Capitolo 9

20 2 0
                                    

Un terribile incubo mi sveglió nel pieno della notte, mi alzai di fretta e per qualche secondo mi mancó il respiro.
Sempre il solito incubo, mia madre che prendeva un cuscino e cercava di soffocarmi mentre mia sorella filmava con il cellulare. Non so perché facevo spesso quell'orrendo sogno, ma non ne potevo proprio più.

Erano le 5:30 del 21 luglio, aspettai un po' di tempo credendo che Jev sarebbe spuntato come un fungo nella mia camera come ha fatto l'ultima volta ma di lui non c'era traccia.
-"Jev!"- urlai dalla finestra mentre una luce dal cielo sembrava indicarmi qualcosa. Lo guardai  e una nuvola luminosa formava una scritta: Jev e una freccia che indicava la strada per il Paese.

-"Cosa sta succedendo?"- Mi dissi preoccupata. -"Avrà bisogno di me"- Mi vestii e andai in cortile.

Trovai inciso su una corteccia un'indirizzo che conoscevo molto bene, era la vecchia casa abbandonata in cui giocavo sempre da piccola con Elisa.
Ero sicura che Jev avesse bisogno di me in quel momento è che qualcuno volesse che io andassi li a salvarlo.

-"Magari vogliono me, lui é solo un portante"- Cominciai a correre veloce verso la vecchia casa e cercai invana il volto di Jev nel cortile maltenuto con piante secche e fiori ormai appassiti. Inciampai su una bottiglia di birra rotta che si nascondeva fra le erbacce intorno ad un enorme arbusto e mi tagliai il palmo della mano da sotto il pollice fino all'anulare.
Perdevo molto sangue ma in quel momento la mia unica preoccupazione era trovare Jev e assicurarmi che stesse bene.

All'improvviso, fra le alte ortiche sentí dei versi è una terribile puzza di bruciato.
-"Chi c'è?"- urlai spaventata al vuoto girandomi in ogni momento.
D'un tratto scesero dal cielo 3 esseri volanti e mi accorsi che erano dei demoni. Uno era quello che avevo visto nel negozio.
Cercai di scappare e di usare qualche potere che mi aveva insegnato Jev ma non funzionavano e non riuscivo a capirne il motivo.
Mentre scappavo altri 2 demoni mi comparvero davanti bloccandomi da tutti i lati.

Ormai ero circondata e non sapevo cosa fare per liberarmi da loro.

-"Cosa volete? Non mi fate paura!"- gridai ai 5 demoni che mi accerchiavano e mi guardavano con occhi rossi e tremendamente inquietanti.

-"È lei?"- disse un demone indicandomi con il viso.
-"Si, l'erede al trono"- rispose il demone che già conoscevo.
Un demone che era dietro di me mi lanció una scossa tremenda sulla schiena e mi fece cadere in avanti sulle ginocchia.
Mentre gemevo sentì i demoni parlare fra di loro e riuscì a percepire il nome del demone che aveva inseguito me e Jev: Trevor.
Con le poche e ultime forze che avevo lanciai a Trevor un sasso spigoloso che avevo appena raccolto e gli scheggiai il mento. Cominciò a uscirgli sangue a fiotti -"Brutta furfante!"- mi urlò contro e passò la mano sinistra sul suo mento usciugando il sangue e appena la tolse il taglio era sparito e rimaneva solo la cicatrice, chiara e profonda.

Altri due demoni da dietro mi lanciarono scosse tremende e caddi a terra priva di sensi.

La voce dell'angelo cadutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora