Capitolo 5.

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La macchina di mamma entrò appena io andai in casa. Mi misi a lavare i piatti velocissima. Quel pomeriggio non avevo svolto nessuna faccenda.
Entrò di colpo e sbatté la porta.
-Ciao mamma com'è andata a lavoro?- le chiesi.
Lei non mi rispose. Si affrettò ad andare in camera.
Solito comportamento, speravo solo che non mi picchiasse.
Uscì dalla camera, si era cambiata.
Io ero fuori che sbattevo la tovaglia rimasta colma di briciole di pane del pranzo.
Sentí un urlo provenire dal bagno.
-Mathilde! Vieni immediatamente qui!-
Andai in bagno, tremando.
-Cosa c'è mamma?- chiesi con voce tremante
-Cosa c'è? Ma ci vedi? Guarda la finestra, guardala! É macchiata. Ti avevo detto di pulirla, come dovevi lavare il pavimento!
-Scusa mamma ma stavo male..-
-Si si, trova sempre scuse, sei uguale a tuo padre. Siete falsi, stupidi, vi arrampicate ai vetri e poi fate le vittime!
-Lascia stare papá! Puoi dire tutto su di me ma non lo devi neanche nominare lui.
-Ma non farmi ridere, tuo padre é morto per colpa tua, stupida. L'attacco di cuore gli é venuto perché non poteva mantenerti, aveva troppi debiti e non poteva portarti da mangiare! É solo colpa tua se é morto!
-No smettila, per favore!- mi misi a piangere e andai di corsa in camera mia.
Mi sentivo il mondo crollare addosso. In una bolla che stava per esplodere.
Raggiunsi camera mia fra le lacrime. Mi chiusi dentro e cominciai a tirare fortissimi pugni al muro fino ai lividi.
Fra me e me volevo scappare, andare più lontano possibile e.. Si volevo andare da mio padre. Quanto avrei voluto essere li con lui e dirgli che mi dispiace e che, come dice mamma, era tutta colpa mia. Mi sentivo morire e all'improvviso, mentre tenevo la testa fra le mani, vidi una luce chiara davanti a me.
-"Angelo!"- dissi tranquillizzandomi.
-"Mathilde.. Hai pianto?- mi chiese lui inginocchiandosi di fronte a me.
-"no no, mi sono solo lavata la faccia"- dissi singhiozzando.
L'angelo mi guardó e mi asciugó le lacrime. -"con me non devi parlare per forza, so benissimo che non stai vivendo un bel periodo ma devi essere forte. Noi sconfiggeremo il dolore."-
-"noi?"- lo guardai io
-"Certo, io non ti lascieró da sola"-
A quelle parole rabbrividí. La calma e la fermezza della sua voce mi facevano pensare a quella di mio padre quando mi facevo male e lui mi diceva di stare tranquilla e che sarebbe andato tutto bene.

La voce dell'angelo cadutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora