Capitolo 7

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Apro gli occhi, girandomi leggermente sul fianco sinistro. Max dorme come un sasso e mi fermo qualche altro minuto a guardarlo prima di svegliarlo, oggi è il grande giorno, incontrerà mio fratello. Il suo volto è così rilassato che potrei guardarlo per ore e non annoiarmi mai.

''Lo sai che è abbastanza inquietante ciò che stai facendo?'' Mi dice Max, aprendo leggermente gli occhi e accennando un sorriso.

''È inquietante che io ti fissi?'' Gli chiedo. Max annuisce avvicinando il suo volto al mio, dandomi un bacio sulle labbra. ''Sei pronto? Dobbiamo andare.'' Si porta le coperte fin sopra la testa.

''Non puoi semplicemente portare le tue cose qui e ci svegliamo ogni mattina così?'' Il cuore inizia a battermi forte nel petto.

''Non ti sembra un po' presto?'' Gli chiedo tirandogli via le coperte dal volto. Lui salta sopra di me.

''No.'' Dice stampandomi un altro bacio sulle labbra. ''Ti voglio sempre qui, con me!''

''Devo chiamare Nate, non sa che ci sarai anche tu oggi.'' Il volto di Max assume un'espressione turbata.

''Lui sa chi sono?'' Gli sorrido a disagio.

''No.'' Max si butta di lato, sul letto, portandosi le mani alla testa.

''Sarà imbarazzante.'' Esclama. Mi giro di lato, appoggiando la testa sulla mano.

''Tranquillo, andrà bene. A casa nostra non si guarda la Formula1 e non dobbiamo dirgli per forza chi sei ora.'' Max mi guarda perplesso. ''Andrà bene.'' Gli ripeto, più per convincere me stessa che lui. ''Passiamo a prenderlo a casa dell'amico o gli dico di incontrarci stesso a casa?'' Mi alzo dal letto, indossando la prima maglia che trovo sul pavimento e mi dirigo verso il bagno.

''Come preferisci.'' Lo sento rispondere, ancora steso nel letto.

Dopo esserci lavati, vestiti e preparati, saliamo in macchina.

''Devi dirmi la strada.'' Mi chiede Max mentre mette in moto la sua auto.

''Tranquillo, andiamo direttamente a casa, Nate ha detto che stava già andando lì, la mamma di Jack gli ha dato un bel po' di scatoloni.''

''Andiamo allora.''

Parcheggiata l'auto, vicino al palazzo, in modo che la strada con gli scatoloni in mano sia la più breve possibile verso l'auto, entriamo.

''Sei nervoso?'' Gli chiedo mentre saliamo le scale.

''Sapere che sto per incontrare la persona più importante della tua vita, che tra l'altro a stento sa il mio nome, non aiuta il nervosismo.'' Risponde. Mi giro a guardarlo e gli poso una mano sul petto. Il suo cuore andava a mille, così come il mio. Prendo la sua mano e la porto sul mio petto.

''Siamo sulla stessa barca.'' Gli do un bacio cercando di calmare i nervi di entrambi. ''Forza andiamo.''

La porta di casa è ovviamente già aperta, così la spingo ed entriamo. All'ingresso ci sono appoggiati diversi scatoloni, Nate è di sicuro nella sua stanza.

''Poggia pure la giacca sul divano.'' Dico a Max, che prende sia la mia che la sua per metterle sul divano. ''Nate, siamo qui.'' Urlo per farmi sentire da mio fratello.

''Finalmente.'' Risponde, sbucando fuori dal corridoio. ''Lì ci sono gli scat...'' Nate si blocca all'improvviso, nello stesso momento in cui Max si gira a guardarlo. ''Non può essere.'' Risponde.

''Nate?'' Gli chiedo confusa. ''Tutto bene?'' Max si avvicina a me mentre Nate indugia con lo sguardo su di lui.

''Non ci credo, sei Max Verstappen.''

On the seafront, where it all began - Max VerstappenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora