Capitolo 6

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Mancavano pochi giorni all'intervento di Alex e io cominciavo ad essere sempre piú nervosa.

-"Hei tigre"- salutai Alex sedendomi sulla sedia vicino al letto dell'ospedale.
Cercavo in tutti i modi di farmi vedere forte e di non piangere davanti a lui anche se era dura vederlo in quello stato.
-"Mathy"- i suoi occhi si illuminarono vedendomi. "Come stai?"- continuó.
-"tutto bene, niente di nuovo" - dissi sorridendo.

Non volevo dirgli di ciò che stava accadendo, non mi avrebbe creduta se gli avessi detto che un angelo caduto dal paradiso mi stesse perseguitando.

-"io sono un po' in ansia per l'intervento Mathy.. Non credo di riuscire a superarlo."-
-"Alessandro Verone non provare mai più a dirlo, mi fai incazzare! Tu lo supererai eccome! Se no come faccio io senza di te?"- dissi alzandomi di scatto dalla sedia.
-" il mondo va avanti benissimo senza di me"- disse abbassando lo sguardo.
-"Bhe il mondo magari sí, ma io no. Tua madre no, tuo padre no e tuo fratello neanche. Pensa a loro. Pensa a me che se te ne vai non ho piú nessuno, rimango sola al mondo."

A quel punto i miei occhi si riempirono di lacrime e con tutta forza  che avevo cercai di tenerle dentro e non scoppiare davanti a lui.

Arrivó sua madre e io me ne andai salutandolo con un abbraccio che lui ricambió affettuosamente.
Mentre camminai nel corridoio per uscire dall'ospedale apparve di fronte a me l'angelo.

-"Ciao Mathy"- disse facendo un grande sorriso -"buone notizie"-
-" no ti prego angelo vattene, non ho testa per te adesso. Ma si può sapere perché continui ad importunarmi?"- tuonai io con aria arrabbiata.
-"E io posso sapere perché dopo tanto tempo mi chiami ancora "Angelo" e non Jev che é il mio nome? E poi non ti voglio importunare ma devo parlarti perché non sono ancora riuscito da quando sono sceso dal Paradiso."-
-"ok ok, cosa devi dirmi?"-

Mi diressi verso casa sulla bici e l'angelo mi affiancava volando.
-"ma gli altri riescono a vederti?"- gli chiesi.
-"certo che no, solo tu puoi."-
-"Ah perfetto quindi in teoria starei parlando da sola." Dissi accennando un sorriso.
-"Hei chiacchierona, accosta. Guarda lí."- mi indicó avanti dove una macchina aveva appena investito un cane di taglia grande.

-"oh caspita angelo fai qualcosa!"- gli dissi preoccupata scendendo dalla bici.
-"io non posso. Solo quando si combatterá la Grande Battaglia e gli angeli ne usciranno vittoriosi potrò riavere i miei poteri, ora ne ho pochi e non valgono una mazza."- disse Jev guardando il cane.

All'improvviso prese le mie mani, le guardó e disse: -"Mathy tu puoi farlo. Ne sono sicuro."-
-"che? Ma sei tutto scemo? Io non ho nessun potere!"- dissi togliendo le mie mani dalle sue.
-"Mathy tu lo puoi fare! Devi solo crederci. Dopo ti spiegherò tutto."-

Ci avvicinammo al cane, inerme e immobile sul freddo asfalto color fumo di Londra e mi inginocchiai davanti a lui.

-"C'è la puoi fare, appoggiagli tutte e due le mani sulla pancia."- mi disse con fermezza.

Io lo feci, anche se con le mani che mi tremavano.

-"ora devi metterci tutta la concentrazione possibile e chiudi gli occhi."-

Feci un sospiro profondo e poi chiusi gli occhi. Cominciai a pensare a tante cose e fra queste all'impossibilità di ciò che stava accadendo in quel momento.

L'angelo scosse la testa e mi disse: -" no Mathy devi crederci, io credo in te. Ce la puoi fare. Pensa a tuo padre."-

Alla frase "pensa a tuo padre" cominciai ad essere pienamente cosciente di quello che facevo e all'improvviso una luce fioca e gialla emergeva da sotto le mie mani.

-" si si! Bravissima Mathy brava!"- urló l'angelo sorridendo mentre il cane rinveniva lentamente.

Si alzó e cominció a leccarmi le mani e io non feci altro che accarezzarlo e sorridere a quello che avevo appena fatto.

Avevo ridonato la vita a un cane.

La voce dell'angelo cadutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora