31ˢᵗ 𝙳𝚎𝚌𝚎𝚖𝚋𝚎𝚛

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Quel giorno. Quel maledetto giorno. Christian quasi lo odiava. Anzi, togliamo il quasi. Christian provava un odio profondo verso quel giorno. Gli faceva rivivere, contro la sua stessa volontà, tutto l'anno passato con tutte le sensazioni annesse. Davanti ai suoi occhi, in momenti completamente causali, gli passavano scene di quell'anno e le riviveva, complete di emozioni provate e dialoghi recitati come se facessero parte di un noioso copione: come una litigata, o la rottura con la sua ragazza o scene imbarazzanti. Il peggio capitava quando si vedeva come se lo stesse guardando qualcun altro, come se dal suo corpo uscisse un fantasma per vederlo in terza persona. Arrivava a chiudersi in camera in quel giorno, i suoi lo sapevano e sua sorella non lo tormentava com'era solita fare.

Suonò la sveglia, puntata a basso volume alle 7 del mattino per non svegliare gli altri pronta ad annunciare una nuova giornata. 

Appena aprì gli occhi, una sensazione non proprio positiva lo investì e gli creò una fitta in pieno petto, prendendo anche lo stomaco. Solo una cosa poteva significare: sarebbe successo qualcosa. Involontariamente, iniziò a torturarsi le mani com'era solito fare in situazioni di ansia o anche solo agitazione. La sua mente corse subito a Mattia girando la testa a guardarlo, pensando a lui o che ne sarebbe stato coinvolto. Così decise che quel giorno non avrebbe avuto contatti con nessuno, solo per lo stretto necessario. Il solo pensiero di dovergli stare lontano, lo fece sentir male, molto male. Odiava stargli lontano: gli mancava durante le lezioni, figuriamoci stargli distante un giorno intero! Sapeva già che avrebbe fallito in partenza, ma decise di provarci lo stesso, per evitare di rovinare il rapporto bellissimo e molto particolare che avevano.

Ma la consapevolezza di che giorno fosse quello, lo colpì come una cascata gelata. La mente fu invasa da ricordi, più brutti che belli e cercò di chiuderla, fallendo miseramente. Si alzò e fece colazione velocemente, nella casetta immersa nel silenzio e si cambiò. Prese il necessario e dopo aver lasciato un piccolo bacio leggero sulla fronte di Mattia uscì dalla casetta. 

Non sapeva perché prese quell'abitudine, sta di fatto che quel gesto gli migliorava di gran lungo la giornata. Aveva il coraggio di farlo solo quando Mattia non era sveglio e sperava di non essere mai stato sgamato. Se il biondo lo avesse scoperto, il più grande si sarebbe sotterrato sotto tre metri di terra. Arrossiva ogni volta che lo faceva ma non gli interessava. Sapeva alla perfezione cosa volesse dire ma cercava sempre di rilegarlo da qualche parte nella sua mente e di scacciarlo via dal cuore, non riuscendoci mai. Non era colpa sua, non voleva soffrire e non voleva per nulla al mondo perdere quel biondino con due zaffiri. Finché non avrebbe avuto segnali da parte del più piccolo, si decise di non fare nulla e di guardarlo e amarlo in silenzio e da lontano.

Ora si trovava in palestra, nonostante avesse il giorno libero, apposta per evitare tutti gli altri. Stava scaricando la tensione che gli si accumulava quel giorno e stava fallendo anche in quello. La danza era l'unica cosa che lo liberasse da quei pensieri e, per la prima volta nella sua vita, non la riconobbe. Questo lo fece innervosire, con l'aggiunta dell'odio che riservava per quel giorno, lo mandò su tutte le furie. Non sapeva con chi prendersela e se la prese con sé stesso, chiudendosi a riccio e non lasciando entrare nessun altro dentro di lui. 

Rimase in sala tutta la mattina, ignorando il telefono rosso della produzione che continuava a squillare pensando che fossero i suoi compagni che lo cercarono. Alzò sempre di più il volume della musica per sovrastarlo, finché non si stufò e rispose malamente:

"Pronto?" domandò con voce scocciata.

"Finalmente il signorino si è degnato di rispondere" esclamò Mattia incazzato ma anche ferito allo stesso tempo, cosa che il moro non notò "pure scocciato eh" disse Mattia, con la rabbia che aumentava.

Il senso di colpa si fece strada dentro di lui: Mattia non aveva colpe e lui gli aveva risposto malissimo. 

"Matti" la sua voce si addolcì, sentendo la voce del biondo "scusami, scusami tanto. E' solo che... Che stavo ballando" spiegò con voce più dolce. Mattia gli faceva quell'effetto e non gli piaceva trattarlo male. Non sopportava quando stava male, figuriamoci se stava male a causa sua. 

𝐼𝓁 𝓈𝑜𝓁𝑒 𝑒 𝓁𝒶 𝓁𝓊𝓃𝒶 || ᴢᴇɴᴢᴏɴᴇʟʟɪDove le storie prendono vita. Scoprilo ora