p r e l u d i o

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Cara Kat, 

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Cara Kat, 

Se stai leggendo queste parole, hai vinto la nostra scommessa. 

Non avrei mai pensato che ti avrei scritto questa lettera. A dire il vero non avrei mai pensato che ti avrei scritto una lettera in generale, ma eccoci qui, all'ennesima, una delle decine e decine che ti ho dedicato. Non credo nemmeno di saperlo fare in una maniera decente, vomitare la mia anima nero su bianco nella speranza di capirci qualcosa, scribacchiare in maniera nervosa e scomposta su un foglio tutto stropicciato. 

Oggi mi sono ricordato come qualche settimana fa te ne stavi seduta sugli spalti, la tempia destra schiacciata contro le ginocchia sbucciate e le braccia esili che cingevano le gambe in una stretta leggera. Alcune ciocche di capelli ti erano sfuggite dalla treccia e ti solleticavano le guance ogni volta che tirava vento, mentre tenevi gli occhi chiusi facendo finta di ignorarmi. 

So perfettamente però che in realtà le tue cuffiette erano spente e non stavi ascoltando nessuna canzone. Ti stavo raccontando di come sarei sicuramente riuscito ad uccidere Thanos in Avengers Infinity War se ne avessi avuto la possibilità, e tu in fondo prestavi attenzione ad ogni singola cazzata che dicevo. E' sempre così.

Fatto sta che, mentre stavo parlando a vanvera e tu facevi finta di ascoltare la tua playlist depressa preferita, ho realizzato una cosa. Una cosa che mi terrorizza. 

Avrei voluto rimanere così per tanto, molto tempo, sentire la tua spalla che sfiorava per sbaglio il mio braccio, sedere vicino a te sulle panchine fredde degli spalti mezzi vuoti della nostra scuola e guardare di tanto in tanto gli allenamenti di football che si svolgevano sul campo davanti a noi.

Avrei voluto parlarti ancora e ancora, guardare come le tue ciglia fremevano impercettibilmente contro le tue guance arrossate per il freddo, aggiustarti i capelli dietro l'orecchio e sentire il mio stomaco stringersi quando avresti sollevato pigramente le palpebre per scrutarmi con la fronte aggrottata. 

Ho realizzato che per la prima volta dopo mesi, forse anni, non volevo volere farla finita, aprirmi le vene in una vasca piena d'acqua calda.

Ingerire decine di pasticche.

Lasciarmi scivolare giù da un tetto. 

Da qualche parte, in fondo, ho desiderato di voler  avere una ragione per continuare. Ho desiderato che quella ragione fossi tu e ho bisogno che tu lo sappia.

Mi dispiace, Kat. Mi dispiace. Mi dispiace. Avrei voluto che tu mi bastassi come io sono bastato a te.

Ci ho provato con ogni singola fibra del mio corpo. Non ce l'ho fatta.

Lo so, lo so di essere un bastardo egoista, il peggiore, me lo hai sempre detto, ma ti sto scrivendo questa ultima lettera perché tu non ti senta in colpa, perché tu sappia che le cose non sarebbero potute andare diversamente. 

Mi dispiace, Katherine. Non dimenticarlo, ti prego non lo fare, mai.

Tuo per l'eternità e stronzate simili, 

Maverick Gray




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