Prologo parte 3

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Ravia era di fronte a quel possente abominio mezzo uomo e mezzo insetto, ma lei aveva finalmente mostrato il suo vero potenziale. Death Rose era libera, poteva fermare Don Bratta prima che la ragazzina si potesse fare male, ma vedendola in quella situazione aveva rivisto quella stessa scintilla che aveva trovato quando la vide combattere per la prima volta. Decise di agire nella stessa maniera di allora, rimase in disparte. Si limitò a recuperare la sua falce e a nascondersi nell'ombra, ansiosa di vedere cosa fosse capace di fare quella ragazzina, era pronta a godersi lo spettacolo.

<<Non hai scampo ragazzina! Fra un istante ti concerò così male che ti pentirai di ogni tua singola decisione fino ad oggi, e il tuo ultimo desiderio sarà quello di crepare!>>
Il mostro stava per sferrarle un pugno, date le dimensioni delle sue mani rispetto alla faccia di lei. Una persona normale sarebbe morta, ma in quel momento, una specie di melma di metallo avvolse il polso del mostro e si solidificò di colpo.
<<Forse un bel giorno morirò, ma non oggi!>>

Il metallo cominciò a diventare rovente e a stringere, la cosa sembrava dolorosa, ma quel mostro sopportava bene il dolore. Il calore del metallo lo rendeva abbastanza molle da essere strappato, così si liberò facilmente. Don Bratta riprese a tirare pugni ma Ravia li schivò con molta semplicità, le strisce di luce che uscivano dagli occhi e dai capelli danzavano per aria. Il mostro tirò fuori le sue zampe da insetto, sperando di infilzarla o tagliarla, ma lei con molta agilità evita di essere ferita e se ne esce con uno strappo alla felpa e una spuntata ai capelli. La melma di metallo formò due pilastri incrociati per bloccare il mostro, altri due si formarono alle sue spalle, adesso era lui ad essere in trappola. Ravia, però, non si rendeva conto che ad ogni utilizzo del suo potere il container si compattava sempre di più, Death Rose temeva che se avesse continuato senza controllo avrebbe finito per schiacciare tutti.

<<Pensi davvero che questi trucchetti possano fermarmi? Dovrai inventarti qualcosa di meglio, non mi farò schiacciare come un qualunque scarafaggio!>>
Don Bratta cercava di liberarsi, piegando i pilastri di metallo con le zampe da insetto.
<<Schiacciarti? No, quando schiacci un insetto si finisce sempre sempre per sporcare, preferisco vederti bruciare all'inferno!>>

La voce di Ravia sembrava quella di due persone arrabbiate che parlavano all'unisono. In quel momento il metallo divenne così rovente da fondersi e diventare fuoco. Non solo i pilastri, ma anche le pareti del container fondevano. Il metallo fuso avvolgeva il mostro come se fosse vivo, ma era Ravia che lo controllava. Per Death Rose era il momento di agire e tagliare la corda. Quando scattò verso Ravia e la prese per la spalla, accadde qualcosa di improvviso e istantaneo. L'aura rossa e le strisce di luce svanirono e Ravia quasi non sveniva, per Death Rose le cose si erano appena complicate. In trappola in una camera di metallo in fiamme pronta a crollare, con un'adolescente semi svenuta tra le braccia e un mostro mutante di fronte a lei. Allora prese in braccio Ravia, con molta agilità aggirò il bestione avvolto dalle fiamme, evitò le colate di metallo che pendevano dal soffitto e uscì dal container rompendo la porta con un calcio. Death Rose era libera grazie a Ravia, ma in quel momento non poteva trovarsi di fronte uno scenario peggiore. Le macchine da cantiere, alcuni container e una delle macchine avevano preso fuoco. Ravia stava lentamente riprendendo conoscenza, la sua vista si offuscava più volte per brevi istanti, non capiva più nulla, ma riprese quel poco di sensi che le bastavano per accorgersi che aveva causato un incendio con i suoi poteri.

<<Complimenti, è l'incendio più grande che tu abbia mai appiccato.>>
<<Non parlarmi, smettila di parlare, se parli mi scoppia la testa.>>
<<Tutto bene ragazzina?>>
Ravia sembrava di nuovo parlare da sola, ma la sua brutta cera mascherava la sua parlantina, facendola passare per un balbettio.
<<No, la testa mi fa male e non ho la forza di camminare.>>
<<Tranquilla, sei stata grande, non so come hai fatto, ma sei stata grande.>>
Disse portandola al sicuro dalle fiamme e facendola coricare sull'asfalto freddo, duro e umido.
<<Io vado a fermare quei tizzi zebrati prima che escano dal porto, tu resta qui.>>
<<Che bel piano, non riuscirei a muovermi neanche se volessi.>> Disse sarcastica.
<<Tu riposati e non parlare, parlare ti fa male, torno subito!>>

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