Capitolo 15 finale

4.1K 323 41
                                    

Il pensiero che l'anima di mia madre sia sotto il possesso di quel demone e di mio padre mi uccide dentro. Non posso lasciarla lì.
Da quando è tutto finito Josh e Jassie si sono messi insieme, sono una coppia fantastica.
Adesso sono tutti felici e contenti, quasi come in un favola, pare che l'unico triste sia io.
Oggi è la prima volta che vado a trovare Evangeline.
Il pensiero di andare nella sua tomba mi straziava, perché sentivo di essere stato io ad ucciderla.
Le ho portato un mazzetto di orchidee, le sue preferite.
Mi sono inginocchiato difronte alla sua lapide ed ho iniziato a parlare dolcemente, come se lei fosse lì. "Hey, come va? So che ormai sei oltre, e non potrei essere più felice...so anche che in cuor mio devo lasciarti andare. Ma, è difficile, tanto. Credo tu sappia che ti ho sempre amata..." Sospiro e una lacrima mi scende sul viso. "E anche il fatto che mia madre sia in questa situazione per colpa mia, i-io. Io ho preso una decisione. So che me ne pentirò, ma non posso, davvero Evangeline, non posso lasciarla."
Poggio il mazzo di fiori sul terreno, e mi alzo.
Mentre torno a casa Tommy mi si attacca alle costole.
"Guarda che ho sentito quello che hai detto ad Evangeline!"
Prendo il cellulare e me lo porto all'orecchio, in modo da poter parlare senza che la gente in strada pensa che io sia uno psicopatico.
"Nessuno ti ha detto che è mal educazione origliare?"
"Cosa hai intanto di fare?!"
"Niente che metterà in pericolo gli altri, solo una cosa fra me e me. E vedi di stare alla larga."
"No! Lei non vuole questo! Lei vuole che tu stia bene!"
Inizio ad agitarmi "e io voglio che lei stia bene! È tutta colpa mia se è in questa situazione di merda!".
Tommy rimane in silenzio.
"Oh, Tommy scusa, io, io sono molto agitato..."
"Nessuno ti ha detto che non si dicono le parolacce?"
Accenno un sorriso "si, hai ragione, scusa mi sono comportato male".
"Allora, cosa vuoi fare?"
"Prima di tutto aiutare te, ometto. Devo parlare con la tua mamma, è troppo pericoloso lasciarti vagare così, sei un anima troppo pura."
"Davvero potrei andare verso la luce?"
"Certamente! Portami dalla tua mamma, ci parlerò io."
La casa di Tommy non è distante dalla mia, e pensare che non lo sapevo nemmeno.
Busso alla porta, con Tommy accanto titubante, io mi sento molto imbarazzato, ma devo farlo.
"Oh, salve, ha bisogno di aiuto?"
"La signora Luise?"
"Si, mi dica, ansi, si accomodi."
Mi fa sedere in veranda, in torno ad un grazioso tavolo in legno bianco.
Tommy parla a raffica, mi dice tutto riguardante sua madre, la sua casa, i suoi giocattoli, i suoi animaletti e anche molte stupidaggini.
"Mi dica, perché è qui?"
Faccio una pausa, sono molto imbarazzato e teso, poi prendo una botta di coraggio.
"Sono David. Io, io ho un dono. Riesco a parlare con i...morti."
"Oh no, senti ragazzo, se è una di quelle prese in giro solo per rubare i soldi alla povera gente in lutto, io"
"No no, non voglio soldi, assolutamente"
La signora si calma e ritorna ad ascoltarmi.
"Suo figlio, Tommy...è qui. Mi segue già da un bel po' di tempo, e devo dire che è un bambino davvero meraviglioso. L'unico problema è che non riesce ad andare oltre.
Non voglio addossarle delle colpe che non ha, comprendo perfettamente il suo dolore, io stesso sto cercando di lasciar andare un mio caro, ma devo chiederle di farlo passare oltre. Ogni lacrima che lei versa per Tommy è una catena in più, che lo fa rimanere qui, e questo non è il suo posto.
Un'anima pura come quella di suo figlio è molto a rischio. Lei, deve lasciarlo andare."
La donna inizia a piangere, e vedo che Tommy si avvicina a lei.
"È qui, la sta abbracciando".
"C-cosa devo fare per lasciarlo andare." Dice in preda ai singhiozzi.
Tommy si mette accanto a me, ma in realtà è rivolto a sua madre.
Ripeto a pappagallo tutto quello che dice.
"Non piangere più per me. E porta nella mia tomba il mio orsacchiotto, quello che mi ha portato papà la sera del mio compleanno, in ospedale".
La povera donna è senza fiato, e in preda ad un pianto irrefrenabile annuisce.
Tommy si gira verso di me e mi abbraccia. Io rimango davvero sorpreso, e quasi faccio come per ricambiare.
"Grazie David." Dice, mentre si avvicina verso quella luce, che tante volte mi ha descritto.
"È passato oltre." Dico alla donna.
Lei si alza e mi abbraccia in lacrime sussurrando un lieve "grazie" strozzato.
Questo, questo è davvero strano. Mi fa sentire bene, mi fa sentire utile, posso aiutare qualcuno.
Credo che da oggi in poi farò questo della mia vita, aiutare gli spiriti e i loro cari a farli andare oltre.
Ma sono davvero ostinato a far quello che ho in mente.
Mi sdraio a letto, e mi addormento di colpo.
Ancora quel fottuto sogno del bosco.
Basta scappare, mi fermo e mi volto.
Eccolo la, lo vedo bene, senza quel sottospecie di mantello nero.
È un angelo. Oppure, sembra esserlo.
Le sue ali sono simili a quelle di un drago, la pelle scura, due piccole corna spuntano dalla sua testa e le mani sembrano artigli. È davvero molto, molto alto.
Siamo fermi, uno difronte all'altro. Io ho la testa alzata verso il suo viso, lui mi guarda letteralmente dall'alto verso il basso.
"Voglio, voglio che tu lasci mia madre".
Sembra divertito da quella proposta.
"Voglio che tu la lasci libera, la mandi direttamente verso la luce. E io in cambio".
Una breve pausa mi interrompe, prendo fiato. So che sto facendo una colossale cazzata.
"Quando morirò, avrai la mia anima."
Sembra interessato a divertito.
Annuisce, muove un braccio verso destra, e compare mia madre.
Adesso è normale, è bellissima. Radiosa, senza ferite, senza sofferenze.
Viene violentemente spinta verso una fortissima luce abbagliante, ma prima di andare urla "David, perché?! La mamma ti ama!!"
Poi mi sveglio.
Rimango seduto sul letto, respirando a fatica, sudato. Da oggi in poi devo vivere ogni giorno al meglio.
Quello che mi aspetta oltre, non sarà affatto bello.

Demoniac: The medium ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora