Max's pov
Urlo ad Anne di salire in macchina, ma sembra non sentirmi. Vedo i muscoli del suo corpo tesi, le mani stringere con forza la portiera della macchina come se fosse un appiglio al quale reggersi, e forse lo è.
''Ciao figlia mia.'' Pronuncia l'uomo ormai separato da Anne solo grazie alla portiera ancora aperta.
''Che vuoi?'' Chiedo all'uomo che non si degna nemmeno di guardarlo. ''Allontanati da lei.'' Insisto, nel mentre faccio il giro della macchina per avvicinarmi ad Anne.
''Non parli? Ti fai difendere dal tuo fidanzatino? Pensavo di aver cresciuto una donna.''
''Tu non mi hai crescita affatto'' Risponde Anne, come risvegliatasi grazie a quelle parole. Le afferro il volto, per farmi guardare. Lei cerca di divincolarsi ma alla fine cede. Le iridi dei suoi occhi sono come fuoco e ghiaccio. Non riesco a capire cosa sente, ma vedo solo dolore. Vorrei prendermelo io, toglierne ogni traccia da lei ma è impossibile.
''Che cosa vuoi?'' Chiedo nuovamente all'uomo che per la prima volta poggia il suo sguardo sul mio. È freddo ma sembra anche divertito dalla reazione di Anne alla sua presenza, come se godesse del dolore che prova sua figlia.
''Sai dovresti rivolgerti con educazione a tuo suocero.''
''Tu non sei niente per me.'' Rispondo provocandolo.
''Vattene.'' Sophie è uscita dalla macchina, mettendosi di fianco a noi.
''Non ti sono bastate Sophie?'' Chiede l'uomo, con sempre lo stesso sorriso sulle labbra. Sento una sensazione di rabbia montarmi nello stomaco, i muscoli del mio corpo irrigidirsi stringendo le mani a pugno. Devo controllarmi, non posso che la rabbia prenda il sopravvento, non voglio che Anne mi veda così, con lei al mio fianco sono riuscito a diventare una persona migliore, felice e non posso gettare tutto all'aria per questo pezzo di merda.
''Max'' La voce di Anne è dolce, mentre prende la mia mano nella sua. Non riesco a staccare gli occhi di dosso all'uomo che mi trovo di fronte, guardo ogni suo movimento, ogni sua espressione, analiticamente.
''Brava Anne, un pilota. Sapevo che un modo di andare avanti nella vita lo avresti trovato, ma non ti credevo così furba.''
''Cos'è che vuoi?'' Gli chiedo tra i denti. Stringendo ancora di più i pugni.
''Dovrei chiederlo io a te'' L'uomo alza il sopracciglio fintamente sorpreso dalla mia domanda. ''Sei tu che ti scopi mia figlia.'' A quelle parole sento la testa girarmi vorticosamente e senza rendermene conto, il mio pugno colpisce violentemente il volto dell'uomo che mi ritrovo davanti che indietreggia portandosi le mani alla mascella.
''Max'' Anne mi chiama, ma la sua voce la sento così lontana. L'unica cosa che vedo è lui davanti a me. Il sangue che gli esce dalla bocca non sembra rovinargli il sorriso beffardo che resta impresso sulle sue labbra. ''Max non ne vale la pena.'' Lei cerca di trattenermi, ma la mia vista è offuscata dalla rabbia e il mio corpo prende vita propria e nel giro di un secondo, gli tiro un altro pugno, ancora più forte tanto da farlo cadere a terra.
''Tutto qui?'' Mi chiede prendendomi in giro. Mi paro su di lui, prendendolo a pugni ripetutamente. Le nocche della mia mano si riempiono di sangue, ma a me non importa. Lui continua a ridere ad ogni colpo, facendo aumentare la forza con cui lo colpisco di nuovo. Voglio toglierli quel sorriso dalle labbra, voglio che lui sparisca e non torni mai più nelle nostre vite, lo voglio morto.
''Max smettila, così lo ammazzi.'' Anne mi prende il braccio, ma la forza con cui sto colpendo suo padre, la fa traballare e cadere a terra e solo in questo momento prendo di nuovo consapevolezza di me. Lei mi guarda impietrita, sul ciglio della strada, con suo padre insanguinato al lato facendo sfumare come d'incanto tutta la rabbia che sentivo dentro. Le porgo immediatamente la mano per rialzarla e lei accetta tirandosi su.
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On the seafront, where it all began - Max Verstappen
FanficMai due vite all'apparenza diverse, sono mai state così simili. Anne e Max, due persone fatte di rabbia e paura, devono continuamente affrontare situazioni che mettono alla prova la loro forza. Ogni giorno si alzano e indossano una maschera, ma la...