezza stretta tra le dita. Fa così male. Quando finirà tutto questo?
Lo odio. Lo detesto. Lui non è mio padre. Un padre non lascerebbe mai le proprie figlie, da sole. Qualunque siano state le ragioni che hanno portato a separarli, lui doveva rimanere, essere presente e non solo a contribuire nella spesa ma esserci per darmi amore, sostegno. Avevo bisogno di lui, avevo bisogno di una spalla per cui piangere. Avevo bisogno di un suo consiglio quando ho avuto la mia prima cotta e chiedevo a lui come funzionassero queste cose da parte maschile.
Ma lui non c'era. Lui non c'era quando il mio migliore amico mi ha lasciata da sola. Quando Jensen è andato via da me e da tutto quello che ha sempre rappresentato per me, mi ha fatta sentire come se non contassi più nulla. Quello che ho provato per lui è stato qualcosa che si è avvicinato all'amore, mi stavo innamorando di lui. E' scappato come un ladro che entra nel cuore della notte e dopo aver rubato, corre via e non si guarda più indietro. Lui è stato così: lui è un ladro.
Mi copro la bocca immediatamente quando capisco di essere crollata. Le lacrime scorrono lungo le mie guance bagnando le mie labbra fino a farmi sentire il retrogusto salato. Strozzo dei singhiozzi, non voglio che mia madre e Chloe mi sentono. Mi rigiro su un fianco, inutilmente. I miei occhi puntano alla scrivania e sposto le coperte calde di dosso. L'impatto con l'aria fredda mi fa rabbrividire. Accendo il lume da scrivania e la stanza si illumina mentre sento il venticello freddo di fine settembre accarezzare il mio viso.
Nonostante la luce presente in camera, non spazza via i mostri dell'oscurità.
Mi ritrovo a mordicchiare il labbro fino a farlo sanguinare mentre fisso la lettera ancora sigillata. Mia madre non ha voluto aprirla, o sì ed è stata così brava a farla sembrare ancora sigillata.
Su Hannah, questa lettera non significa che rivedrai ancora tuo padre e tu sai già la verità.
Una lettera di scuse, -mi aspetto che lo siano-, non basterà a farmi dimenticare tutti gli anni dove lui non c'è stato, mai. Dove era quando ho avuto bisogno di lui? Quando ho preso un bel voto a scuola? O quando mamma è stata licenziata ed è rimasta a casa senza lavoro per quattro mesi? Non c'è mai stato e questa lettera non cambierà di certo le cose. Dovrebbe far più di così, ma dubito.
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Give Me Love. Wattys2019
RomansaHannah è una ragazza complicata. Non si fida delle persone, specialmente degli uomini. Suo padre l'ha abbandonata quando era piccola, mentre il suo primo amore se n'è andato. Si trasferisce a Sydney dove incontra Harold ma c'è un problem: lui è il s...