Capitolo 18.

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Capitolo 18.


 

POV BRANDON.

«Cosa devo fare per farmi almeno ascoltare?» Sbuffa esausta incrociando le braccia al petto.
E' a quel punto che, finalmente, mi volto a guardarla. Ha gli occhi sbarrati, contornati da una perfetta linea di eyeliner. Continua a fissarmi come non l'aveva mai fatto prima d'ora, come se non avesse timore di esternare ciò che sente.
«Non devo dirtelo io cosa fare o cosa non fare» decreto con tono severo.
Lei rotea gli occhi, «non credi di esagerare?» Esagerare un gran paio di palle, Emily!
«Sei così stupida, che non ti sei neanche resa conto che ti sto dando l'opportunità di parlare. Quello che stai facendo, invece, è solo sprecare fiato inutilmente.» Spiego poggiando il bicchiere ormai vuoto su un mobile. «Evidentemente non sai neanche tu cosa dire» mi distanzio dandole un ultimo sguardo dirigendomi verso il frigo bar. Lo apro e stappo una bottiglia di whisky, la mia preferita. Marcus l'ha sempre tenuta nascosta lì dentro, per le grandi occasioni. Io ho bisogno di quella bottiglia, adesso, all'istante.
La porto alle labbra e lentamente comincio a buttarla giù. Mi faccio spazio nella folla e mi dirigo verso le scale che sembrano esser raddoppiate improvvisamente. Sorreggendomi dalla ringhiera salgo e barcollando m'intrufolo in camera di Marcus, lasciando la porta aperta. Mi spaparanzo sulla sua poltrona sbottonando la camicia. Ho estremamente caldo e la testa gira talmente forte da non riuscire a tenere gli occhi perfettamente aperti.

«Lo stronzo del villaggio!» Una voce conosciuta penetra nella mia testa, così alzando lo sguardo mi accorgo di un'Emily che a stento riesce a camminare.
Scoppia in una risata morbosa e porta alla bocca quel poco che è rimasto della bottiglia di Gin che ha in mano.
«Pensi di conoscermi bene, vero Brandon?» Morde il labbro inferiore e si avvicina, mentre sfila i decolleté. «E cosa sai di me?» Assottiglia lo sguardo con arroganza puntandomi la bottiglia vuota contro.
Mi metto in piedi e riesco per qualche istante a rimanere sobrio. «Che sei bellissima.» Ammetto.
A quelle parole una risata divertita tuona in stanza. «E tu fai schifo» sbotta. «Hai scelto la peggior ragazza dell'Universo per vendicarti di me.» Mi spintona senza però smuovermi di mezzo centimetro. Il mio corpo oscilla tra il cadere ed il rimanere fermo, tra il baciarla ed il tenere la mia bocca apposto. Sto combattendo con tutte le mie forza pur di stare esattamente come sono, ma lei... con quel sorriso, con quella voce un po' sbronza ed esausta, con quei boccoli che ricordano tanto il suo esser ribelle da adolescente. Lei... che assomiglia tanto alla felicità. Lei che assomiglia alla ragazza che ho conosciuto anni fa. Lei che è esattamente a pochi centimetri dal mio corpo ed io che sembro un coglione davanti a lei.
«Non avevo intenzione di vendicarmi» boccheggio ondeggiando il capo di fronte al suo.
I suoi occhi si spostano sulle mie labbra e la sua bocca si schiude, «mi gira la testa» sussurra.
«Anche a me» mormoro.
«E tu domani rimarrai sempre uno stronzo» porta indietro la testa socchiudendo le palpebre, «lo stronzo che mi ha abbandonata» accenna quella risata amara.
Poggio le mie mani sui suoi fianchi incollando il suo corpo al mio. Poi avvicino le mie labbra al suo orecchio soffiandole.
«Ho bisogno che tu te ne vada immediatamente di qui.» La prego quasi.
«Cos'è Felton? Hai paura di affrontarmi?» Chiede scrutandomi gli occhi.
«No. Mai.» Ammetto.
«Sei solo un codardo... che scappa da cosa desidera davvero, che non sa affrontare le situaz..» la zittisco comprimendo le mie labbra alle sue.
Si lascia subito andare avvolgendomi il collo con le sue braccia, mentre la sua lingua si muove veloce insieme alla mia. Le sue mani che prima giocherellavano con i miei capelli, s'insinuano sotto la camicia. La sfila lentamente, mentre io l'afferro per le cosce alzandola. Le sue gambe avvolgono la mia vita ed il suo vestitino è completamente alzato. Riprendo a baciarla, mentre con un calcio chiudo la porta.
Mi inginocchio a terra, stendendola. Mi fissa seria e non parla. Poi mi sporgo e le sfilo con il suo aiuto il vestitino. Indossa un reggiseno con il merletto nero ed un tanga dello stesso colore di pizzo. Con una mano percorro il suo ventre, mentre le bacio il collo. Lei incurva la schiena e con una mano sbottona i miei jeans abbassandoli.

Per un attimo non mi rendo conto proprio di nulla, neanche ,che, probabilmente, il giorno dopo tutto tornerà esattamente come prima.  Torneremo ai nostri problemi ed io tornerò il Brady che ha bisogno di certezze, che una notte così non potrà mai darmi.
Così, riprendo coscienza di tutto ciò e mi blocco. Lei fa lo stesso.
Incrocio i suoi occhioni da cerbiatto ed avvicinandomi alla sua fronte le lascio un caldo bacio. Mi rimetto in piedi, rivestendomi velocemente, lasciando la camicia ancora al vento. Non mi volto uscendo dalla porta e probabilmente potrò sembrare un vero stronzo a lasciarla lì, ubriaca, da sola, sul pavimento. Probabilmente è proprio ciò che voglio essere al momento.

La amo. La amerò sempre, ma non è così che deve andare. 

Quando torno di sotto, sono ancora tutti brilli che ballano fra di loro, mentre Kris e Marcus parlottano molto vicini. Lei è poggiata al muro e lui la blocca con entrambe le mani poggiate ai lati del suo capo.
Avanzo velocemente spostando il mio amico.
«Brady» lui sembra sorpreso. «Ma sei ubriaco?» Osserva i miei occhi più da vicino.
«Ovvio» sbuffa mia sorella. Mi acchiappa dalla mascella, girandomi il viso a destra, a sinistra ed alzandomelo dal mento. E' matta. «Non sai comportarti normalmente, vero? Neanche alla mia festa!» Sbotta.
Alzo le mani in segno di resa. «Me ne vado, me ne vado» biascico con lo sguardo perso.
«Dove vai? Stai buono qui.» Mi blocca Marcus. «Si può sapere che hai fatto? Hai la camicia sbottonata e le scarpe al contrario!» Esclama osservandomi, per poi trattenere una risata.
Non c'è proprio un cazzo da ridere. Per la prima volta dopo anni sto per vomitare a causa di una sbronza. Così sporgendomi verso mia sorella mi lascio andare, rimettendo tutto ciò che conteneva il mio stomaco. Le sue scarpe di camoscio rosso fuoco hanno totalmente cambiato colore ed il suo urlo l'avranno persino sentito gli alieni su Marte. Piagnucola e sbatte i piedi per terra, mentre Marcus se la ride trascinandomi con forza in bagno.
«Domani ti ammazzo! Tu muori!» Urla lei da dietro accompagnandoci.

Arrivati in bagno mi siedo a terra e poggio la testa al muro osservandoli.
«Con chi sei stato?» Chiede Marcus con la fronte aggrottata e le braccia conserte.
«Dov'è Emily?» Domanda a ruota mia sorella con gli occhi sgranati.
Il mio sguardo lentamente si sposta su di lei, mentre accenno un lieve sorriso.
«No. Non me lo dire. Ti prego. Non parlare. Stai zitto.» Mi blocca allungando una mano di fronte al mio viso e socchiudendo le palpebre. «Sto per avere una crisi complessiva.» Esce dal bagno nervosissima ed io scoppio a ridere.
Marcus si inginocchia di fronte a me, «bro, non sarai stato sul serio con la Stewart!»
Scrollo le spalle senza parlare. Non ne ho la forza. Persino il singhiozzo fa la sua parte.
«Le avevo detto di parlarti, non di scopare!» Sbotta.
Scuoto il capo, «non abbiamo» balbetto, «fatto l'amore» aggiungo sospirando senza forze.
«Non so se sia stata una cosa positiva o negativa» borbotta.
«Voglio andare a casa» mugugno.
Marcus mi tira su dalle braccia e sorreggendomi mi accompagna fino a fuori. Mi carica in auto e monta anche lui.

«Non dire più niente ad Emily riguardo me» dico poggiando la testa sul sedile, mentre lui parte.
«Emily è pentita, Brady» sussurra.
«Ed io sono stufo. Non possiamo sempre fare tutto a suo piacimento.» Sbotto imprecando sottovoce.
«Ho capito cos'è che vuoi. Ho capito che ti aspetti qualcosa di clamoroso per riconquistarti... ma non fare troppo il duro. Non adesso.» Mi consiglia sospirando.
Non fiato.

Quando rimetto piede in casa, la baby-sitter sta dondolando tra le braccia la mia piccola e dolce Lux. Mi avvicino e la osservo, ha gli occhi socchiusi e sembra un angioletto. Mi abbasso e le lascio un bacio in fronte. Saluto con un cenno di mano la ragazza e ancora frastornato mi rifugio nella mia camera da letto ,chiudendo a chiave. L'ultima cosa che desidero al momento è Kris che mi piomba dentro e mi fa la solita ramanzina. Esco dalla tasca del giubbotto il regalo che avevo comprato per il suo compleanno ed esco nuovamente percorrendo il corridoio. Piombo nella sua stanza e lo deposito sul  comodino.

Finalmente posso riposare, chiudere gli occhi e provare a non pensare a nient'altro, anche se il pensiero che stavo per fare l'amore con Emily mi oscura la vista, mi rende nervoso, mi rende morboso e incazzato. E' tutto quello che voglio e lei non l'ha mai capito.


La mattina dopo cerco in tutti i modi di scrollare di dosso il mal di testa con una doccia ghiacciata. Poi dopo essermi vestito ed aver preso una pillola scendo al piano di sotto.
Kris sta facendo colazione e nel frattempo imbocca mia nipote. Quando mi nota si mette subito in piedi avvicinandosi.

«Zio zio» sbraita con un sorrisone Lux.
Le mando un bacio mentre acchiappo la valigetta per andare in studio.
«Brady... volevo dirti che...» si blocca, «ho pianto tutta la notte per il tuo regalo. E' la cosa più bella che potessi ricevere.» Sapevo che le sarebbe piaciuto. Poi quando lo vedo uscire dalla tasca della sua vestaglia lo osservo. E' un orologio tascabile, con dentro due foto, una, a destra, di Tom ed un'altra, a sinistra, dove siamo tutti e tre insieme. Lo stringe forte nella mano, mentre i suoi occhi diventano sempre più lucidi. Mi salta al collo e mi sussurra un flebile "grazie" sgozzato da un pianto liberatorio. Le accarezzo il capo e l'abbraccio forte.
«Mi dispiace per quello che è successo con Emily ieri» dice distanziandosi, «e dispiace anche a lei» sussurra.
«Se vuole può dirmelo da sola, non c'è bisogno del messaggero» dico sistemando il collo della giacca. Dopo di che mi avvicino al tavolo sbaciucchiando l'amore mio e saluto mia sorella.

Forse risolvere i problemi di salute della gente, al momento, può aiutarmi a non pensare a quanto sia ostinata ed incasinata la mia mente.




POV EMILY.


Come se non bastasse ad incasinare il tutto, Hanna mi invia un messaggio con scritto:

So di aver sbagliato a non dire nulla e sono ancora più stronza a dirti tutto dietro un telefono, ma siamo tornati a casa e non ho avuto la possibilità di farlo di presenza. Emily mi dispiace di aver reso la situazione più complicata di quanto già non lo fosse, ma giuro... che ti voglio bene, sarai sempre una delle mie più care amiche. Anche se le parole contano poco, spero che mi crederai. Ti aspetto al nostro matrimonio. Lo sai quanto ci teniamo. Ed il tuo nipotino vuole farsi vedere anche da te...
Non permettiamo a tutto ciò di rovinare qualcosa di bello.
Un bacio... 


Rileggo per una seconda volta, ma non lascio spazio alla mia mente di farmi intrappolare anche da questo pensiero. Per adesso Hanna e Nate occupano quella piccola parte del mio cervello, accantonata, che aspetta una risposta. Ho altro a cui pensare.
Tipo quanto sia stata stupida stanotte e quanto ancora ne sia pentita.
Ricordo vagamente il tutto, ma non potrei scordare le sue labbra contro le mie, le sue mani sul mio corpo, il suo profumo, la sua voce, il suo respiro contro il mio....ed il modo in cui mi ha lasciata a terra.  Non so più che pensare, ma da una parte sono felice del suo gesto. Cosa avremmo risolto andando a letto insieme? Un bel niente.
Avrebbe forse complicato la situazione.

Adesso, però, so che una parte di lui vuole ancora stare con me e non sono mai stata più convinta di ciò.

Mi prenderò ciò che mi spetta, a costo di dover strappare i capelli a quella bambola rifatta.
Mi prenderò ciò che è sempre stato mio, a costo di riuscire a farmi odiare.
Mi prenderò lui, il ragazzo, l'uomo, che, nonostante tutto, è sempre stato con me.


Esco di casa a testa alta per incontrare Kris al parco. Quando la noto, scoppio a ridere. Sta rincorrendo Lux che scappa sorridente con un gelato fra le mani. Mai un momento è stato talamente divertente. Non ho mai visto Kris diventare così pazza.
Velocemente sfilo il cellulare dalla borsa riprendendo il tutto. Mi copro la bocca smorzando una risata, mentre lei urla come una forsennata.

«Lux le buschi! Davvero!» Sbraita senza fiato.

Quando la bimba mi vede mi salta subito addosso. Kris si blocca e riprende a respirare affannosamente.
«Tienila ferma che gliene do una nel sedere!» Esclama avanzando con passo felpato.
La nascondo dietro di me ridendo, «dai lascia perdere» inclino la testa da un lato teneramente.
«Mi ha fatto uscire pazza, non ti fare condizionare da quel faccino...sei monella» le punta un dito contro, «Lux smettila di ridere così, veramente te le do. Anzi chiamo papà e te le faccio dare da lui» quando dice quell'ultima frase rimango basita. Si rende conto anche lei di ciò che ha appena detto e sbuffa. «Si vabbè»  mormora.
«Marcus non la toccherebbe mai con un dito. E' innamorato perso di lei ormai.» Sorrido sincera.
Kris accenna un sorriso, «lo so. Fa tutto quello che le chiede... tutto» alza le sopracciglia e prende in braccio Kris segregandola nel passeggino. «Io e Marcus abbiamo affrontato l'argomento "noi" e... vogliamo provare a convivere...a casa sua» abbassa lo sguardo, sedendosi su di una panchina.
«Oddio, è bellissimo.» Dico entusiasta. «L'hai detto a Brady?»
Scuote il capo. «Voglio trovare il momento giusto... solo che non ho intenzione di aspettare ancora molto. Insomma, io e Marcus ci vogliamo bene... molto più che bene e sarebbe solo una cosa positiva andare a vivere insieme.» Non l'ho mai vista così felice. «Dopo la convivenza con quel tipo... so che può sembrare strano riprovarci, ma io e Marcus ci conosciamo da un sacco di tempo, io so tutto di lui e lui sa tutto di me e nonostante tutto io amo tutto di lui e lui ama tutto di me.» Le sue parole mi ricordano tanto una canzone. Vorrei abbracciarla e dirle che sono la persona più contenta del mondo e che i suoi occhi a cuoricino parlano, anche se lei non lo ammetterà mai al cento per cento. Tanta paura di affrontare qualcosa di così forte e poi scoprire che è la cosa più bella che le sia mai capitata. «So che potrà esser complicato» ridacchia scrollando le spalle come una bimba, «siamo come il cane ed il gatto e dovremmo sopportarci a vicenda giorno per giorno, dovremmo accettare ogni stranezza ed ogni litigio... ma è così che si fa giusto?»
Non parlo. Mi avvicino e la stringo fra le mie braccia, perché so che basta questo, per farle capire che la sua decisione ha tutta la mia approvazione e che è la cosa più giusta da fare.
«Mi abituerò con piacere a vedere te e Marcus come coppia» dico maliziosa.
Mette subito le mani avanti, «attenzione, al momento... siamo stati solo insieme stanotte e... è stato bello. » Subito si addolcisce.
Sgrano gli occhi e sogghigno, «è giusto rincorrerle le cose belle.» Ammetto.
«Sì, Emily.» Calca ogni singola parola. «Rincorri le cose belle.»
Cerco di sviare l'argomento e di lasciar perdere tutto. «Senti stasera perché non andiamo a mangiare qualcosa in un pub... tutti insieme?» Chiedo balbettante.
Aggrotta la fronte curiosa, «vuoi che porti anche Marcus e Brady?» Incrocia le braccia la petto.
Annuisco con un suono gutturale, mentre mi rosico le unghie per il nervosismo.
«Tranquilla Emi, proverò a convincerli... ma credo di riuscirci, lo sai che con me si ottiene tutto!» Mi schiaccia un occhio mettendosi in piedi. «Porto Lux dal pediatra, ci vediamo più tardi?»
Dico di si abbassando la testa e dopo aver salutato la piccola ed anche lei, le osservo allontanarsi.



Sono le otto in punto e dopo essermi data appuntamento con Kris in un pub in centro, ci arrivo a piedi. Nonostante i tacchi vertiginosi, che, mi ricordano ancora la terribile nottata, arrivo sana e salva. Entrando inquadro il tavolo che abbiamo prenotato, ma quando noyo un posto in più a tavola, il mio cuore cessa di battere per qualche secondo.
Solo dopo mi rendo conto del messaggio di Kris, nel quale mi avverte della straordinaria, avvincente, spettacolare compagnia di Kaitlyn che avremmo a cena.
Mi è già passata la fame e vorrei svignarmela all'istante.

Per tutto il tempo martello sul tavolo le dita a ritmo di musica. C'è il karaoke e la gente si cimenta ad esibire il loro fascino e la loro voce super stonata di fronte ad una massa di gente, che potrebbe affogarsi per ciò. Non è modo questo.
La tipa di adesso sembra stia partorendo. Per mettermi in ridicolo così dovrei avere una buona causa, altrimenti non lo farei mai.

I miei pensieri vengono stoppati dall'entrata assassina della pantera trans, che sculettando, sorreggendo la borsetta Gucci al braccio, si avvicina al tavolo. Brady è dietro di lei, assieme all'amico e alla sorella. Tutti e tre mi guardando con sguardo penetrante, come se osservassero la lepre che sta per essere divorata.
Esatto. Il momento in cui mi sentirò una fottuta merda che galleggia in mezzo a tanti piccoli diamanti che luccicano.

«Ci si rivede» la sua voce da cagna in calore mi stordisce il timpano.
Accenno un sorrisetto forzato, mentre lei prende posto esattamente di fronte a me, scrutando i miei occhi, come se da un momento all'altro sia pronta ad attaccare.
Troia.
Kris si siede al mio fianco sussurrandomi qualcosa, ma sono troppo impegnata ad osservare la scenetta romantica dei due che si scambiano bacetti di fronte a me.
Brandon me la sta facendo pagare proprio bene.
Le scaraventerei la cera bollente della candela di fronte a me in faccia, ustionandogliela. Magari a quel punto ci accorgeremmo della sua vera natura, stile la strega di Biancaneve.

Quando il cameriere accorre per ordinare, io rimango per ultima.
«Mi porti solo un Jack e cola...» la mia affermazione stupisce i presenti che mi fissano con aria sconvolta. Persino Marcus sembra sconcertato.
«Uh tesoro, non dirmi che non mangi più...» la sua vocina irritante rischia di farmi uscire di senno, ma non demordo. Rimango impassibile, con lo sguardo fisso nel vuoto, i pugni chiusi sotto il tavolo ed il tacco pronto per scavarle gli occhi.
«Emi... non mangi?» Chiede Kris a bassa voce.
«Mi è improvvisamente passata la fame» rispondo alla stessa maniera.
«Scusami... Brady ha insistito.» Continua.
Non rispondo e quando vedo arrivare il mio cocktail sorrido.
Alzo il bicchiere in aria, «alla felice vita di queste due coppie.» Guardo tutti e quattro. Kris e Marcus sorridono compiaciuti, mentre Kaitlyn sembra sorpresa e Brady rimane con lo sguardo basso. Solito codardo.
Sorseggio lentamente e cerco in tutti i modi di non ubriacarmi, anche se mi rendo conto che non sono una sostenitrice dell'alcol.

Dopo una mezz'ora abbondante arrivano i loro panini. Marcus e Kris li divorano in pochi minuti, Brady, invece, sembra non aver molta fame ed esce fuori per una sigaretta. Kaitlyn dopo venti minuti, ha ancora mezzo panino fra le mani. Che gatta morta!

«Dai! Qualcuno vuole provare ad esibirsi? Non siate timidi. Forza gente!» Il vocalist incita le persone sedute ai tavoli.
Dopo essermi guardata intorno ed aver notato con piacere che nessuno si è offerto volontario, mi alzo in piedi e raggiungo velocemente il palco.
Sussurro all'orecchio del ragazzo la canzone che vorrei intonare e dopo un lungo applauso di incoraggiamento, prendo il microfono fra le mani.
Sono brilla, rido da sola come un ebete e questa è l'unica ragione per la quale ho portato il mio culo qui sopra, stasera.


Parte la base di Without you di David Guetta e la mia voce risuona strana al microfono. «I can't win, I can't wait, I will never win this game without you, without you.» Timidamente alzo lo sguardo al pubblico ed intravedo Brady che entra dalla porta.
Non appena si rende conto che sono proprio io, rimane immobile, si avvicina lentamente, incrocia le braccia al petto ed ascolta le mie parole, mentre i miei occhi si depositano solo e soltanto su di lui, come se tutti gli altri non esistessero.  
«All I need is you and I, without you.» continuo a fissarlo e lui non mostra nessun'espressione in viso. «Can't erase, so I'll take blame but I can't accept that we were strange without you, without you.I can't quit now, this can't be right» a quel punto abbassa la testa e sembra che stia sorridendo. Poi la rialza, si massaggia il mento incuriosito e continua ad osservarmi. «Lost my heart, I lost my mind without you» con il fiatone mi becco un applauso dal pubblico, rappresentato anche da Kris e Marcus che sconvolti sbraitano. Brady applaude lentamente e fuori tempo. Non mi importa se non è stato apprezzato, ma io lì sopra mi sono divertita per pochi minuti e per la prima volta mi sono messa in gioco, in qualcosa che non avevo intenzione di fare qualche ora prima.

Quando scendo giù, osservo Brady avanzare verso di me, con le mani dentro le tasche dei jeans.

«Brava, bella canzone» ammette sincero.
«Grazie» dico con lo stesso tono distaccato. «Peccato che non sia arrivato nel cuore di chi doveva arrivare.» Scrollo le spalle.
«Forse non basta una canzone per far breccia nel cuore di questo ragazzo. Non essere ingenua Stewart. » Ritorna al tavolo e come sempre non mi lascia mai il tempo di finire di parlare.
Solo che stavolta sono io ad andargli dietro e sarò io a dire l'ultima parola. Non può sempre averla lui. «Lo sai che ti dico?» Alle mie parole si volta scattante con sguardo confuso. «Che non me ne frega di quanto io sia ingenua, perché nelle cose che faccio ci metto sempre il cuore e non un faccino pulito, nascosto dal fondotinta, dal rossetto rosso e tutte queste cagate varie.» Non risponde. Esattamente come desideravo. Scattante riprendo il mio cappottino e la borsa al tavolo. Saluto i presenti ed esco sotto gli occhi soddisfatti della pantera, nonostante la voce di Kris che chiede spiegazioni.

Non so dove mi porterà questa decisione di andare controcorrente per riprendermi Brady.
Ho, però, la consapevolezza di poter sbattere contro un vicolo cieco, contro un cuore che, forse, per me non ha più spazio. E se così sarà, vorrà dire che Brandon Felton ha rappresentato solo l'illusione di una vita felice.  


Angolo autrice.
Ciaaao bella gente! Ringrazio tutti quelli che hanno seguito la storia fin ora, anche perchè non ho mai tempo per ringraziarvi personalmente, uno ad uno. Per il resto vi avverto con certezza che alla fine dovrebbero mancare su per giù due o tre capitoli. Pronti al finale?
A prestissimo, bacioni!

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