È vero che vuoi restare

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14 febbraio 2021

Un fastidiossimo squillo mi sveglia nel momento più bello del mio sogno come se mi volesse ricordare che neanche nei miei sogni ho il privilegio di essere felice e sereno. Per lo meno è domenica, posso stare chiuso qui in camera a scrivere senza dovermi per forza approcciare ad altre persone.

È che ultimamente è tutto così difficile.

È anche il 14 febbraio, la festa degli innamorati, ironico che sia proprio oggi.

Solo poche ore fa ho lasciato Giulia, o per lo meno le ho chiesto un periodo lontani, dopo aver passato più tempo insieme in questa casetta che separati.

È che non so come si sta qui dentro senza di lei.

La prima cosa che ero abituato a sentire la mattina era il suo profumo e le sue labbra stampate sulla mia guancia mentre mi passava una mano sulla testa facendomi le carezze, sapendo che così facendo avrei odiato la sveglia un po' meno.

Poi la colazione sempre insieme, i pranzi in sala relax e le cene pure.

I dopocena sempre da soli in camera mia, abbracciati, mentre ci raccontavamo delle giornate appena passate, sempre con il cuore un po' più leggero del solito.

Svogliatamente cerco una felpa e vado in cucina salutando appena Esa che mi passa a fianco.

Alzo la testa nel momento in cui sento una risata fin troppo conosciuta a me fermandomi appena prima della cucina per osservare la scena che mi trovo davanti: Giulia e Alessandro uno vicino all'altra mentre lavano le stoviglie appena utilizzate.

"Buongiorno" esordisco, interrompendo le risate tra i due.

"Ciao Sangio, buongiorno". Ale si gira verso di me lanciando un'occhiata a Giulia, che si rigira subito sulla sua tazza, dopo avermi fatto un misero cenno con la testa.

Non che potessi pretendere altro, le ho chiesto io di non comportarci in un determinato modo per un periodo.

"Ale vado di la a svegliare Sam, ti aspetto fuori così mi aiuti con la coreo dopo, grazie." Giulia gli sussurra questo alle spalle ma mi arriva tutto forte e chiaro. Ho fatto una cazzata.

"Si Giù, 5 minuti e arrivo, porta il computer" il ballerino parla un po' più forte per farsi sentire da lei visto che già si stava indirizzando verso il giardino senza aspettare una risposta. 

"Sangio, vuoi un caffè? Ne è rimasto un po'" domanda gentilmente Ale mentre passa il panno sull'isola della cucina. "Sangio?"

"Oi bro dimmi, scusa ero sovrappensiero"

Ale ridacchia "caffè?"

"Si grazie, tanto anche".

"Ecco qua. Bene, vado, se vuoi i biscotti sono al solito posto. Ci vediamo dopo"

Neanche rispondo ed esco fuori sul portico con la mia fedele copertina marrone e inizio a bere il mio caffè, come se stessi bevendo uno shottino di tequila, magari fa più effetto.

"Buongiorno anima in pena" sussurra ridacchiando una voce alle mie spalle.

"Dio Sam mi hai spaventato"

"Allora? Buon san Valentino fiorellino"

"Vaffanculo Sam, smettila di ricordarmi che sono uno stronzo, lo so benissimo da solo"

"Meno male, mi rendi il lavoro molto più facile così"

"No seriamente, come stai?" sorride flebilmente il mio amico mentre inizia a sorseggiare il suo tè.

un altro freddo che non sento con teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora