Marco si portò la penna alle labbra e cominciò a mordicchiarla annoiato, mentre con occhi attenti ammirava la sua Lisa ascoltare la lezione. Il chiacchiericcio degli amici, gli urli possenti della professoressa Zanotti, l'acuto ticchettio delle matite che cadevano dal banco...
Non riusciva a sentire nulla, neanche sforzandosi. Solo il respiro della ragazza, che senza che se ne fosse accorto aveva preso ad carezzarsi timidamente i lunghi capelli corvini.
Sorrise e infilò la penna dentro l'astuccio, poi si strofinò le mani sul freddo tessuto dei jeans. Era arrivato il grande giorno, finalmente, e con esso anche la giusta dose di determinazione e coraggio.
Aveva rimuginato tutta la notte su come dirle ciò che teneva nascosto nel cuore, e dopo ore passate a fissare un punto morto nella camera gli era venuto in mente un modo super originale che, con un po' di fortuna, non avrebbe fallito neanche di una virgola.
Necessitava dichiararsi, perché Lisa, con quelle iridi color cioccolata e quei fluenti capelli neri, riusciva a fargli girare la testa. Ogni volta che lo guardava, anche per sbaglio, o lo cercava per chiedergli i compiti, si sentiva il ragazzo più felice di tutta Torino, e quando gli si avvicinava sperava sempre di non avere mai un capello fuori posto.
Una volta si era ritrovato le labbra sporche di nutella nell'esatto istante in cui lei glielo aveva fatto notare, e quando se n'era andata si era sentito la persona più schifosa e sporca di tutto il pianeta.
Se fosse andata avanti così, sarebbe impazzito. Quindi perché non buttarsi? Lei tanto non lo avrebbe mai fatto, purtroppo era una ragazza molto timida e orgogliosa, e tutta quella vana attesa lo stava divorando dall'interno. Certo, d'altro canto anche a lui scocciava, ma doveva rimboccarsi le maniche: Lisa gli piaceva da morire, in un modo o nell'altro prima o poi si sarebbe dovuto comunque dichiarare.
Attese impaziente che suonasse la campanella della ricreazione, poi la osservò alzarsi e, una volta in piedi, cominciò a seguirla. Sapeva dove andava, non era la prima volta che le stava alle calcagna durante quel misero quarto d'ora di svago. Pochi passi e si sarebbero ritrovati dentro ad un piccolo bar nelle vicinanze della scuola, con lei al banco che era indecisa se prendere un croissant alla marmellata oppure alla nocciola.
Storse le labbra in un placido sorriso, mentre la osservava spingersi contro la porta del bar per entrare.
Adorava stalkerare le persone, specialmente lei, lei che con quel viso delicato e sadico al contempo, riusciva ad illuminare anche le giornate più deprimenti.
Quel giorno, poi, con quei jeans alti sino alla vita e quella graziosa camicetta color pesca dalle graziose maniche in pizzo, era proprio la bellezza in persona.
Pareva un pezzo di cielo. Terso, senza nuvole, limpido e fresco.
Nell'esatto istante in cui Lisa allungò una mano per prendersi una croissant all'albiccocca, lui le si parò davanti con calma, per non destare sospetti.
- Marco? - gli fece, regalandogli il piacere di un piccolo sorriso mattiniero. Il cuore del ragazzo cominciò a palpitare impazzito, come se volesse sfondare la gabbia toracica, abbandonare il suo corpo e unirsi a quello di lei. - Anche tu qui? Ti servono dei soldi? - chiese, stringendosi nelle spalle.
- No, io... - Marco scosse il capo più volte, imbarazzato, quindi piegò la mano destra a mo' di conca e se la portò a pochi millimetri di distanza dalle labbra. - devo dirti un segreto - mentì, allungando il collo verso il volto brillante di Lisa.
La corvina fece qualche passo verso di lui e sollevò le sopracciglia con fare curioso, stranita, quando il ragazzo, rapido come un fulmine, le attirò il capo verso di sé e le addentò il labbro inferiore.
Fu breve, ma fu ugualmente la cosa più dolce e pazza che avesse mai potuto fare in vita sua. Rilassò le spalle, chiuse gli occhi e cercò di assaporare meglio che poteva quelle labbra tanto morbide e genuine, ma Lisa si staccò all'improvviso e, rossa dalla vergogna, se le coprì con ambe le mani.
- MARCO, SEI PAZZO?! - strillò, gli occhi sgranati dallo stupore e il cuore a mille.
Marco gonfiò il petto e scoppiò a ridere, incapace di replicare. Sì, era pazzo. Folle, matto, schizzato. Ma chi non aveva mai compiuto stranezze per sfamare il suo bisogno di amore? E poi si sapeva, ormai tutti lo conoscevano come il ragazzo più grintoso e imbecille di tutta la scuola.
- Dai, scherzavo! - esclamò, sperando di calmarla, ma Lisa levò i tacchi e uscì dal bar, sconvolta.
Il ragazzo la osservò allontanarsi per qualche secondo, poi si portò una mano al cuore, sollevato. Non si aspettava una reazione del genere, però aveva avuto coraggio...
bene.
Domani lo avrebbe rifatto ancora.
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Spazio MalikIsMyBoy:
Ciao ragazze! Vi sono mancata vero?
Spero che vi sia piaciuta la storia, a me molto! :)Alla prossima,
un bacio♡
-M
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-Raccolta di storie romantiche-
Short StoryCiao a tutte, come vi suggerisce il titolo questo libro ha per ogni capitolo, protagonisti e vicende diversi, anche se ce ne sono alcuni che continuano. (Però tutte sono storie d'am❤re) Ah, ogni tanto potrebbero esserci commenti di una pazza... *si...