Piacere sharon...

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"LEVAMI QUELLE MANI DI DOSSO"

Nulla, più glie lo chiedevo più stringeva, che palle.

"Ora muoviti e smettila di lamentarti"

Sono bloccata da uno sbirro che mi tiene le mani strette una all' altra.
Ormai sono dentro e...

"Salve signorina, lei è qui per i suoi genitori vero?"

Non risposi, mio padre mi ha sempre detto di non fidarmi di quella gente lí.
Mi fecero accomodare in una stanza enorme, con una decina di letti a castello. Mi portarono vicino a un letto, erano duri si capiva dallo spessore quasi inesistente del materasso, le lenzuola erano bianche, l'unica cosa colorata erano le pareti. Rendevano quel posto meno cupo e brutto, erano di un colore giallo, si, giallo canarino. Sul soffitto c'erano disegnate delle nuvole in un cielo solato. Presi lo zainetto sprovvisto di vestiti, dentro ero riuscita a mettere le cose esistenziali, il mio mp3 con le cuffiette, 5 romanzi lunghi 800 pagine l'uno e un album con le foto di me, la mia migliore amica e la mia famiglia. Il tempo di mettere lo zaino sotto il cuscino che mi diedero 5 minuti per cambiarmi e mettere la divisa.
Appena pronta, lo sbirro mi prese dal braccio e mi portò in una sala gigante, la sala da pranzo. Quasi tutti si girarono verso di me, lo sbirro mi portò in un tavolo vuoto.

" Non provare a muoverti"

Io allora misi i piedi sul tavolo per mostrare che non mi sarei mai fatta sottomettere da uno sbirro.
Lui andò a prendermi un vassoio con; insalata, una fetta di pizza, un tè al limone, una bottiglietta di acqua e un pezzo di torta. Bel menù per una comunità. Lo sbirro si riavvicinó e mi porse il vassoio.

"Leva quei piedi dal tavolo"

"Nah, sono comoda"

Ci fu qualche risata, poi si ristabilí il silenzio.

"Portami rispetto sharon, hai capito?

"No, sbirro, portami tu rispetto"

"Senti cambia comportamento con me, sono un' adulto"

" Non cambia la situazione"

"Si vede che tuo padre da solo non è riuscito ad educarti, senza tua madre era inutile, tale è quale a lui"

Mi alzai e gli tirai un pugno diretto vero la faccia, ma mi bloccò.

" Non provarci più"

" Senti, sbirro, tu tocca la mia famiglia e la tua pistola te la ritrovi puntata in testa"

" Ti aspetto allora"

Ora sono ancora più d'accordo con il parere di mio padre, riguardante gli sbirri. Sono solo degli str*nzi. Inutili. Bravi solo a rompere i cogli*ni.
Lui si allontanò e io mi rimisi a sedere.

" Vedi di non combinare guai, vado a vedere chi è adatto a te, per riuscire a farti tornare in riga"

Rimasi zitta.

"Hai capito o devo ripetere?"

" Fottiti"

Lui uscí sbuffando, ormai era abituato alla mia mancanza di rispetto verso i suoi confronti. Mi misi a mangiare la pizza e arrivó una ragazza al mio tavolo.

"Posso sedermi qui?"

"Siediti dove vuoi"

"Grazie, come ti chiami?"

"Sharon"

"Bel nome"

"Grazie, tu invece come ti chiami?"

"Giada"

" ci sta"

"Quanti anni hai?"

"15"

il problema siamo noi ~Ciro Ricci~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora