Aprile 2023
Giulia si ritrova a girovagare nei pressi del parco, ormai conosce questi posti come le sue tasche ma ancora non si capacita della bellezza di questi posti in primavera. Si perde a osservare gli alberi con i fiori profumatissimi appena sbocciati mentre pensa e ripensa alla sua situazione. Adesso si pente della decisione presa ieri, dopo averci rimuginato tutta la notte non è più certa di voler vedere, e sentire soprattutto, Sangio.
In effetti è ancora in tempo per fare dietro front e andarsene e per un attimo ci pensa anche ma sa che non sarebbe la cosa giusta.
Anche perchè Sangio è li, arrivato stranamente con diversi minuti di anticipo, sempre bellissimo con quel maglioncino viola che tanto le ricorda certi episodi passati insieme. Giulia cerca di scacciare tutti quei ricordi e prova a distogliere lo sguardo, lo sta fissando ormai da troppo tempo, grazie al fatto che lui ancora non è accorto di lei, parzialmente nascosta da un albero.
Lo vede torturarsi le mani guardando intorno a se probabilmente per cercarla in mezzo a quelle poche persone che circolano in questo parco stamattina.
Decide di farsi avanti pian piano, si prende tutto il tempo prima di raggiungerlo facendolo quasi spaventare quando gli picchietta la spalla sinistra per avvertirlo della sua presenza "oddio Giulia vuoi farmi morire" lo sente sussurrare dopo aver fatto un piccolo balzo ed essersi portato la mano sul cuore, come a volerlo rallentare.
"Buongiorno" commenta ironica lei scompigliandogli i capelli, compiendo un gesto che era decisamente abituale, portandoli indietro nel tempo, a quando tutto questo era semplicemente quotidianità. "Vogliamo andare?" continua Giulia cercando di sviare subito dopo che quel gesto li ha imbarazzati entrambi.
"Andiamo" sorride debolmente lui cercando istintivamente la mano della ragazza che però si scosta prima che lui riesca anche solo a sfiorarla "scusami, io.."
"Non fa niente, dai che ho proprio voglia di una sfoglia con le mele" ribatte lei cercando di fargli fare un piccolo sorriso che oggi sembra totalmente assente dal volto del ragazzo.
I due si incamminano, lui come di consueto si tiene un po' indietro rispetto a lei, averla sempre a portata del suo raggio visivo gli da una certa sicurezza.
Come aprono la porta del locale, Sole, la proprietaria, sgrana gli occhi dallo stupore, considerato che per più o meno due anni i due sono stati una presenza fissa lì, mentre da qualche tempo erano praticamente scomparsi. "Eccoli i Sangiulia, da quanto tempo" li saluta allegramente come il suo solito. Li ha sempre chiamati così, un po' per scherzo e un po' perchè adorava vederli in imbarazzo, soprattutto lei che puntualmente si ritrovava con le guance rosse. Stavolta invece la reazione è decisamente diversa, i due a malapena si guardano e il minimo accenno di sorriso che entrambi fanno la insospettisce un po', tanto che preferisce deviare il discorso passando a qualcosa di più sicuro. "Prendete il solito ragazzi?" domanda cortesemente mentre asciuga i bicchieri appena tirati fuori dalla lavastoviglie.
"Si si grazie Sole" risponde lui sempre gentilmente.
"Bene, dai andate a sedervi che il vostro tavolino è libero" suggerisce lei accennando al solito angolino appartato lontano dalla vetrata che li lascia riparati un po' dal mondo esterno.
"Prego" sussurra Sangio in modo da lasciare passare Giulia per prima, da buon gentiluomo qual è. Giulia gli lascia un cenno e inizia a incamminarsi verso il tavolino rimuginando sul fatto che forse non sarebbe il caso di sedersi li. Nello stesso posto in cui i due hanno passato così tanti momenti da semplici ragazzi innamorati che si godono un po' di buon tempo di coppia. Decide quindi di sviare il percorso all'ultimo, sedendosi nel tavolo accanto, quello che hanno sempre definito come triste perchè a malapena permette di stare vicini. Lo sguardo di Sangio qui si rabbuia decisamente, e tentenna prima di sedersi, è in dubbio se chiedere a Giulia di potersi spostare nell'altro tavolo ma la precede ancora prima di poter aprir bocca "non potevo sedermi di la, non siamo le stesse persone che stavano la. Non potevo farlo a loro". Sangio si immobilizza a queste parole, se ieri aveva percepito un minimo segno di speranza, oggi si sente in maniera decisamente diversa. La cosa che lo ferisce di più è la totale apatia nella voce della ragazza mentre dice questa cosa, come se non la stesse per niente toccando quello che sta dicendo. Resta in totale silenzio per non azzardare a dire nulla, anche perchè non c'è molto da dire al momento.