Evangeline è distesa per terra, dietro il tavolino rotondo.
Non c'è molto sangue in giro, e quello che ha creato quella stella sembra essersi già asciugato.
Attimi di panico, non sappiamo cosa fare, l'unico lucido sembra Josh, che non sfiora il corpo di Evangeline. Carica la sedia a rotelle e il tavolino in macchina, e li porta nella discarica appena fuori la città, dice a Jassie di calmarsi e di chiamare la polizia.
Io rimango in quel misero angolino come un parassita a piangere, sapendo che non c'è più nulla che io possa fare.
Josh mi stupisce.
Appena gli agenti arrivano, Jassie, avendo imparato la storiella che ha messo su Josh, racconta loro "abbiamo sentito bussare alla porta, e c'era Evangeline, l'abbiamo fatta stendere sul divano, e le abbiamo detto cosa ci facesse fuori dall'ospedale, mentre chiamavamo i soccorsi si è alzata, ha preso questo coltello dalla cucina e si è sgozzata davanti a i nostri occhi, senza che noi potessimo far più nulla".
Dice in lacrime. Tutto sta in piedi.
Anche trovando delle impronte su Evangeline, si indirizzerebbero sul fatto che l'abbiamo accompagnata a sedere e cercato di fermarla.
Io rimango in silenzio, ora seduto su una sedia.
I miei nonni arrivano, terrorizzati; la nonna mi abbraccia e dopo pochi minuti arrivano anche i genitori di Jassie.
Vedo il corpo di Evangeline essere caricato su una fredda barella e coperto da un sacco.
Come fosse immondizia.
Intravedo i suoi capelli, per l'ultima volta, prima che la portino via.
Non abbiamo notizie di Josh, e questo fa allarmare Jassie.
Io non ho più il coraggio e la voglia di far nulla.
Lei lo chiama al cellulare, ma nessuno risponde.
Non insistiamo, magari è impegnato a sbarazzarsi degli oggetti con calma.
Jassie torna a casa e io mi chiudo in camera, a fissare il soffitto.
Sento un rumore, mi spavento, ma sono anche felice, magari quel demone ha deciso di portarmi via, di eliminare un vile come me.
Vicino a me si sdraia Tommy "ho fatto cadere quel modellino, scusa".
Non gli rispondo, sono troppo depresso.
"Sai, ho visto la tua amica, quella che hai portato via dall'ospedale."
Una lacrima scende sul mio viso.
"Mi dispiace. Mi ha detto che ti ringrazia, per averla liberata intendo. Poi è andata verso la luce." Mi dice. Si mette seduto e mi chiede con curiosità "tu sai cosa c'è nella luce?".
Non ricevendo nessuna risposta da parte mia si sdraia nuovamente e fa silenzio.
La nonna bussa varie volte alla mia porta, poggiando un sandwich sul mio comodino e raccomandandomi di mangiarlo, la sua espressione è preoccupata e triste.
Riesco a far soffrire anche lei.
Mi arriva un messaggio.
All'inizio non lo prendo nemmeno, poi Tommy, dopo averlo visto, mi dice "credo sia importante, controlla!".
Prendo il cellulare, è una registrazione vocale da parte di Josh.
"David! Chiama aiuto, porca puttana, qualcosa mi segue! Sono rimasto in panne con il furgoncino, aspetta. Ehi?! Chi sei?" Da lì in poi sento solo urla e un "AIUTO".
Sobbalzo dal letto, metto le scarpe e corro fuori.
I nonni non riescono nemmeno a fermarmi, non ho tempo per spiegare.
Mi dirigo alla discarica e nemmeno a metà strada vedo il furgone di Josh.
Accosto e corro verso di lui.
Lo sportello dal lato guidatore è praticamente staccato, c'è sangue ovunque, ma soprattutto impronte di mani esageratamente grandi sul cruscotto.
Josh è seduto sul sedile del passeggero, sofferente ma vivo.
Ha una grossa ferita alle costole, prendo la mia giacca e gli dico di premere più forte che può contro la ferita.
Lui urla e si lamenta.
Lo carico sulle mie spalle e ci dirigiamo vesto la mia auto, ma eccolo che compare davanti a me.
Il terrore mi assale, mi sento già morto.
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Demoniac: The medium ✔
HorrorSecondo libro della saga "Demoniac". David è un diciottenne, conduce una vita abbastanza normale, a parte per qualche apparizione ogni tanto...si, perché David è un medium. Un giorno decide di far luce sulla storia dei suoi genitori, che nessuno gl...