Capitolo 15

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Giorno della gara.

Mi sveglio avvolta dalle coperte ancora calde, il profumo di Max aleggia nella stanza segnando il suo passaggio. Mi alzo, con il cuore che mi batte forte nel petto al solo pensiero che oggi metterà nuovamente la sua vita in pericolo, ma allo stesso tempo sono ispirata dall'uomo che mi sta accanato. Lui è l'esatta incarnazione della passione, della dedizione. Spero un giorno di potergli assomigliare, almeno un po'.

''Ehi a che pensi?'' Max entra nella stanza, con un asciugamano in vita e l'altro ad asciugargli i capelli.

''A quanto io sia orgogliosa di te.'' Rispondo alzandomi e raggiungendolo sull'uscio della mia camera da letto. ''Devo dire che sei davvero sexy questa mattina.'' Lo abbraccio e lui ricambia stringendomi forte.

''Si, ma sai che nei weekend di gara ti è vietato toccarmi.'' Max mi lancia sul letto sorridendo. ''Vado a vestirmi e dovresti farlo anche tu.'' Si avvicina per darmi un bacio sulla fronte, per poi prendere dei panni dall'armadio. Lo guardo da dietro, la sua schiena liscia che ad ogni movimento evidenzia i suoi muscoli che si contraggono. Fremo dalla voglia di toccarli, di saltargli addosso, di evidenziare ogni curva del suo corpo, assaporare la sua pelle, affondare le mani nei suoi capelli spettinati e ancora umidi. Probabilmente, sentendo il mio sguardo fisso su di lui, Max si gira con espressione interrogativa. Io scuoto la testa cercando di scacciare dalla mia mente ogni singolo pensiero.

''Vado a lavarmi'' Dico saltando giù dal letto, ma prima di sparire nel bagno, mi giro a guardarlo scuotere la testa ridendo. Sorrido, con il cuore completamente perso per quel ragazzo.

Arrivati al paddock, sento l'adrenalina scorrere in ogni persona, muro, angolo di questo posto. Ma la cosa che più mi stupisce è la storia che si respira. Mi riscalda il cuore pensare che anche dopo tanti anni, dopo tanti piloti che si sono succeduti nel corso della storia, nessuno viene mai completamente dimenticato. Queste strade raccontano di lotte, di speranza, di gioia e di dolore. Piangono le morti dei più grandi piloti che un giorno le hanno percorse e dominate. I giorni precedenti non mi ero resa conto dell'ammontare di emozioni che trasudano da questo asfalto e inizio a capire il motivo per cui così tante persone cercano di arrivare fin qui, il motivo perché vi sono così tanti tifosi nel mondo. Guardo Max conversare con i suoi ingegneri, il suo sguardo è concentrato, carico, vedo il fuoco in quegli occhi marroni. Quel fuoco che lo anima, e che in queste circostanze non riesce a restare nascosto. Qui viene alimentato da coloro che urlano il suo nome, dal rombo della sua auto che non vede l'ora di essere lasciata libera sulla pista. Sfioro con un dito e delicatamente la sua monoposto numero 33, e un brivido percorre tutta la mia schiena, bloccato da una mano alla base di essa.

''Bella eh?'' Mi chiede Max. Continuo a guardare la sua macchina come se fossi in trance.

''Quest'auto è come te.''

''Che vuoi dire?''

''Trasuda pericolo e aggressione da ogni ingranaggio, ma allo stesso tempo è estremamente sicura.'' Mi giro a guardarlo, cincengoli le braccia intorno alla vita. ''Tu all'esterno sembri un leone, sembri aggressivo, ma allo stesso tempo sei la mia salvezza.'' Max non risponde, mi stringe a sé baciandomi la fronte.

''È tu sei la mia'' Mi sussurra all'orecchio.

A spezzare questo momento, è la voce squillante di Victoria che irrompere nelle mura del box.

''Inizio a pensare che il mio fidanzato abbia un debole più per tuo fratello che per me.'' Dice indicando, alle sue spalle, Tom e Nate che chiacchierano allegramente fuori dal box.

''Ehi c'è troppo casino qui dentro.'' Eric, uno degli ingegneri di Max ci bacchetta.

''Scusaci Eric se portiamo un po' di allegria qui dentro.'' Risponde Vic. Guardo prima Eric alzare gli occhi al cielo, poi Max coprirsi gli occhi imbarazzato.

On the seafront, where it all began - Max VerstappenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora