Maggio 2021
Da che i loro compagni ne hanno memoria, Giulia e Giovanni sono sempre stati inseparabili, amici sin da quando lui in terza elementare fu costretto a trasferirsi qui a Roma a causa del lavoro del padre. Giulia, quella piccola bimba dai capelli ricci incredibilmente lunghi, l'aveva subito trascinato a giocare con se al gioco dei quattro cantoni, un vero must in quella scuola. Giovanni però era incredibilmente timido, e a dir la verità un pochino intimorito da quel piccolo vulcano di energia.
La bimba poi aveva subito chiesto alla maestra Margherita di poter aggiungere un banco accanto al suo per quel piccolo amico dagli occhi più belli che avesse mai visto.
Giulia e Giovanni passarono insieme un milione di avventure, sempre l'uno in compagnia dell'altra, quasi in simbiosi: il gigantesco salto da elementari a medie, i primi brutti voti, le prime cadute sui pattini, il primo cuore spezzato della ragazza, che Giovanni si premurò di rimettere insieme, anche se a 13 anni che cosa poteva saperne lui di come si ricuciono le ferite?
Arrivarono insieme anche alle superiori, stesso indirizzo, stessa classe e inevitabilmente stesso banco, sempre lo stesso, in ultima fila a sinistra, vicino al termosifone perché Giulia ha sempre freddo e Giovanni non può non assecondarla in questa scelta, anche se per lui vuol dire passare l'inverno in maniche corte per il troppo caldo.
I due nel tempo erano cresciuti, maturati, sbocciati come bellissimi fiori e il loro rapporto era l'unica cosa rimasta costante attorno a loro per tutti questi anni. La famiglia di Giovanni infatti subì un grosso lutto che li costrinse a tornare a Vicenza, da dove si erano trasferiti una decina di anni fa, ma la famiglia di Giulia gli suggerì di stare con loro, almeno per il tempo di finire l'anno scolastico. Giovanni naturalmente accettò, nonostante il grosso peso sul cuore che lo costringe a stare lontano dalla famiglia per mesi.
"Giò muoviti è tardi, ad Anna non frega che il tuo ciuffo sia perfetto su" lo esorta Giulia, stufa di fare ritardo ogni giorno per la mania del ragazzo che lo costringeva a stare davanti allo specchio per sistemarsi quella massa di ricci ribelli che si ritrovava in testa.
"Mica tutti siamo belli come te la mattina eh". Dopo quel cuore spezzato, Giulia ha sempre fatto fatica ad accettarsi e a vedersi bella, il ragazzo quindi non perdeva occasione per ricordarglielo. Poteva quasi sembrare una presa in giro ma lui davvero la pensa così ed è ben determinato a farglielo capire.
"Quanto sei ruffiano. Fila via su!" Esclama Giulia lasciandogli un buffetto sul braccio.
I due, già in consistente ritardo, salgono sul motorino del ragazzo e corrono verso il liceo, cercando di arrivare il più veloce possibile, per quanto i limiti lo consentano.
Giulia non è che proprio ami questi dieci minuti che ogni mattina la obbligano a stringersi il più forte possibile al ragazzo, decisamente divertito dalla paura che le due ruote incutono alla ragazza.
"Oh cretino ma vuoi rallentare? Non è che andare in motorino con Valentino Rossi sia il mio sogno più grande" esclama decisamente ad alta voce al ragazzo per farsi sentire bene.
"Giù sto andando a 50, sono anche sotto al limite. Andrei più veloce se fossi costretto a spingerlo a mano" borbotta il ragazzo che per farsi sentire meglio è costretto a voltarsi leggermente verso la ragazza, che in un impeto di paura si stringe ancora di più alla sua schiena.
"Ma sei scemo ma guarda davanti! Io da domani vado a piedi" borbotta la ragazza, che ogni mattina si ritrova a pensare questa cosa ma che alla fine si fa sempre convincere ad andare con lui.
Giovanni non risponde, si limita a ridacchiare e a stringerle per un secondo la mano, giusto per farle capire che è lì e che non dovrebbe mai avere paura con lui.