Erano solo le 18:00 e mi dedicai alla lettura del mio libro. Piú lo leggo piú ho bisogno di mio padre. Mi manca sentire la sua voce mentre mi racconta favole di paesaggi incantati e angeli caduti dal paradiso.
Quella sera si fece tardi, molto tardi e io rimasi fino a quando arrivarono mamma ed Eli sveglia a leggere il libro nuovo preso in biblioteca nel pomeriggio. Quando tornarono ridevano e scherzavano, forse si erano pure dimenticate di me. Ma non importa, dalla morte di papá sono abituata alla solitudine.Si fece giorno, i miei occhi rimasero appiccicati mentre la luce del sole li penetrava. Sembrava Una bella giornata!
Quella giornata però a scuola fu vuota perché mancava Alex e mancò per due settimane.
Cominciarono a venirmi dei dubbi perché non é mai mancato per così tanti giorni, ma gli altri dicevano che aveva la febbre.
In quell'afoso pomeriggio di inizio luglio mi arrivó un messaggio da Noemi e mi disse che Alex era all'ospedale e che gli avevano diagnosticato un problema molto grave all'aorta.
Il mio cuore si fermó quando lessi quel messaggio.
"Non può essere vero, non può essere vero"- urlai.
Presi le chiavi di casa e mi misi a correre verso l'ospedale. Era molto lontano da casa mia ma una forza mi spingeva a correre più forte che mai.
Fra una lacrima e l'altra arrivai. Entrai di corsa.
-"Mi scusi, Alessandro Verone dov'é?"- chiesi frettolosa all'infermiera.
-"sei una sua parente?"
-"ehm.. Cugina." Le risposi guardando in giro.
-"Stanza 2 reparto 4, ti concedo un quarto d'ora."
Corsi per le scale cercando il reparto 4. Lo trovai.
Appena entrai vidi Alex seduto sul letto che guardava il soffitto.
-"Alex"- dissi io guardandolo.
Appena mi vide si alzò di scatto dal letto e mi abbracció. Mi abbracció talmente forte da riattaccare tutti i pezzi rotti dentro di me. Le sue lacrime bagnarono la mia maglietta.
-"Mathy ho un problema al cuore, io.. Io non lo sapevo. Mi fanno un intervento la prossima settimana e quello deciderà se continuerò a vivere o no."
A quelle parole entrai in coma. Tutto intorno a me cominció a girare e si fece tutto nero.
Ci fu un brutto silenzio fra noi, il tempo passó spietato ed entró l'infermiera per dirmi che era scaduto il tempo.
Fu un dolore lancinante lasciare Alex. Mi sentí persa. Il fuoco dentro me.
Feci lentamente la strada per tornare a casa, ripensando alle parole di Alex che mi perforavano i timpani come martelli.
Non basta aver perso un padre e una famiglia, ora anche l'unica persona capace di capirmi e di far sorgere il sole nei momenti di tempesta.
Cominció a piovere. Le mie lacrime si mimetizzavano con l'asfalto bagnato e brillante.
Arrivai a casa fradicia.
-"dove sei stata? Non provare mai piú ad uscire senza il mio permesso perché ti sbatto fuori di casa hai capito bene?" Tuonó mia madre. Sul tavolo c'erano delle bottiglie vuote, probabilmente ha bevuto di nuovo.
Neanche le spiegazioni bastavano quando mia madre beveva, però se la prendeva sempre e solo con me.
Mi chiuse nella mia stanza.
Vicino a me c'erano i miei libri e dentro me l'inferno.
Mi addormentai, sperando che il giorno seguente fosse migliore di questo.
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La voce dell'angelo caduto
FantastikMathilde, una ragazza di 15 anni convive con il peso della morte di suo padre e la madre e la sorella che la escludono pensando solo a loro. Mathilde si sente sempre peggio, quando dal cielo scende un angelo che le cambierà completamente la vita all...