stong ca p te

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La direttrice mi fece andare in ospedale il giorno successivo col comandante.

Andammo subito nella sua stanza, dopo aver chiesto ad una dottoressa quale fosse la camera di Ciro Ricci.

Era la numero 153...
Entrammo e trovammo un dottore che stava sistemando il sacchetti attaccato alla flebo.
Appena ci vide chiesi spiegazioni, con gli occhi lucidi e le gambe che mi tremavano per paura che non riuscisse a farcela.

"Il signor Ricci ha perso parecchio sangue, pensiamo sia necessaria una trasfusione di sangue"

"Ma lui ora dorme?"

"È in coma signore"

A quelle parole, mi sentii le gambe cedere, non poteva morire. Non ora. Era troppo giovane. Aveva ancora una vita davanti. Mi misi a piangere sul petto del comandante che mi appoggiò ad una sedia quando vide che non riuscivo a mantenermi in piedi.
Guardai Ciro e pensai a tutti i momenti belli e a tutte le sue scenate.

Sorrisi debolmente. Rimasi lì 2 orette, seduta su quella sedia scomoda. A guardare l'amore della mia vita su un lettino dell'ospedale, in bilico tra la vita e la morte.

Non avevo le forze nemmeno di parlare. Ogni tanto entrava il comandante per vedere come andava.

Non gli rispondevo, stavo solo lì ferma a fissare quel ragazzo, che mi fece perdere la testa fin da subito.

Ero quasi incantata. Guardavo i suoi battiti quasi inesistenti. Pensare che era vivo solo grazie ad una macchina, era strano. Un ragazzo così forte, in vita solo grazie ad un macchinario.

Il comandante mi avvisò, che fra 5 minuti ce ne saremmo dovuti andare via. Perché non potevamo assentarci troppo.

Io allora mi alzai, mi sedetti su un piccolo spazio del letto accanto a Ciro e presi la sua mano. Era fredda. La strinsi tra le mie e inizia a piangere più forte. Incontrollatamente. Mi accasciai sul petto di Ciro e lo baciai.

"Ce la farai amore mio, ne sono certa"

Lo ribaciai appassionatamente, con la paura che fosse l'ultima volta che l'avrei potuto baciare.

Dopo poco mi alzai, lo baciai per l'ultima volta, e uscii dalla stanza.

"Mi manchi, ti prego svegliati presto, non c'è la faccio senza di te"

Uscii dalla stanza e piangendo, in preda al panico ritornai all' IPM.

...

Erano passate esattamente 4 settimane da quel giorno in ospedale. Ci andavo quotidianamente. Gli parlavo ogni giorno di cosa mi succedesse.
Gli parlavo, anche se magari neanche mi poteva sentire.

Ero tranquillamente in mensa, quando mi si avvicinò il comandante, avvisandomi del fatto che se Ciro non si fosse risvegliato entro 1 settimana, sarebbero stati costretti a staccare la spina e spegnere i macchinari.

Allora ci dirigemmo in ospedale
Ed eccomi un'altra volta qui. Su quella sedia in preda ad un attacco di panico mentre pregavo che Ciro si risvegliasse.

"Amore mio ti prego svegliati.
Non puoi lasciarmi sola"

Ero la che piangevo e fra un singhiozzo e l'altro, mi addormentai con la testa accanto all'addome di Ciro.

*BIP BIP BIIIIIIIP*
CIRO NOOOOO
NON LASCIARMI
-SIGNORINA DEVE ANDARSENE
NOOO NON POSSO LASCIARLO ORA
-SIGNORINA È MORTO
NOOOOOOOO
**

Mi svegliai tutta sudata con la faccia bagnata dalle lacrime. Arrivò il comandante che mi disse di andarcene. Ma non volevo.

"Comandante la prego mi faccia restare qui in ospedale"

"Non posso Sharon, lo sai"

"La prego, non voglio lasciarlo solo"

Si avvicinò a me e mi accarezzò la schiena.

"Sharon è forte, ce la farà"

"Io non voglio perderlo comandante"

"Non lo perderai"

"E se muore quando non ci stiamo? Non voglio che una chiamata mi dica che l'uomo che amo è morto"

"..."

"Comandante la prego, la scongiuro... allungatemi la pena, mettete le guardie fuori dalla camera o anche dentro, ma io non posso lasciarlo ora"

"Non ti assicuro nulla"

"Grazie comandante"

Lo abbracciai e ritornai accanto a Ciro, accarezzandogli la faccia. Non lo mollavo più. Non volevo rischiare di perderlo.

Il comandante mi aveva dato l'ok, potevo stare in ospedale ma solo lì. Non potevo spostarmi.
Fecero mettere due gaurdie fuori dalla camera e il comandante alcune volte veniva in ospedale per sapere come stavamo.

...

Mi svegliai con dei dottori attorno.
Il comandante mi fece alzare e cercò di portarmi fuori, ma rimasi ferma.

Entrarono 2 persone. Un uomo e un ragazzo.
Il signore mi baciò la fronte ed il ragazzo mi abbracciò con fretta.

Rimasi scioccata dalla scena, chi erano quelli?
Come mai mi avevano trattata così?

Ancora scossa rimasi lì a vedere e ascoltare la scena.
L'uomo baciò in fronte Ciro e il ragazzo fece lo stesso.
Si misero vicino a Ciro e il dottore parlò.

"Signor Ricci, in quanto tutore del minorenne Ciro Ricci, acconsente a staccare la spina e così interrompere tutto, spegnendo il cuore del minore?"

-allora erano Don Salvatore e Pietro quei due-

Vidi i suoi occhi farsi lucidi, e giuro di aver visto una lacrima scendergli sul viso. Si avvicinò a Ciro gli sussurrò qualcosa, lo ribaciò in fronte.

"Si acconsento"

Mi buttai davanti al letto, dividendo il dottore da Ciro.

"NON GLIE LO PERMETTO"

BIP BIP BIP BIP BIP

"CIRO NON MERITA DI MORIRE, NON GLI STACCHERETE LA SPINA PROPRIO ADESSO, IO GLI PARLO OGNI GIORNO, SO CHE È VIVO, E NON PERDERÒ DI CERTO ORA LE SPERANZE. NON GLI FARETE NULLA, NON FIN QUANDO CI SARÒ IO QUI"

"Signorina"

"SIGNORINA NULLA, CIRO HA BISOGNO SOLO DI TEMPO, E IO LO ASPETTERÒ ANCHE PER ANNI SE NECESSARIO, MA VOI NON STACCHERETE LA SPINA ORA"

Vidi tutti sorridere.

"Ammor mij"

Riconoscerei quella voce tra un miliardo.
Mi girai piangendo come una scema.

Lo vidi lì, sveglio, che mi guardava e sorrideva.

"Non è possibile"

Mi buttai sopra di lui e lo strinsi più forte che potevo, e lui ricambiò. Lo baciai, fu il bacio più lungo di tutta la mia vita.

"A pantera nera nun mor mai"

Sorrisi e lo ribaciai.

"Hai sentito? Ho sempre lottato, non ti ho abbandonato un solo istante. Non ho mai perso le speranze, lo sapevo che ti saresti risvegliato"

"Ho sentito tutto, dalla prima parola all'ultima da quando stavo in coma"

Arrossiii e ci mettemmo a ridere, mi sdraiai accanto a lui e intanto tutti lo salutavano.

Rimasi attaccata a lui tutto il tempo. La notte dormii lì, abbracciata a Ciro.
Il dottore aveva detto che fra 4/5 giorni se andava tutto bene sarebbe uscito. Non avrei potuto avere notizia più bella.

...

il problema siamo noi ~Ciro Ricci~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora