𝑨𝒍𝒐𝒏𝒆

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Pov Mattia

Era una normalissima giornata come un'altra in casetta, Mattia si alzò alle 6:30 preciso, si cambiò e andò in cucina a fare colazione. Era sempre uno fra i primi ad alzarsi, così aveva la cucina libera per sé. Si preparò un po' di latte e si sedette su uno sgabello e mangiò tre o quattro biscotti. Intanto la sua mente prese a pensare a quei mesi lontano dalla sua famiglia e dal suo paese. Si rese conto che adesso l'abitudine era quella e pensare ad un futuro non più lì era come una cosa impensabile. Era la sua attuale routine, fatta di azioni e abitudini ormai automatiche. Ci impiegò poco ad abituarsi ai ritmi delle lezioni, alla nuova casa e a tutto il resto. Lui era sempre stato un ragazzo autonomo e questo lo agevolò ad ambientarsi, nonostante avesse sempre la testa fra le nuvole.

Ma in particolare, era una cosa a cui non si era ancora abituato, o meglio, ad una persona: Christian.

Aveva legato tantissimo con quel ragazzo moro, con gli occhi verdi e con lentiggini posizionate come se un pittore avesse preso un pennello con della tempera bianca e lanciata a caso sul cielo blu per fare le stelle, ma non aveva dipinto solo stelle, aveva un'intera galassia su quel viso. E lui amava quella galassia. Quel ragazzo lo mandava in confusione totale, lo bloccava.

Era stato uno tra i pochi, all'inizio, a credere in lui. Tutti tifavano per Nunzio, ma Carola l'aveva detto subito senza esitazione che secondo lei sarebbe entrato Mattia e, secondo il biondo, se Maria l'avesse chiesto anche a Christian era sicuro che avrebbe detto il suo nome. L'ha capito da come lo guardava, da come aveva il suo sguardo cucito addosso, l'ha capito da come aveva esultato appena Raimondo disse il nome, da come l'ha abbracciato appena prese in mano la maglia o per il fatto che indicò proprio lui durante la sua coreografia di "Tu mi hai capito" proprio quando Madame disse quella frase. Piccoli dettagli che in realtà per lui hanno fatto la differenza. Piccolissimi dettagli che gli hanno dato la forza di andare avanti in quella settimana infernale fatta di prove costanti e insicurezze su tutto.

"EHY!!"

Mattia fece un salto sullo sgabello rischiando di cadere giù e di far cadere la tazza piena di latte e si girò spaventato verso colui che ha urlato.

"Alex ma sei cretino?" chiese il biondo portandosi una mano sul cuore come per calmarlo.

"Erano cinque minuti buoni che ti chiamavo ma tu niente" alzò le spalle indifferente. Si avvicinò e girò intorno all'isola della cucina mettendosi davanti al biondo. "Allora, vuoi dirmi perché eri così tanto pensieroso alle 6:30 di mattina? E sì, sono un ottimo psicologo" chiese sbadigliando e sorridendo dopo.

Il biondino ci pensò un attimo, poi iniziò a parlare con l'ultima persona che si sarebbe mai aspettato. All'inizio pensava di andare da Carola, ormai la vedeva come sua sorella maggiore oppure da Luigi. Invece si ritrovò in cucina a parlare con Alex che si stava facendo un tè caldo.

"Quindi ricapitoliamo la faccenda" disse Alex massaggiandosi le tempie come per capire meglio "Sei confuso sul tuo orientamento, ti piace Christian ma non ne sei sicuro al 100% e hai paura di un possibile rifiuto o rottura della vostra amicizia. Corretto?" chiese.

"Sì?" chiese a mo di domanda. Adesso che aveva detto quelle cose ad alta voce, da una parte si sentiva più libero e con un peso in meno, dall'altra si imbarazzava a morire. Infatti aveva abbassato la testa perché leggermente rosso in faccia.

"Ei Matti, stai tranquillo. Non ti devi imbarazzare per queste cose. A diciassette anni è normale provare certe cose, soprattutto se non ti imponi tu dei paletti. Vorrei tornare indietro anche io per fare certe esperienze" disse con l'aria di chi ne avesse vissute tante.

"Ma se hai solo ventun anni" rise il biondo.

"Guarda che sono tanti eh" scherzò il moro con un'espressione seria sul volto.

𝐼𝓁 𝓈𝑜𝓁𝑒 𝑒 𝓁𝒶 𝓁𝓊𝓃𝒶 || ᴢᴇɴᴢᴏɴᴇʟʟɪDove le storie prendono vita. Scoprilo ora