2. Unmotivated

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"Se pensate che sprecherò una mattinata intera per guardare un'attività inutile come il Quidditch allora avete completamente perso la ragione"
Narcissa era stata molto chiara con Andromeda e Bellatrix: niente e nessuno l'avrebbe convinta a guardare la partita tra Serpeverde e Grifondoro.
Significava osservare Malfoy pavoneggiarsi con i suoi compagni con la Pluffa tra le mani per essere stato nominato capitano a soli quindici anni.
Poco importava che fosse la prima partita dell'anno scolastico.
Il Quidditch era una cosa stupida per ragazzi stupidi, come Lucius.
Il fatto che non si fosse fatto vivo dopo quell'umiliante – e dolcissimo – bacio dello scorso anno naturalmente non influiva in nessun modo sull'improvviso astio che Narcissa sembrava serbare nei suoi confronti. O almeno, più astio del solito.
"Cissy sei così noiosa!" aveva sbraitato Bellatrix, uscendo dalla Sala Comune, mentre Andromeda le lanciò un'occhiata solidale.
A Narcissa non dispiaceva passare il sabato mattina a studiare, dopotutto era una delle studentesse migliori del quinto anno, era stata nominata Prefetto e aveva intenzione di mantenere quello status.
Impegnata com'era nella lettura del suo manuale di Pozioni non aveva notato che fosse già ora di pranzo ma nessun Serpeverde era ancora entrato festante in Sala Comune.
Che Grifondoro avesse vinto?
Come accennato, a Narcissa non importava niente del Quidditch, ma l'avrebbe parecchio infastidita vedere quei sorrisi canzonatori sulle facce di Sirius e del suo sciocco amico James per il resto della settimana.
Ad un certo punto Tiger e Goyle fecero il loro ingresso nella stanza, trafelati. Sembrava che avessero appena fatto una corsa direttamente dal campo di Quidditch.
"Narcissa! Hai per caso idea di dove possa trovarsi... come l'ha chiamata, Madama Chips?"
"Una tinozza!" gli diede una mano il suo amico.
Narcissa storse il naso nel sentire quel troll troglodita di Goyle pronunciare il suo nome.
La ragazza aveva sentito proprio la sera precedente che Gazza aveva preso tutti i catini del castello per fermare alcune perdite nelle tubature. Stupido Magonò, sarebbe bastato un incantesimo riparatore.
"A cosa vi serve una tinozza? E soprattutto, non sapete appellarne una?" chiese Narcissa, con aria di sufficienza.
Tiger e Goyle si guardarono con la bocca semiaperta, sorpresi di non averci pensato prima.
La ragazza scosse la testa, come poteva permettere Salazar di far entrare individui così tardi nella propria nobile casata?
Un istante dopo afferrò la bacchetta e trasfigurò un bicchiere in una ciotola abbastanza grande per gli utilizzi di Madama Chips.
Goyle l'afferrò soddisfatto.
"Tiger sbrigati portiamola in infermeria altrimenti Lucius ci ucciderà appena si sarà ripreso!"
"Lucius? Cosa c'entra Lucius?"
Quel nome ebbe la capacità di attirare immediatamente l'attenzione della giovane Black, mentre Tiger si affrettava già fuori dalla Sala Comune.
"Quell'idiota di tuo cugino Sirius l'ha fatto cadere dalla scopa, gli ha lanciato contro un Bolide, adesso Madama Chips deve rimettergli a posto un po' di ossa"
Narcissa impallidì, avvolta all'improvviso da un'immensa preoccupazione.
Sirius Black!
Quel ragazzino idiota era totalmente indegno di portare il suo stesso cognome, Narcissa sperò che la zia Walburga bruciasse immediatamente il nome di quello screanzato sull'arazzo di famiglia.
Un attimo dopo si ritrovò a correre verso l'infermeria, con Goyle che a stento riusciva a starle dietro grosso com'era.
Madama Chips non permetteva a nessuno di entrare e la ragazza si ritrovò davanti tutta la squadra di Serpeverde ferma fuori dall'infermeria.
Narcissa arrossì, pensando a cosa avrebbero potuto immaginare i suoi compagni a vederla così preoccupata per Lucius Malfoy, ma la paura glielo fece passare di mente.
Tra i componenti della squadra c'era anche suo cugino Regulus, un piccolo talento, ancora nella sua divisa da Cercatore.
Narcissa si rivolse a lui, cercando di carpire informazioni: "Come sta?"
La risposta fu un urlo lacerante di Lucius all'interno della stanza, che fece perdere ancora più colore alla pelle pallida della ragazza.
"Ci vorrà del tempo" rispose Regulus, ancora furioso per essersi fatto sottrarre il Boccino da quell'insolente di Potter.
Man mano i ragazzi di Serpeverde abbandonarono il corridoio, tornando nei propri dormitori o in Sala Comune per sparlare di quel sabato umiliante.
Falsi ed approfittatori, li apostrofò Narcissa nella propria mente.
Lei non si mosse, rimase seduta davanti all'infermeria ad ascoltare le grida di dolore di Lucius che le stringevano il cuore in una morsa spietata.
Avrebbe voluto fare qualcosa, qualunque cosa, per farlo sentire meglio.
Ma perché faceva quei pensieri?!
A Lucius non importava nulla di lei, godeva nell'illuderla e nell'umiliarla, perché si ostinava a preoccuparsi per lui? Lucius non meritava il suo amore.
Dopo un tempo che parve infinito Madama Chips aprì la porta dell'infermeria e sembrò sorpresa di trovare Narcissa appoggiata ad una parete.
I Serpeverde non spiccavano di certo per unione, amicizia e fratellanza.
La giovane Black sbirciò appena oltre l'uscio, un po' a disagio, e Madama Chips le fece strada con un sorriso.
Lucius giaceva addormentato su una delle brandine, l'espressione un po' corrucciata ma almeno tutte le ossa al loro posto.
"Adesso ha solo bisogno di riposare, passerò tra un'ora per vedere come sta" la informò la strega, prima di andare a sbrigare altre mansioni.
Narcissa rimase qualche istante di troppo a fissarlo dormire, seduta su uno scomodo sgabello accanto al letto.
La sua mente era divisa tra "Sembra così pacifico quando dorme" e "Alzati da qui e vattene prima che si svegli!".
Il secondo pensiero, dopo altri lunghi minuti, ebbe la meglio.
Ma prima di andare via Narcissa si sporse verso il viso del ragazzo, lasciando un piccolo e tenero bacio sulle sue labbra sottili.
Rossa in viso, nonostante nessuno l'avesse vista, la più piccola delle Black quasi incespicò nei propri piedi tant'era la sua fretta di tornarsene in Sala Comune.


***


Due giorni più tardi Narcissa se ne stava seduta su uno dei muretti del chiostro del castello, in prossimità del pozzo, e trascriveva tranquillamente i suoi appunti di Rune Antiche.
Qualcuno, con un movimento rapido e furtivo, prese posto accanto a lei.
Nell'aria si alzò un piacevole profumo di menta e il cuore prese a batterle più forte: sapeva esattamente di chi si trattava.
"Perché?" chiese solo Lucius, con una scintilla ad accendergli gli occhi grigi.
Aveva il gomito poggiato sulla superficie di pietra e una mano a sostegno nel mento, fissava intensamente Narcissa che provava a mostrarsi indifferente.
"Ah, sei vivo quindi Malfoy... peccato!"
Il ragazzo trattenne a stento una risata. A Narcissa Black piaceva proprio fare la difficile.
"Rispondimi Black, senza giri di parole"
"Non so di cosa tu stia parlando" fece la finta tonta lei.
"Perché mi hai baciato?" chiese più esplicitamente Lucius, leccandosi appena le labbra con un gesto quasi involontario.
Narcissa avvampò ma mantenne la testa alta con supponenza, lo sguardo sempre rivolto alla pergamena che aveva tra le mani.
"Perché mi andava" rispose solamente, fingendo distacco.
Lucius le prese delicatamente il viso, in modo che lo guardasse negli occhi. Narcissa ingoiò la propria saliva, perdendosi nelle iridi cangianti del rampollo di casa Malfoy.
"Non c'è nessun motivo per cui mi hai baciato, Narcissa?" chiese ancora, senza riuscire a nascondere un sorrisino.
La ragazza poteva avvertire le proprie guance andare a fuoco: "Assolutamente nessuno!"

Witchcraft in your lips | Narcissa BlackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora