Caso 9: Amicizia

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Il caso amicizia è la denominazione con il quale vengono attualmente indicati una serie di incontri ravvicinati del terzo tipo, avvenuti presumibilmente in Italia, nella zona attorno a Pescara, sulla costa adriatica dell'Abruzzo, iniziando nell'anno 1956 fino a circa il 1978. Questi incontri sarebbero andati molto al di là del semplice avvistamento, dello scambio d'informazioni, esortazioni e messaggi, fino a sfociare nello scambio di beni, alcuni espressamente richiesti dai sedicenti esseri extraterrestri "W56" (come frutta e il minerale cesio).

Ecco a voi una dichiarazione di un intervistatore giornalista che fa a Gaspare de Lama, trogiamo direttamente le sue parole e l'intervista raccontata da lui.

"Io mi interessavo già di ufo, come ufologo dilettante "- comincia il suo racconto. "All'epoca non c'erano riviste che ne parlassero. Un giorno vedo un libro, scritto dal console Alberto Perego, che è stato il primo ad aver davvero capito tutto. Gli ho scritto, è venuto a Milano a casa mia a trovarmi con i suoi libri, sono diventato molto amico. Era un uomo stupendo, un idealista magnifico. Da ultimo lo mandarono in Brasile, a Belo Orizonte: l'hanno relegato là perché parlava di ufo, negli ambienti diplomatici lo chiamavano il 'console pazzo'. È stato lui a farmi capire tante cose.

In seguito ho trovato un articolo su un settimanale e ho scritto al giornalista una lettera semplicissima. Dopo qualche giorno, ho ricevuto una sua telefonata: chiedeva di vederci. È venuto a casa mia la sera stessa, c'era anche mia moglie: un tipo molto simpatico, molto affabile. Mi ha detto tutto: mi ha parlato di basi aliene, ripetendomi le stesse cose che mi aveva detto Perego. Qualche giorno dopo, mi ha fatto conoscere Bruno."

Il console, il giornalista e Bruno- ovvero, Bruno Sammaciccia. Grazie a loro, Gaspare De Lama viene a conoscenza di una realtà a dir poco incredibile: un gruppo di extraterrestri, insediati in una base sotterranea in Italia, si è manifestato ad alcuni giovani di Pescara. Il contatto avviene nella primavera del 1956, durante un'escursione (con tanto di caccia al tesoro) che Bruno compie con gli amici Giulio e Giancarlo alla Fortezza Pia, una rocca che domina Ascoli Piceno. I tre vengono avvicinati da due esseri in tutto e per tutto dall'aspetto umano, ad eccezione delle loro dimensioni: uno è alto poco più di un metro, l'altro circa tre.

Dopo questo primo incontro, ne avvengono molti altri ai quali partecipano sempre più persone. Il gruppo degli amici si allarga con il passaparola e ne entra a far parte anche Gaspare De Lama insieme a decine di altri "insospettabili": professori, ingegneri, operai, giornalisti, impiegati, casalinghe, persino (dicono...) un futuro Premio Nobel. Tra di loro li chiamano "W56"

Ma all'esterno non trapela nulla: per decenni l'intera vicenda rimarrà un segreto. Il Caso Amicizia esplode solo nel 2007, quando Sammaciccia, poco prima di morire, chiede all'amico Stefano Breccia di mettere per iscritto quei fatti straordinari di cui era stato testimone per mantenerne per sempre il ricordo. Il libro "Contattismi di massa" svela la storia al mondo e scatena una ridda di polemiche.

Un racconto assurdo, testimoni inaffidabili, totale assenza di prove: gli scettici mettono in dubbio l'intera vicenda e gettano discredito su alcuni dei protagonisti. Sembra una grande truffa o un colossale scherzo, anche se non si sa bene a vantaggio di chi e per quale scopo. Ma adesso davanti a me c'è un uomo che quelle esperienze dice di averle vissute davvero e ne serba ancora un ricordo vivido, a distanza di tanti anni. Esperienze che lo hanno segnato e cambiato, ma che di certo non lo hanno reso né ricco né famoso. Ecco perché sono qui: per ascoltare.

"Tra noi non c'erano capi o sottocapi, ma Bruno era colui che teneva un po' le fila. Aveva anche un nucleo impiantato da loro vicino all'orecchio, come se fosse una specie di cellulare, con il quale poteva ricevere telepaticamente. Era un uomo stupendo, molto 'caliente', molto colto, devoto di san Francesco e dei frati francescani. Mi ha tenuto per mano fino alla fine di questa mia esperienza durata 5 anni, alla quale devo molto, devo tutto. Davanti a lui ho cominciato a vedere i loro apporti, quando pioveva giù dal soffitto del materiale, ad esempio bobine con le loro voci incise, con le indicazioni su cosa fare, oppure erano loro a richiedere la frutta- interi camion di frutta che sparivano ..."

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