"che cosa facciamo allora?" la voce di Giulia é piccola, insicura, la rispecchia totalmente in questo momento mentre continua a rigirarsi l'anello che porta al dito da anni.
"io ti amo ancora" asserisce lui cercando un contatto con quegli occhi che pur di non farsi vedere acquosi stanno fissando le punte delle sue vecchie converse.
"ma non é più abbastanza vero?" la sua voce rotta dal pianto provoca in lui un brivido lungo la schiena, é sempre difficile vedere piangere la persona che ami, per di più se la colpa é proprio la tua.
"Giulia io..." comincia lui, interrompendosi solo nel momento in cui la vede singhiozzante dargli le spalle. Capisce di averla davvero ferita nel momento in cui tenta di avvicinarsi ma lei non glielo permette, mettendo ancora più distanza tra di loro. In questi anni é riuscito a buttare giù quel muro che a causa di grandi insicurezze l'ha sempre frenata nel farsi vedere debole da qualcuno. Muro che a quanto pare ha deciso di ricostruire in questo periodo lontano.
Giulia prende un respiro forte, cercando di farsi forza da sola. Solo cinque minuti e poi puoi crollare, non lo puoi fare qui. Non riusciva a pensare ad altro. "Non serve dire altro" prende parola dopo aver sospirato per cercare di camuffare quel tremolio alla voce "Passerò io o Chiara a prendere il resto delle mie cose. Grazie per tutto e buona fortuna Giò, te lo meriti" conclude, interrompendosi più volte di quanto pensasse per scacciare il nodo alla gola che le rendeva cosí difficile parlare.
"mi puoi guardare per piacere?" la interrompe lui, non voleva altro che guardarla negli occhi, per bene, ancora una volta, forse l'ultima.
Ma Giulia non era dello stesso avviso, voleva solo andarsene da li, da quel luogo che li ha visti volersi bene per cosí tanto tempo. C'erano Sangio e Giulia in ogni angolo di quella casa, anche il più nascosto di tutti e un secondo in più li dentro per lei avrebbe significato rivivere tutto un'altra volta.
"Devo andare Sangio, mi dispiace" sussurra lei prendendo giacca e borsa lasciati sul divano per raggiungere il prima possibile la porta e lasciarsi definitivamente tutto alle spalle.
"Giù, amore, ti prego" la voce di Sangio é rotta, sussurrata "solo un attimo".
Giulia non ce la fa, é ancora troppo debole, non riesce a resistere al tono del ragazzo. Quindi si gira e la colpisce subito lo sguardo abbattuto di Sangio, che raramente ha visto cosí.
"non volevo arrivare a questo, spero che tu lo sappia. Ma ho bisogno di sistemare me stesso, non potrei sopportare di vederti soffrire per colpa mia" le sussurra prendendole dolcemente il viso tra le mani, sperando che possa convincerla con lo guardo.
"spero che tu possa stare meglio, ti auguro tutta la serenitá di questo mondo" risponde lei, abbassando lo sguardo sentendosi troppo coinvolta dallo sguardo di lui.
"Giù non ti comportare come fosse un addio però" sussurra con la voce rotta dai singhiozzi, staccandosi dal suo abbraccio per cercare per l'ennesima volta una risposta negli occhi di lei che stavolta non tarda ad arrivare. Lo sguardo che gli riserva è carico di scuse, forse scuse per non averlo compreso abbastanza in questi anni, scuse per averlo dato per scontato a volte. "Non rinunciare a tutto" le sussurra "non rinunciare a noi, a me" conclude, poggiando la fronte su quella di lei, cercando un contatto per farsi un po' di forza. Non avrebbe mai pensato di arrivare a questo punto.
"Non lo so che ne sarà di noi Giò, non posso prevedere il futuro. Forse e così che doveva andare e basta". Cinica come non mai, Giulia mette le distanze tra i due, più metaforicamente che fisicamente. Forse mai si erano sentiti così poco a loro agio uno attorno all'altra, Giulia vorrebbe solo correre via lontano, non riesce a reggere tutta questa pressione, mentre a Sangio scoppia la testa per tutti i pensieri che in questo momento stanno combattendo nella sua mente.