STORIA 11 ⚡ Courage

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Grazie millissimo a tutte le mie lettrici silenziose!!! ❤
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A Johto quella sera di Ottobre il freddo imperversava minaccioso. Un gelido vento proveniente da est soffiava ininterrottamente contro i tetti delle case, e grosse nuvole colme d'acqua preannunciavano l'arrivo di un imminente acquazzone. Crystal e Gold stavano ritornando da casa del professor Oak insieme a Megaree e Exbo, che saltellavano felici fra l'erbetta fresca del Percorso.

La ragazza blu aveva da poco finito di studiare un paio di Sentret, e l'amico, da bravo gentleman qual'era, si era offerto non solo di aiutarla con il lavoro, ma anche di riaccompagnarla a casa.

Ora erano lì, che marciavano in silenzio evitando l'erba alta. L'aria era impregnata di umidità, e tutt'intorno al viale deserto rimbombavano assordanti i vivaci versi dei loro Pokémon.

Crystal portò gli occhi al cielo e storse la bocca, poi si strinse nel giacchetto.

-Sta per piovere- osservò, analizzando con attenzione un paio di nuvole che, spinte dal vento, si spostavano esattamente sopra le loro teste. Gold le scoccò un'occhiata divertita e mostrò i denti in uno sghignazzo. Probabilmente a un bambino avrebbe fatto paura.

-Non ti preoccupare: con questa scorciatoia, arriveremo prima.-

-Forse era meglio se prendevamo la strada opposta: a quest'ora saremmo già a casa!- borbottò di rimando la ragazza, rabbrividendo di freddo e affondando il naso nella graziosa sciarpa a scacchi.

-come al solito...-

-Non riesci a fidarti mai del tuo migliore amico- brontolò Gold, portandosi ambe le mani dietro il capo. -ti sto dicendo che questa è la strada GIUSTA. Dammi retta.-

A Crystal venne da ridere, ma preferì contenersi per non disturbare i Pokémon che stavano sonnecchiando nascosti dentro qualche cespuglio. L'ultima volta che aveva prestato ascolto a Gold aveva quasi rischiato la vita. Meglio se confidava nelle sue capacità, in fondo il suo sesto senso non l'aveva mai delusa. Non che non volesse bene all'amico, al contrario, le piaceva tantissimo, senza lui e la sua incontrollabile euforia probabilmente sarebbe sprofondata nella noia più assoluta, ma a volte agiva d'impulso, senza pensare, facendo del male sia a lui sia a chi gli stava intorno.

-Gold, vedi che ti sbagli: questa è la via più lunga. Fidati, vengo spesso qui, ci lavoro, so dove mi portano i piedi.-

-Non è vero.-

-Sì, invece.-

-No- Gold strinse le labbra e cercò di accomodarsi meglio il ciuffo corvino che pendeva dalla fronte, invano. La prossima volta avrebbe portato il cappello e se lo sarebbe assestato bene, detestava quando quel maledetto ciuffo gli rendeva difficile la vista. Prima o poi avrebbe preso le forbici e si sarebbe fatto un bel taglio alla moda. Con quei capelli spettinati sembrava un pazzo, forse solo a Crystal e a sua madre piacevano.

-Sono io l'uomo, qui, non te, e ti assicuro che conosco questo posto anche meglio dei Pokémon che ci abitano.-

-No, assolutamente: arriveremo a casa per le dieci di sera, e tutto per colpa tua- si lamentò la blu, sbuffando sonoramente, quando a interrompere la conversazione fu un possente tuono, che con la sua furia aggressiva sembrò quasi voler spezzare il cielo.

Gold si avvicinò al corpo dell'amica e cercò automaticamente le sue lunghe mani sottili, poi, quando le loro dita furono convinte di essersi intrecciate, fu tutto più tranquillo. Quando erano piccoli e uno dei due aveva paura, l'altro era prossimo a trasmettergli un po' di conforto attraverso l'unione delle mani.

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