Pov Christian
Lui era lì, lo vedevo ma non lo sentivo. Se ne stava al centro dello studio, sulla stellina rossa nella scritta di Amici bianca su sfondo blu del pavimento. Cantava e io lo sentivo solo a tratti.
Luca cantava per le radio e io lo sentivo come un sottofondo, cantavo ma non ero per niente lì con la testa. La musica mi stava inconsciamente trasportando anche se ben sapevo quale direzione stessi prendendo.
Cantavo e vedevo solo quegli occhi, i suoi.
Cantavo e davanti avevo solo una persona, lui.
Cantavo e la dedicavo solo a quella persona, lui.
Cantavo e la sentivo vicino, quella persona, lui.
Cantavo per lui.
Lui e lui soltanto.
Il testo lo sentivo come nostro, come mio per lui. Non so se potesse andare bene a Luca che la usassi come dedica, la sua canzone, ma non mi importava in quel momento.
Ero al mio banco, come al solito in alto a destra in seconda fila, ed ero solo. Solo con la mente nonostante fossi circondato da tante persone.
Mi sentivo solo.
Mi sentivo come Niccolò in Skam Italia e un po' iniziavo a capirlo quando diceva che si sentiva da solo in mezzo ad una marea di gente.
Tenevo sempre la testa bassa. Guardavo le esibizioni passarmi davanti agli occhi senza vederle veramente. Ogni musica che partiva, vedevo lui. Rivedevo molto chiaramente ogni esibizione che aveva fatto perché le sapevo a memoria; avrei potuto rifarle anche ad occhi chiusi. Le avevo viste tante e tante volte su qualsiasi tipo di social ma non mi stancavo mai.
Stavo male, molto male. Mangiavo poco e niente, ero sempre in disparte e avevo fatto capire agli altri con pochi sguardi che volevo che mi lasciassero solo. Soffrivo e sentivo di meritarmelo, come se fosse colpa mia di tutto questo. Ogni volta che ci pensavo, mi si attorcigliava lo stomaco e il cuore sanguinava sempre di più.
Eppure la colpa non era mia. Io non c'entravo niente. Non potevo controllarla una cosa del genere. Non potevo nemmeno controllare il cuore, almeno, non il mio.
Ero stato stupido, non avevo capito niente. Avevo detto delle cose che volevo rimangiarmi e riprenderlo indietro. Mi mancava da morire, e non lo sentivo da neanche quindici giorni. Sapevo di aver sbagliato e lo avevo ammesso a me stesso accettandone anche le conseguenze che portava tutta quella storia. Volevo chiamarlo e spiegargli, chiarire con lui, ritornare ad un noi. Sempre se c'era mai stato un noi; in quel caso, volevo assolutamente crearlo.
Mi avrebbe risposto? Mi avrebbe chiuso la chiamata in faccia? Mi avrebbe mandato a fanculo senza neanche ascoltarmi? Mi avrà rimpiazzato? Mi avrà dimenticato?
La consapevolezza di aver sbagliato era chiara, ma il non poter avercelo davanti per risolvere e parlare era molto difficile, se non impossibile. Il solo pensiero di essere stato dimenticato o anche solo rimpiazzato, mi faceva male da morire. Mi faceva soffrire dentro. Mi stava logorando dentro, con il cuore sanguinante e lo stomaco attorcigliato su sé stesso h24.
Lo sai volevo solo te
ma quando parlo già lo sai
che il cuore l'hai spezzato ormai.
Ci eravamo urlati di tutto quel giorno senza mai porre rimedio. Ci eravamo salutati senza neanche guardarci in faccia, con sulle spalle e sul cuore ancora il peso di quel problema. Io volevo risolvere, ma lui faceva finta di niente, come se nulla fosse successo. Io volevo solo chiarire per mettere un punto a questa storia per poi, magari, aprire un nuovo capitolo, tutto nostro.
STAI LEGGENDO
𝐼𝓁 𝓈𝑜𝓁𝑒 𝑒 𝓁𝒶 𝓁𝓊𝓃𝒶 || ᴢᴇɴᴢᴏɴᴇʟʟɪ
RomanceRaccolta one shot su Mattia e Christian di Amici21 ma anche durante Amici22 !! storie inventate da me, fino a prova contraria la loro è solo una fortissima amicizia (che io personalmente invidio tantissimo). !! !! In continua revisione !!
