Capitolo 6

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Josh ha deciso di restare con Jassie, e io sono corso a casa, per elaborare un piano.
Torno a casa di corsa, la nonna mi chiede come sta Jassie, e io mentre corro in camera le rispondo "bene!' Senza nemmeno fermarmi.
Chiuso in camera mi collego al pc.
Ho in mente di cercare su google "come rapire una persona in ospedale", ma so di star andando un po' sul ridicolo.
Cammino nervosamente avanti e in dietro per la camera, con le mani sulla testa, scervellandomi su come potrei portare Evangeline a casa.
Prima di tutto i nonni non devono esserci.
I suoi genitori non devono sapere nulla... Mi scoppia la testa.
Nervoso, sento il telefono squillare, e, abbastanza irritato, rispondo senza vedere chi fosse "pronto?!". Nessuna risposta.
"Pronto?!?".
Stavo per riattaccare furioso, poi una voce maschile si fa avanti.
Sembrano esserci delle interferenze, ma riesco a capire cosa dice "Papino è a casa".
Confuso e abbastanza spavento dico "scusi, chi parla?!".
Un silenzio di pochi secondi cala, arrivo a pensare che sia caduta la linea quando quella voce risponde "dad".
Riattacca.
Cerco di richiamare subito quello strano numero, con almeno 20 cifre, e risponde la segreteria dicendo "il numero selezionato è inesistente".
Rimango a bocca aperta, togliendomi lentamente il cellulare dell'orecchio, lasciando parlare la segreteria.
Chiamo Josh ancora scosso.
Risponde abbastanza preoccupato e io dico "Jo-Josh." E lui risponde in un tono molto preoccupato "cosa? David?!"
"Vieni a casa mia."

Nel giro di 20 minuti Josh arriva a casa, avvisandomi che Jassie è stata dimessa e ora è a casa.
Racconto l'accaduto, e lui cerca di chiamare questo numero, stessa risposta.
Ci guardiamo negli occhi, leggendo nei nostri sguardi il terrore.
Mi sono diretto in bagno a sciacquarmi il viso, e nel grande specchio sul lavandino c'era scritto con il rossetto rosso della nonna "David".
Spaventato ho preso l'asciugamano e ho pulito quello schifo.
Sono tornato da Josh, ma non ho detto nulla, mi sembrava già abbastanza spaventato.
È tornato a casa, bianco come un cadavere, non credo che stanotte dormirà.
Nessuno dormirà stanotte.
Sfinito mi addormento ai piedi del letto mentre cerco una soluzione.
Faccio di nuovo il sogno del bosco.
Stavolta corro in preda al terrore.
Non so cosa mi stia inseguendo, non ho il coraggio di voltarmi.
Mi sveglio di soprassalto, e mi sento chiamare.
Vicino a me, seduto ai piedi del letto c'è un bambino.
Credo abbia 5 o 6 anni.
Le solite anime buone, incuriosite dal fatto che io possa vederli.
Vorrei ignorarlo, ma poi mi chiede "hai fatto un brutto sogno?".
Io, un po' seccato rispondo "si".
Poi mi dice "vai dalla tua mamma, la mia mi cantava sempre una canzone quando facevo brutti sogni". Dispiaciuto dico "io non ho una mamma. È morta."
Lui, con la curiosità e l'entusiasmo che solo i bambini possono avere mi dice "come si chiama? Magari ci siamo incontrati."
Io, che sto per perdere la pazienza rispondo "Jennifer".
Il suo sguardo cambia drasticamente espressione, come spaventato.
Chiedo "che c'è? L'hai incontrata?".
Mi risponde "no no, non posso parlare di lei."
Io alzo la voce innervosito "perché?!".
"Lei sta con il cattivo".
Stava per andarsene quando lo fermo, e gli dico "sono uno stupido, un irresponsabile. Ho tanta paura. Vorrei risolvere questo disastro, ma non so come."
Lui si tranquillizza e mi dice "cosa? Potrei aiutarti."

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