STORIA 1 ⚡ Una coperta per due (PARTE 2)

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-Esther...-

Nel sentire una mano stringerle la caviglia, la ragazza sferrò un calcio in faccia al biondo, che senza volerlo sbatté violentemente la testa contro l'armadio, facendosi PARECCHIO male.

-Come fai a sapere il mio nome? Parla!-

-Esther!- tuonò Mark, spiazzato da tanta potenza tutta in una volta. A volte non la capiva, quella ragazza sapeva tirare fuoru una forza mostruosa.

-Esther, cavolo sono Mark!-

La mora si coprì il seno con la coperta, confusa, poi si levò a sedere e accese la luce.

Sgranò gli occhi.

Un Mark tutto rabbia e fulmini stava appoggiato all'armadio, il volto ingrigito dal segno violaceo di un pugno e l'espressione decisamente poco amichevole.

-Mark!- gemette, alzandosi e raggiungendolo, preoccupata.

-Esther, chi credevi potessi essere?- mormorò l'americano, allontandola e sollevandosi da solo per dimostrare di essere forte. Esther si morse il labbro inferiore e strinse con una mano il bordo della coperta, tirandosela più in su. Non era da lei picchiare le persone a cui voleva bene, ma Mark l'aveva spaventata, e anche molto.

-Perdonami...- disse, dispiaciuta a morte.

-Volevi baciarmi, credevo non fossi tu e così...-

-Tanto mi avresti tirato un cazzotto comunque, dico bene?- replicò Mark, ridendo per poi passarsi un dito sotto il naso con l'intento di bloccare il sangue che iniziava a fuoriuscire.

-Oddio, che disastro...- disse Esther, avvicinandosi a lui con sguardo sconvolto.

-Non é niente, piccola, tranquilla. Potevi farmi di peggio- la rassicurò lui.

La mora emise uno sbuffo preoccupato e tornò a sedersi sul letto, prendendo un fazzoletto dal comodino, poi gli fece cenno di accomodarsi al suo fianco.

Mark le fece e lei cominciò a tamponargli delicatamente il naso per asciugare il sangue. -Solleva la testa...-

-Si...- ubbidì il biondo, mostrando all'amica un collo scolpito dalla forza in persona, munito di una gola appuntita e di un'arteria possente. Esther arrossì e lo osservò per qualche istante, poi riprese il suo lavoro.

-Scusami...-

-Tranquilla, non é morto nessuno- ridacchiò il ragazzo -Non ancora!-

Esther sorrise mentre teneva il fazzoletto davanti al naso, in attesa che il sangue smettesse di colare. -Ecco qui, credo che sia guarito- disse infine, lasciandolo respirare.

-Ahm... ammetto che me lo sento più leggero, ma va bene!- scherzò ancora una volta l'americano. -Grazie, piccola-

-Prego cucciolo!- disse lei, accarezzandogli la spalla -Come mai qui?-

-Ehm...- Mark si tocco le mani, ancora gelide, e di colpo si ricordò tutto. In salotto il freddo lo stava distruggendo, così era venuto in camera a cercare un po' di calore -Là si gela... mi chiedevo se posso restare qui a...- non riuscì a finire la frase che Esther lo aveva avvolto in un tenero abbraccio pieno di dolcezza. -So io cosa ci vuole, qui- la sentì sussurrare, prima di stringerla forte facendo attenzione a che non le cadesse la coperta e affondare il mento fra i suoi boccoli morati, il cui odore di vaniglia lo aveva sempre deliziato.

-Vedrai che adesso ti riprendi...- bofonchiò la ragazza con voce emozionata, il corpo completamente circondato e protetto dalle braccia possenti dell'amico. Posò le labbra sul suo petto e chiuse gli occhi con un sospiro smorzato.

In teoria doveva essere lui quello a riscaldarsi, non lei, lei che fino a pochi secondi fa stava dormendo beata, ma la situazione finiva sempre ribaltarsi, sempre. Nonostante fosse una donna formosa e dall'indole un po' forte, lui la faceva sentire piccola, fragile e indifesa, ma allo stesso tempo protetta e amata. La faceva sentire donna.

La sua donna.

Sua e di nessun altro.

Gli strinse la maglietta e si avvicinò ancora di più a lui, poi lo guardò intensamente.

-Sei bellissimo...-

-No tu lo sei di più- sussurrò Mark, passandole una mano sulla guancia destra. -Esagerato...-

-No anzi, é troppo poco-

Rimasero a leggersi negli occhi per qualche istante, incapaci di distogliere lo sguardo uno dall'altro, poi Esther avvicinò le labbra a quelle di lui e lo baciò con dolcezza, senza sapere esattamente che cosa stava accadendo. Perché lo faceva? Lui era il suo migliore amico, certo, lo amava, ma non era mai stata in grado di capire se la loro intimità era destinata a trasformarsi in amore o a rimanere per sempre amicizia.

L'americano serrò le palpebre, le prese il volto con ambe le mani e spinse il capo in avanti, rendendo il bacio ancora più appassionante, e nel momento in cui le loro lingue decisero di incontrarsi, si stesero sul letto.

-Esther...- mormorò, guardandola con desiderio e malizia al contempo. -Ho così freddo...-

La mora lo baciò ancora sulle labbra, poi gli posò entrambe le mani sul petto e arrossì con debolezza. Sesso con il migliore amico? Che cosa fantastica. La serata cominciava a piacerle.

-Allora riscaldiamoci...-

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Spazio MalikIsMyBoy:

Beh ragazze, questa storia termina qui!

Vi consiglio di leggere:

UNA VITA TROPPO INGIUSTA di Miry_Malik_1D

É fantastico!!

Gradirei dei commenti e dei voti♥ Se volete ditemi cosa pensate :)

Al prossimo capitolo!

Un bacio♡
-M

-Raccolta di storie romantiche-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora