Capitolo 5

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Ho subito chiamato Josh, mentre uscivo di corsa da casa, chiedendogli se avesse sentito la notizia di Jassie, lui, molto più preoccupato di me, mi ha detto di essere già in macchina, e di aspettarlo al parco.
Ho cercato in tutti i modi di mantenere la calma, quando ho visto un uomo dall'altra parte della strada.
Alto minimo 1.90, con un cappotto nero lungo, e con il volto coperto dal cappuccio.
Non ho fatto in tempo a focalizzarlo bene, che Josh si ferma con la macchina davanti a me.
Salgo immediatamente e in meno di 10 minuti arriviamo in ospedale.
Josh è in crisi, agitato chiede alle infermiere in quale stanza sia ricoverata Jassie.
Entrambi mi hanno confidato di avere una cotta l'uno per l'altra.
Strano, potrebbero dichiarare il loro amore e vivere felici e contenti, ma mai nessuno fa il primo passo. Finalmente, dopo parecchi litigi con tutto il reparto la troviamo.
È sola in stanza; i suoi genitori sono stati chiamati e presi da parte dalla polizia.
Ha dei graffi su tutto il corpo, ma non apparenti traumi come ossa rotte o ferite più profonde.
Quando i due innamorati si vedono si stringono forte, e penso che avrei potuto farlo anch'io con Evangeline invece di essere il solito insensibile.
Il loro volti sono distanti pochi millimetri, e riesco a sentire sussurrare Josh "va tutto bene, tutto bene" mentre Jassie ansima trattenendo il pianto.
Jassie si calma, ed entrambi le chiediamo cosa le sia capitato.
Le viene molto difficile raccontare, ma dopo molte rassicurazioni da parte nostra riesce a sbloccarsi.
"Ero andata nel bosco vicino casa mia per seppellire il gatto, piangevo mentre lo tenevo in braccio, avvolto da un lenzuolo. Mi sono fermata sotto un grande pino, mi sembrava un bel posto dove far riposare in pace il mio micio. Ho scavato una piccola fossa, ho posato il corpo, e l'ho seppellito. Quando ho finito, mi sono inginocchiata e ho pianto.
Mentre piangevo ho visto una piccola luce brillare illuminata dal sole. Curiosa ho allungato la mano ed ho preso un anello. Credo fosse di valore, mi sono asciugata le lacrime e mi sono incamminata per tornare a casa. Ho camminato forse per un'ora, ma non tornavo a casa, tanto che ho pensato di essermi persa. La boscaglia si faceva sempre più fitta, e ho iniziato ad agitarmi. Poi mi sono sentita afferrare, ho pensato ad un ramo. Ma nemmeno il tempo di scrollarmi di dosso questo presunto ramo, che sono stata afferrata fino ad essere alzata da terra. Ho urlato, ma nessuno mi sentiva. Mentre ero per aria hanno iniziato a ricoprirmi di tagli... Urlavo con tutta la voce cha avevo in corpo, quando davanti a me si è manifestato un uomo vestito di nero, una sottospecie di satanista, gli ho chiesto aiuto, ma ha detto parole straniere per me incomprensibili.
Ho capito solo due nomi : Kevin e Jennifer. Poi sono stata lanciata per terra e ho sentito al polizia cercarmi. Mi hanno detto che sono stata via per quasi quattro ore, ma non ha senso."

Kevin e Jennifer. I miei genitori.
Quest'uomo nero, da quanto io possa riuscire a capire, ha le anime dei miei genitori.
Devo liberarli, o almeno riuscire a far trovare pace a mia madre.
Jassie ha detto che la dimetteranno in giornata, dato che non ha ferite gravi.
Stringendomi in cerchio con loro dico a bassa voce "ascoltatemi attentamente, nessuno di voi deve tirarsi in dietro, dobbiamo fare un'altra seduta, assieme ad Evangeline, e porre fine a tutta questa stronzata, ok?!". Timorosi approvano, e io cerco di escogitare un piano per portare Evangeline con noi.

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