song nu boss...

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Ero in studio, avevo un sacco di cose da fare nell'ultimo periodo.

Gennaro mi era sempre rimasto accanto, e la libertà che avevamo all'inizio svanì. Quella volta al mare, fu l'ultima. L'ultima volta che mi divertii veramente.
Stare tutto il giorno in studio era pesante, stavo dietro a un sacco di fogli.

Ero riuscita a mantenere la parola che feci a mio padre. Papà era morto da ormai 3 anni. Mi mancava come il fiato, ma non potevo permettermi di prendermi una pausa, perché ormai se non c'ero io, andava tutto a rotoli. Ormai ero maggiorenne, ma non ero riuscita a spassarela come una ragazza normale della mia età.

Nonostante ciò anche se potessi tornare indietro nel tempo, non cambierei la mia scelta. Infondo la mia vita mi piaceva, la malavita era la MIA vita.

Avevo un sacco di multinazionali in giro per il mondo.
Ero una vera e propria donna d'affari. Per lo Stato ero la più ricca donna d'Italia, ma per il Sistema ero la più grande camorrista di sempre.

Lo stato era al nascosto del vero scopo delle mie multinazionali. Lo Stato non controllava mai i carichi che importavo ed esportavo. Anche perché ero il pilastro portante dell'economia in Italia. Senza di me l'Italia sarebbe andata in fallimento, ci avrebbe messo mesi, anni, per riuscire a risistemare tutto.

Aveva progettato dei telefoni di ultima generazione.
Erano un vero e proprio spettacolo, onestamente.
Ero riuscita a progettare e creare dei telefoni in vetro trasparenti. Come quelli di Henry Danger, per capirci. Una vera e propria bomba. Ma le multinazionali servivano soprattutto ad importare ed esportare droga e denaro. Il denaro della droga era pari a quello che prendevo grazie alle aziende sparse per il mondo.

Avevo diecimila dipendenti in tutto il mondo.
Un terzo di quelli erano miei scagnozzi, che la notte si occupavano dello spaccio della droga.

Ero temuta da tutti. Tutti i clan erano sottomessi da me. Ma nonostante ciò la lucidità non mi abbandonò mai. Volevo mandare avanti la mia carriera. Quella dell'azienda non mi dispiaceva affatto, ma il vero motivo del mio orgoglio era il fatto che ero diventata ciò che mio padre sognava diventassi.

Ogni tanto andavo in missione con Gennaro, per "controllare come andasse nelle diverse multinazionali" in realtà era soltanto per sistemare le cose. O firmavo con altri clan per avere la loro lealtà, o per sistemare qualche coglione che non aveva ben chiaro chi fossi.

Avevo come circa 10 multinazionali per il mondo, tre in Colombia, tre nel Nord America, una ad Amsterdam, due in Brasile e una in Cina.  Quindi avevo una cosa come 20 case in giro per il mondo. In Italia ne avevo 5 tutte a Napoli. Napoli era la mia città, non l'avrei mai e poi mai lasciata. Avevo tutte ville, ma non volevo vantarmi immezzo alla mia gente, infatti non ho mai cambiato rapporto con la mia Napoli. Avevo fatto creare diversi campetti da calcio per i ragazzini della strada. Avevo una casa nei quartieri spagnoli, dove ogni volta che tornavo avevo i ragazzini che mi seguivano fin sotto casa coi motorini e le trombette. Ogni volta gli ospitavo nella mia villa per fare feste e fargli capire che erano loro la mia famiglia, e che per me i soldi volevano meno di zero. Una villa a Scampia, due a secondigliano e una vicino alle vele. Erano tutti fratellini e sorelline lì. Ormai ero la sorella maggiore/minore di tutti. Mi vedevano come la salvatrice di Napoli. Un pò come Robin Hood. Prendevo i soldi dai chiattilli, per darli ai miei fratelli. Sapevano ero diversa dai chiattilli. Sapevano non avrei mai voltato le spalle alla mia gente, e mai lo farò.

Fra 2 giorni sarei dovuta partire per andare a Los Angeles, che c'era un acquirente difficile. Aveva rovinato un'auto dal prezzo di 5 milioni di dollari.
Non mi importava troppo del danno, che tanto ormai di soldi ne avevo, ma ha sbagliato persona. Quindi devo farglielo capire con le cattive. Vedremo se un proiettile dritto nel petto, detterà parola al posto mio.

Entrò di colpo Gennaro nello studio.

"C sta nu problem"

"Ch rè?"

"Ricci"

"Che problema c stà?"

"Vogliono il nostro appoggio, Ciccio Yorker ha rubato tutto il carico del Portogallo"

"Nun c sta nisciun problem, c parl i con Ricci"

"Vabbuon"

Uscì decisamente più calmo.
Ricci, Ricci, Ricci, mi ricordava qualcosa, ma non ricordo cosa. Vabbè ci dormirò su. Con tutti i clan alleati che abbiamo, e normale averlo sentito.

Intanto feci la ricerca su Ciccio Yorker.
Era un grande narcotrafficante, si spostava tra la Colombia e New York. Un pezzo per niente grosso, facile da mettere in scatola. Vedremo se basterà un proiettile nella gamba o se dovrò andare più in alto.

il problema siamo noi ~Ciro Ricci~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora