15. Kodi - il tempio della luna

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15. Kodi – il tempio della luna

    Kodi – il tempio della luna

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"Quest'isola è un'altra cosa. Incantevole spazio intorno e distanza da viaggiare, nulla di finito, nulla di definitivo. È come la libertà stessa."




Rexbeccus era stato un buco nell'acqua, pensò amareggiata. Non tanto per lei, che era sempre entusiasta di scoprire luoghi unici come quelli, ma in altra compagnia quei viaggi sarebbero stati un piacere.

Lui invece non sembrava essersi smosso di un centimetro dal solito atteggiamento infastidito e distaccato. Niente sembrava incuriosirlo o interessarlo. Niente sembrava scuoterlo, come se fosse appartenuto ad un mondo parallelo, ad un'altra atmosfera.

Il principe dei dannati che veniva a comandare un mondo che non era più il suo.

- Eppure doveva essere qui, da queste parti – con la macchina che saltava sui ciottoli di quel lungo viale sterrato che li allontanava dalla collina del paese fantasma, le era tornata in mente la Valle delle Rovine, l'unica che ancora non erano riusciti a trovare. Aveva letto che si trattava di un posto pieno di storia e di reperti ancestrali affascinanti ed era decisa a trovarlo, sperando potesse essere un punto di svolta decisivo per l'esito del viaggio.

Perciò aveva fermato la macchina in mezzo alla strada, tanto non avevano incrociato nessun veicolo durante il tragitto, né sembravano essercene all'orizzonte, e aveva aperto la magica cartina di Tyler per cercare di orientarsi. Senza successo. Quel guazzabuglio di vignette sembrava il risultato dell'immaginazione di un bambino – Ma da quale parte? – si lamentò ad alta voce per puro istinto, conscia ormai di parlare da sola. Anche se la sua presenza era talmente invadente anche in quel logoro silenzio, che avrebbe potuto spazzarla via con il solo turbamento che risiedeva nei suoi occhi. Cercando di concentrarsi sullo scopo concreto della missione, rigirava la piantina da più versi, sperando di decifrare quelle strane scritte tra le strade e i disegni bizzarri. Sembravano geroglifici – Non riconosco neanche i nomi, saranno antichi –

- Sono al contrario –

- Ma posso decifrarli! – tese l'indice verso l'alto, parlando a se stessa, ma la cartina le venne tolta dalle mani con in gesto brusco e poco garbato.

- Hai messo la cartina al contrario! – la sua voce la raggiunse sempre più appuntita e sprezzante mentre gli occhi le uscirono dalle orbite e il viso si cristallizzò per puro terrore mentre lui rigirava la delicatissima carta tra le mani senza alcun briciolo di delicatezza.

- Ma che dici, la riconosco la forma dell'isola, imbecille! – il suo insulto venne camuffato dal rumore poi rassicurante della vecchia carta che le volò di nuovo addosso. Dopo essersi accertata delle condizioni della preziosa reliquia, Alluene alzò gli occhi verso di lui e sull'espressione piatta e affilata dei suoi lineamenti.

- Pretendi di fare da guida e poi neanche sai la direzione – lui la fissava a braccia incrociate come se fosse stata una povera stupida, facendole andare in fibrillazione i circuiti. Con solo le pupille semi nascoste dalle palpebre leggermente abbassate, lui riusciva a manifestare tutto il suo sdegno e il suo ribrezzo. Ed era avvilente. Lo sentiva scorrerle addosso come la scia viscida di un serpente, quello sguardo di odio, neanche, la sua era supponenza innata di chi credeva di essere superiore nonostante tutto.

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