5. Christmas

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Hogwarts a Natale era più magica del solito, con quel fitto mantello innevato che la vestiva a festa e metteva di buon umore tutti gli studenti del castello.
Perfino Narcissa si lasciava contagiare dall'atmosfera natalizia, che riusciva a farle dimenticare i guai in cui si stavano cacciando le sorelle e che avevano incupito terribilmente l'umore di Druella.
Bellatrix era ormai lontana dal luogo sicuro che era la scuola di magia, lottava in prima linea al fianco del Signore Oscuro.
Andromeda invece metteva a dura prova la pazienza di suo padre frequentando quella feccia di Ted Tonks.
Un Tassorosso e soprattutto un Nato Babbano.
In casa Black si respirava un'aria pesante, come se mancasse poco ad un'irrimediabile catastrofe, e Narcissa sperava che rifugiarsi nell'aria natalizia di Hogwarts l'avrebbe aiutata a distrarsi.
Mancava poco più di un anno al suo matrimonio con Lucius, non avrebbe permesso alle sue sorelle di rovinare tutto infangando il buon nome di famiglia con i loro deliri di onnipotenza.
Come ogni anno i Prefetti e i Caposcuola di ogni casa avrebbero aiutato Gazza a decorare l'immenso abete in Sala Grande.
Quell'inverno Narcissa si era lasciata convincere, più che altro per evitare le occhiate supplicanti e tristi di Andromeda in Sala Comune.
La ragazza stava sistemando delle palline sui rami più alti con l'aiuto della magia e non si accorse che il giovane Malfoy era appena entrato nella grande sala.
"Lucius! Sono sorpreso di vederti qui" – la voce di Rabastan Lestrange, Caposcuola di Serpeverde, catturò l'attenzione di Narcissa facendo sì che si voltasse.
Poggiato ad una delle panche c'era proprio il suo fidanzato, con le braccia conserte, che la osservava con la più sincera curiosità.
Anche Narcissa era stupita di trovarlo in Sala Grande; Lucius era un Prefetto, certo, ma proprio come lei aveva sempre evitato di farsi coinvolgere in quel genere di attività.
Soltanto il preside Dippet poteva approvare simili sciocchezze, a suo parere.
"Improvvisa voglia di addobbare l'albero?" chiese la ragazza con evidente ironia, avvicinandosi a lui.
Lucius ricambiò il suo sorriso, sistemandole una ciocca ribelle dietro l'orecchio.
Ancora arrossiva al suo tocco.
"Neanche se venisse Salazar in persona a chiedermelo"
Non giudicava Narcissa per aver accettato di trascorrere il pomeriggio in quel modo frivolo, sapeva che da quando sua sorella Andromeda aveva cominciato ad uscire con quel Nato Babbano la situazione a casa Black era molto tesa. La promessa di matrimonio tra lei e Rabastan era saltata, così come i nervi di Cygnus.
Per fortuna Narcissa condivideva il pensiero di Bellatrix e dei suoi genitori: la scelta della sorella era vergognosa.
Andromeda rischiava davvero di essere diseredata se non si fosse sbrigata a mollare quel Tassorosso rammollito.
"Beh, mettiti comodo, perché io ho intenzione di decorarlo tutto"
Lucius scosse la testa alla provocazione della sua fidanzata, che ancheggiando tornò a dedicarsi agli addobbi natalizi con la bacchetta alla mano.
Si sedette sulla panca di legno che affiancava il lungo tavolo destinato ai Serpeverde durante i pasti e trascorse il tempo così, guardando con attenzione ogni minimo movimento di Narcissa e scambiando quattro chiacchiere con i due suoi compagni più anziani: Rabastan e Yaxley.
Narcissa dovette ammettere che quell'occupazione non era così terribile come le avevano fatto credere, anzi trovava piacevole addobbare l'albero di Natale con l'aiuto della magia. A casa Black erano sempre stati gli Elfi Domestici a farlo quindi la ragazza aveva preso consapevolezza che fosse un compito inadatto ad una nobile fanciulla purosangue.
Anche Lucius si ritrovò a fare pensieri che prima avrebbe definito sciocchi ed ingenui: gli sarebbe piaciuto vedere Narcissa indaffarata a decorare a festa i grandi salotti di Malfoy Manor, un giorno.
Quasi gli leggesse nella mente, la ragazza si voltò a guardare Lucius e gli rivolse un sorriso capace di sciogliere anche i cuori degli uomini più duri.
Il giovane Malfoy si alzò dalla sua postazione e, noncurante degli altri Prefetti e Caposcuola presenti nella sala, raggiunse Narcissa a passo spedito e con un gesto deciso l'afferrò per i fianchi, tirandosela contro.
C'era elettricità nell'aria ogni volta che erano così vicini.
La loro attenzione però fu improvvisamente catturata da altro.
Qualcosa di piccolo e bianco cadde sul mantello della divisa di Lucius ma quando Narcissa allungò un dito per capire cosa fosse quel minuscolo puntino si era già sciolto.
La ragazza alzò la testa e vide che dal soffitto incantato della Sala Grande stavano scendendo morbidi fiocchi di neve che non avrebbero mai toccato il suolo. Istintivamente sorrise, riportando lo sguardo su Lucius.
"Quel preside ne sa una più del diavolo..." mormorò il Serpeverde, a sua volta distratto dall'improvviso nevicare.
La risata a cui Narcissa si abbandonò, prima che le venisse tappata la bocca con un bacio, era cristallina.



*



Quando Narcissa tornò a casa per le vacanze di Natale del sesto anno si accorse di quanto fossero cambiate le cose dagli allegri pranzi natalizi della sua infanzia.
Aveva lasciato la tavola molto presto, prima ancora che gli Elfi Domestici avessero servito il dessert.
Narcissa si era pentita all'istante di aver preferito la cena di famiglia all'elegante banchetto che i Malfoy avevano organizzato per la Vigilia di Natale. Almeno avrebbe raggiunto Lucius per il pranzo dell'indomani.
Casa Black era molto lontana dagli antichi tempi di splendore.
Suo padre Cygnus e sua madre erano più silenziosi e arcigni del solito, gli zii Orion e Walburga non facevano che urlarsi contro mentre Regulus mangiava a capo chino senza proferire parola.
Bellatrix era arrivata con un paio di portate di ritardo, trascinandosi dietro Rodolphus con la immancabile espressione maliziosa. Non si erano neanche preoccupati di sistemarsi i vestiti, che nelle condizioni in cui si trovavano lasciavano intuire in quali attività fossero stati impegnati fino a poco prima di cena.
Druella rivolse uno sguardo di sdegno alla sua figlia maggiore.
I posti di Sirius ed Andromeda erano vuoti quell'anno.
Narcissa provò ad allontanare il nervosismo seduta davanti alla specchiera, i capelli biondi erano già perfettamente lisci ma lei continuava a spazzolarli sovrappensiero.
Fu sorpresa quando Bellatrix piombò in camera senza essere seguita come un'ombra da suo marito.
"Sei sparita all'improvviso, cosa tormenta la tua stupida testolina?" le chiese, sbattendo le lunghe ciglia.
Narcissa sospirò quasi seccata.
"Non dirmi che non hai notato quanto l'aria in questa casa sia diventata irrespirabile"
Bellatrix trattenne una risata: "L'unico lato positivo dell'essermi sposata è stato andarmene via di qua!"
Quando vide che la più piccola non sorrideva scosse la testa: "Non dirmi che ci speri ancora, Cissy? Questa famiglia sta cadendo a pezzi, faresti bene a fartene una ragione... goditi la compagnia di Lucius, piuttosto! Almeno lui ha capito da che parte conviene stare"
Bellatrix si passò la lingua sui denti con fare avido, gesto che accompagnava spesso ogni sua allusione al Signore Oscuro.
Narcissa strinse più forte la spazzola d'argento.
"La guerra è iniziata, non è vero Bella?"
Sembravano essere tornate le bambine di una volta, costrette a crescere troppo in fretta e ad affrontare situazioni troppo serie per due ragazze di sedici e diciannove anni.
Bellatrix giocava ad essere grande e Narcissa avrebbe tanto voluto saper fingere quanto lei.
"Non devi avere paura Cissy, l'Oscuro trionferà e noi al suo fianco saremo invincibili" sussurrò la maggiore, con gli occhi che brillavano.
Narcissa voleva davvero bene a sua sorella e dovette accettare a malincuore il fatto che quella causa disperata l'avrebbe consumata fino a distruggerla.

Witchcraft in your lips | Narcissa BlackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora