"Era gennaio e stava nevicando. Avevo addosso solo un maglione largo e dei jeans, non sentivo praticamente più le dita e mi battevano i denti.
Ma Maverick rideva con così tanta spensieratezza da farmi male, con il braccio stretto attorno alle mie s...
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Cara Kat,
come avrai facilmente intuito ho deciso di scriverti una lettera, se questa può definirsi tale.
Sarò sincero: non è stata esattamente una mia scelta e questa non doveva essere una lettera. E' tutta colpa della mia psicologa, in realtà. L'altro ieri mi ha rifilato un taccuino dalla copertina di un anonimo grigio, incitandomi a cominciare un diario e buttare nero su bianco (o in questo caso blu su bianco) quello che provo ogni singolo giorno. Secondo lei questo potrebbe aiutarmi.
Mi sembra una grandissima stronzata ma non è che mi restino molte alternative. Certo, potrei sempre cominciare a sparare cazzate e dirle che sono stato in grado di scrivere la mia autobiografia completa in due giorni, ma non mi va molto di mentirle. Quindi sul serio: non mi restano davvero molte alternative.
E infine "caro diario" mi sembrava piuttosto imbarazzante e ridicolo. Il tuo nome suona decisamente meglio, molto meglio del nome di chiunque altro, oltre il fatto che ho l'impressione di parlare, riflettere, con qualcuno riguardo cose che probabilmente non pronuncerei mai (per ovvi motivi) guardando negli occhi a nessuno.
Non penso comunque che leggerai mai tutto questo delirio -credo che in fondo sia meglio così- per questo motivo non starò a dilungarmi in grandi premesse inutili e mi limiterò ad andare dritto al sodo: odio la mia vita, ogni suo singolo aspetto, ogni sua sfumatura.
Non sto scherzando. Odio letteralmente tutto.
So che può sembrare piuttosto cliché: il ragazzo depresso con due buchi neri al posto delle occhiaie che ascolta musica alternativa con il solo pensiero di ammazzarsi in futuro più prossimo possibile, ma è così e non posso farci niente. Nessuno può farci niente.
Sono eccessivamente drammatico? Forse. Forse no. Sinceramente non perdo tempo a chiedermi certe cose.
Fatto sta che odio essere in grado di aprire gli occhi la mattina, odio il mio riuscire ancora a respirare, odio come io debba esistere ogni singolo giorno su questo pianeta, ma soprattutto odio tutto il marcio che c'è nella mia testa.
Ho tentato il suicidio tre volte, tre volte ho fallito e tre volte ho aperto gli occhi sul soffitto bianco di un ospedale, inalando ossigeno che sapeva di medicinali e disinfettante. La realizzazione di non essere morte -la realizzazione di non avercela fatta- ha lo stesso effetto di una pugnalata nello stomaco, di una lama che affonda rigirandosi nelle budella.
Detesto ogni singola sfumatura di me e di ciò che mi circonda.
Detesto il mio corpo, odio il mio corpo e l'unica cosa che voglio è portarlo al limite. Portare me al limite e mettere una volta per tutte la parola fine a tutto.
Mio padre dice sempre che se avessi degli amici non avrei probabilmente tutti questi problemi, dice che dovrei farla finita con le mie manie di protagonismo e con il cercare di attirare l'attenzione su me. A quel punto di solito gli rido in faccia con una risata, buttando la testa all'indietro e facendogli probabilmente pensare che sono pazzo. Lo faccio perché ha ragione e non voglio che lo sappia.
È facile, talmente facile, ridere e nascondere tutto stendendoci sopra un velo pietoso, che a volte fa paura.
Credo che sia per questo che ha posto fine ai miei anni di dolce e voluta reclusione a fare homeschooling, animati da sfilze di decrepiti insegnanti privati, lasciando invece spazio a un destino di agonia e buttandomi a calci in culo in una scuola pubblica piena di miei imbarazzanti coetanei. Ho fatto di tutto per oppormi e ovviamente è stato inutile. Come al solito.
Pensa possa farmi bene, e io sinceramente non vedo come. E' come se fossi finito nella fossa dei leoni, una high school da filmetto scadente americano pieno di cliché ambulanti e che ti dona ancora più voglia di morire di quanto tu non abbia già. Un reame dove mio fratello comanda, in breve. Un posto a cui io non appartengo e al quale non voglio appartenere.
Sono delle giornate di merda. Detesto il fatto che io debba spostarmi da una classe all'altra ogni cambio d'ora, detesto seguire tutte quelle lezioni inconcludenti che sono pressa-poco inutili per me.
A cosa mi serviranno all'Inferno? O qualunque cosa ci sia dopo la morte, anche se ne dubito che ci sia qualcos'altro oltre un corpo in decomposizione a due metri sotto terra. Ma lasciamo correre la fantasia.
Non mi sono nemmeno iscritto a un college. Non ha senso. Non possiedo alcun futuro che duri a lungo, non io. Se qualcuno dovesse chiedermi qualcosa tipo "cosa farai da grande?" io risponderei tranquillamente "il cadavere". Niente di più niente di meno.
Mio padre ovviamente non lo sa, dato che se fosse il contrario probabilmente mi rinchiuderebbe in una clinica di recupero. Non sarebbe la prima volta che lo fa. Forse non ha torto nemmeno qui.
A questo punto spero solo una cosa, Kat, ovvero che tu abbia ragione sulla mortalità di quella stramaledettissima caduta da quel stramaledettissimo tetto. A questo punto comincio a pregare perché lo sia,perché il mondo sta diventando anche fin troppo soffocante.
Fino ad allora però ti annoierò con la mia presenza, mentre tu continuerai a lanciarmi occhiatacce schifate. Abbiamo entrambi scommesso sulla nostra vita e non resta che aspettare.
Chi si frantumerà per primo?
Tuo per l'eternità e stronzate simili,
Maverick Gray
N.A. Maverick molto allegro. Comunque quel "mio fratello" MHMMM. LA BUTTO LI'...ANCHE QUEL COGNOME...la butto lì:)
Spero che questo capitolo vi piaccia. Stellinate e commentate besties<3