La verità

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< perdonami>

È l'unica parola che esce dalla mia bocca.

Il mondo mi crolla addosso mentre guardo quei fogli con mani tremanti e le lacrime mi inondano il volto nel rivedere tutti i documenti che mi collegavano a lui

Perché? Come? Chi?

< perdonarti per cosa eh? Sentiamo!! Perché cazzo non me l'hai detto Ashley?> mi ringhia contro.

Lo sapevo, lo sapevo, era proprio questo che volevo evitare.

Non volevo che venisse a sapere,lo sapevo che mi avrebbe odiato.

< quando avevi intenzione di dirmelo?>

Mai.

Ma come ha fatto a scoprire? È questa la vera domanda. Tutti i documenti riguardanti il nostro legame sono in mano al FBI.

< Ashley,cazzo rispondi. Quando cazzo avevi intenzione di dirmi che tuo padre è un criminale ricercato?>sbotta irritato.

Non rispondo,ho troppa paura della sua reazione.

< porco di*, rispondimi>

Minchia,arriva pure a bestemmiare.Non resisto ancora un minuto in più qui dentro.

Mi alzo ma ogni mio tentativo di fuga viene bloccato da una sua mano che mi tiene ferma sul posto.

< LASCIAMI> urlo a pieni polmoni.

Si passa una mano tra i capelli scompigliandoli e si calma un po',visibilmente.

Si siede prendendo una sedia dal banco accanto e a gambe aperte poggiando gli avambracci sulla coscia,con una calma sovrumana mi dice

< perché non me l'hai detto?>

Okay,tanto calmo non lo è dato che con quelle poche parole,mi ha fatto venire i brividi.

< Ashley> mi rimprovera.

< perché non ti devono interessare le mie faccende private>

< questa non è una faccenda privata> dice portandosi le mani che prima erano intrecciate vicino alle ginocchia vicino alla bocca

< lo è,dimentichi che stai parlando di mio padre>

< dimentichi che stai parlando di un criminale che sta scassando le palle a tutta New York>

E il quel preciso istante,tutte le lacrime che avevo in corpo si riversano sul mio volto.

Le mie due paure più grandi si sono avverate.

È qui, lui è qui. Il mio incubo. È tornato mentre Christian mi ha già etichettato come la figlia di un crimine,come tutti..

Mi copro il volto per nascondermi, ma delle mani mi prendono i polsi e li allontana dal mio viso, si inginocchia davanti a me e con una voce dolce chiede

< cosa ti ha fatto?>

Non riesco a resistere a quei occhioni verde smeraldo che mi scrutano fin nel profondo del animo.

Ma no, non gli avrei detto niente. Lui non deve sapere, non deve avere pietà di me. Non può sapere la verità,non dopo avermi etichettato come la figlia di un criminale.

< NO> sibilo a denti stretti.

A quel punto si alza di scatto e con uno sguardo gelido dice

< questo non è una scelta Ashley, è un ordine.Dimmi che cazzo ti ha fatto> mi prende il mento tra le dita e mi costringe a guardarlo diritto negli occhi.

️Ma stavolta la mia volontà va a farsi fottere perché inizio a raccontare,a raccontare del mio passato,del mio incubo, di colui che è diventato il mio incubo. Inizio a raccontare,a raccontare dei abusi,a raccontare delle violenze e della trasformazione del uomo che un tempo consideravo il mio amato papà. Inizio a raccontare. A raccontare e a raccontare.

Sono come una valanga in piena perché non riesco a fermare,lo smeraldo dei suoi occhi mutano come del resto anche le sue emozioni. Vedo una miriade di emozioni passarli per ogni parola che pronuncio,alla fine, quando finisco di sfogarmi in mezzo a una pozzanghera di lacrime, domina solo l'impassibilità.

È impassibile. Mi osserva per qualche minuto e poi dice

< devi portarmi tutto ciò che hai di lui a casa>

Che cosa? Ma che cazzo? Come diamine si permetteva?

Prima che possa rispondere mi prende per un braccio e mi trascina con lui verso la porta che apre con forza facendo sussultare tutti coloro che erano dietro di essa.

Oddio,e se avessero sentito? No,ti prego,fai in modo che non sia così.

Non mi fa di nuovo finire,almeno di pensare,che mi trascina da Marco sbattendogli i documenti sul torace

< portamelo,vivo o morto>

No!

Lui non l'avrebbe fatto,era pur sempre mio padre, no!

< lasciami> sussurro abbassando lo sguardo.

Si gira e dice
< sta zitta e ....>

Non lo faccio finire poiché gli tiro uno schiaffo talmente forte da fargli mollare la fortissima presa che aveva sul mio polso,adesso rosso,e gli urlo contro con tutta la mia frustrazione mentre le lacrime che due secondi prima si erano fermati,si riversano di nuovo sul mio viso.

< CHI CAZZO TI CREDI DI ESSERE? EH? IO MI SONO CONFIDATA CON TE DI UNA COSA ESTREMAMENTE IMPORTANTE PER ME E TE CHE FAI?NIENTE,RIMANI IMPASSIBILE E HAI PURE IL CORAGGIO DI CHIEDERMI DI PORTARTI LE SUE COSE?CREDI CHE ME NE STARÒ CON LE MANI IN MANO QUANDO LO UCCIDERAI?SONO SUA FIGLIA A PRESCINDERE E ANCHE SE LUI NON È IL PADRE MIGLIORE DEL MONDO È MIO PADRE. NON È COMPITO TUO. SEI SOLO UN PEZZO DI MERDA,MI HAI ETICHETTATA COME SUA FIGLIA SENZA BATTER CIGLIO E VIENI PURE A FARE L'ARRABBIATO? FOTTITI VA>

< quando ti ho etichettato come sua figlia?> chiede toccandosi la guancia mentre faceva di tutto per non scoppiare a ridere.

Allora mi prende per il culo!!!

< CHE CAZZO TI RIDI IMBECILLE? LO HAI FATTO INTENDERE> urlo di nuovo per poi scappare sotto lo sguardo vigile di tutti verso quella che per il momento mi sembrava il luogo più sicuro,anche se tra poco non sarebbe più stato,cercando di capire se sfiorarmi prima il polso o la mano che gli ha tirato uno schiaffo.

Fa male!!

Apro la porta di casa e mi precipito in camera mia sbattendo la porta e scivolando sul pavimento facendomi sopraffare dai ricordi.

***

< papà....

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