Tredicesimo Capitolo!

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Il ritorno a casa è più frustrante di quanto mi aspettassi. Trovo Chloe seduta sul divano mentre ha il suo computer portatile sulle ginocchia e vedo le sue labbra allungate in un sorriso smagliante. Provo un senso di nausea nel vederla così felice. Mi domando come faccia ad esserlo dopo tutto quello che abbiamo trascorso.

«Ah sei a casa, bentornata», esordisce voltando la testa per guardarmi. Non è cambiata per niente, è rimasta la solita ragazzina cheerleader del liceo.

Sbuffo mentre butto le chiavi sul tavolino. «Pensavo che fossi con il tuo ragazzo», commento irritata, come tutte le sere, commento ma nella mia testa. Non ho voglia di mettermi a discutere con lei. Ho discusso sia con Jensen e con Harold...il professore Harold.

«Sì erano questi i piani ma ha avuto un impegno», scrolla le spalle ma nei suoi occhi c'è un velo di delusione. Faccio finta di non averlo notato mentre lego i capelli in una coda di cavallo alta e mi dirigo in cucina. «mamma non torna a casa».

Dalla mia bocca sfugge una risata di scherno. «Immaginavo», apro il frigo e prendo dell'insalata. Mi domando perché sia andata a letto con il suo capo dopo quello che le ha fatto mio padre. Non credevo possibile che mia madre potesse diventare la classica donna cliché dei romanzi rosa. «tu hai mangiato?».

«No ma ho ordinato sushi». Risponde prontamente. «ne vuoi?».

«No ho voglia solo dell'insalata ma grazie», mi volto verso il lavandino e procedo a pulire l'insalata e dopodiché procedo a condirla con olio e sale, qualcosa di leggero. Finisco di mangiare mentre sento il cellulare vibrare nella tasca dei pantaloni e lo prendo senza neanche troppa importanza.

Da: Harold Gray
A: Hannah White
Oggetto: parlare.

Dopo il nostro incontro mi sento veramente preoccupato per te. Non capisco questo tuo oscillare tra il parlarci e l'evitare di avere qualsiasi contatto con me. Credevo di averti almeno dimostrato che so essere un ottimo ascoltatore e ti puoi fidare. Non tenerti dentro le cose. Non rifiutare tutti quelli che ti tendono la mano per aiutarti.

Ciao, Harold....xx

I miei occhi si aprono completamente quando leggo il suo messaggio, anzi, la sua e-mail . Non mi aspettavo una cosa del genere e sento il cuore perdere un battito e lentamente inizia a prendere più ritmo e ciò mi manda in confusione. Come è possibile che un suo messaggio mi manda in agitazione così tanto?

Mi mordo il labbro mentre clicco sull'icona di risposta. Non sono sicura nemmeno di rispondere alla sua email, non è normale: lui è il mio professore ed io sono la sua alunna. È la parte razionale che sta parlando, poi c'è quel lato di me che preferisce il pericolo e mi dice di proseguire. So che se gli do modo di entrare nella mia vita, non potrò più scappare da lui e da me stessa. So che se lo lasciassi entrare troppo rischierei di perdere la testa e finirei di andare oltre. C'è in ballo tutto, sia dalla mia parte che dalla sua. Lui perderebbe il posto di lavoro ed io, io probabilmente non andrei più a scuola. Per quanto non mi piaccia andare sono consapevole che ho bisogno di un pezzo di carta se voglio andare avanti.

Chiudo gli occhi prendendo un respiro e decido di rispondere. Devo solo cercare di mantenere il controllo della situazione e di non superare i limiti.

Da: Hannah White
A: Harold Gray
Oggetto: non capisco la ragione.

La ringrazio per preoccuparsi per me, ma non ce n'è bisogno. Sono grande abbastanza da poter gestire tutto da sola. Apprezzo il suo aiuto ma non perda tempo per me, rischio di rovinare la sua vita e non voglio altri drammi, né ho già abbastanza!!!

Non scrivo nemmeno il saluto e invio l'e-mail di risposta e chiudo la schermata del cellulare. Chissà come reagirà e quel pensiero mi fa un po' sorridere. Lo immagino seduto sul suo divano mentre ha in mano il cellulare. I suoi capelli sono spettinati e ha le labbra tirate in una linea dritta e dura mentre legge la mia email.

Give Me Love. Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora