Jake Schmidt

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La campanella suona, dando fine alla lunga giornata che mi ha completamente devastato.

Esco dalla classe assieme a Thomas e Charlie mentre sono coinvolti in un'acuta discussione su i gossip della scuola.

Secondo loro, Jake Schmidt era stato con Chloe solamente per diventare popolare, e lasciarla quando i ragazzi gli avrebbero fatto la corte.

Cosa veramente orribile che farebbe solo Chanel Oberlin di Scream Queens.

Chi reggerebbe alle smanie di Chloe?

Twerk come stile di vita assieme polpettoni rosa come parlantina e droga per la depressione.

Io scapperei in Messico piuttosto.

"E ora entri in gioco tu!" dice Charlie dandomi una gomitata al braccio.

"Dio, te l'ho già detto. Non è niente! Siamo solo conoscenti!" continuo a ribadire io.

"Te lo dico da migliore amico. Se una persona è interessata a te, si capisce, e non solo dagli sguardi. Ti ha elogiato giusto? Hai fatto centro!" dice Thomas.

"Ok, ma non ci conosciamo nemmeno profondamente. Non voglio che sia il solito ragazzo da 'prima volta', non ho l'attitudine di Chloe. Se gli piaccio davvero deve aver preso davvero una bella botta in testa!" aggiungo.

Charlie, stufa delle mie solite paranoie, mi prende per le spalle e mentre mi guarda con sguardo irritato dice : "Sentimi un po' depressione time, se fossi etero ti avrei già scopato. Ti basta se ti dico questo?"

"Sai che ti friendzono vero?" dico io sconcertato dalle sue parole.

"Nel senso - continua lei alzando gli occhi al cielo - che sei un pezzo di figo. Non si trova tutti i giorni un ragazzo biondo, muscoloso e soprattutto con gli occhi grigi! Ti deprimi solamente perché Chloe ti ha preso per il culo per tutto questo tempo. Valorizzati di più e vedi che diventerai più popolare di Perez Hilton."

"E più figo se permetti. Avanti, ammettiamolo! Perez Hilton è orribile!" aggiunge Thomas parlando stranamente come una fangirl assetata di Teen Fiction.

"Ok, ho capito dove volete andare a parare. Volete che io gli chieda di uscire così poi eviterò di deprimermi. Scordatevelo, lui è il più grande e LUI deve farsi avanti. Io sono un ragazzo molto difficile, timido, e di certo non vado dai ragazzi visti appena da cinque minuti a chiedere di uscire. Preferisco deprimermi." ribadisco io per la seconda volta gesticolando e mimando una faccia triste.

"Avanti Jeffrey. Si vive una volta sola, magari questa esperienza potrà servirti per il futuro." mi consiglia Charlie accarezzandomi la spalla.

"Ok. Lo prendo in considerazione" concludo io cercando di inarcare un piccolo sorriso di rassegnazione.

Una volta scese le scale usciamo all'aperto e grazie al cielo c'è il sole, anche se purtroppo dovrò stare a casa a studiare...come al solito.

Camminando e parlottando tra di noi arriviamo al cancello, e Charlie saluta un bel ragazzo con capelli rasati, muscoli ben definiti e occhi azzurri molto chiari.

"Oddio, mio fratello è venuto a prendermi!" Urla entusiasta Charlie.

"Aspetta un attimo. È lui il tuo fratello che fa il marine e che è stato rifiutato da Abercrombie?" chiedo io retoricamente a Charlie cercando di non sbavare.

"Si e non ci sperare mio caro. Sta per sposarsi ed è etero fino al midollo." dice lei facendomi deprimere ancora di più.

"Volete un passaggio?" chiede lui salutandoci tranquillamente.

"Io si grazie" dice Thomas.

"Jeffrey ti unisci?" chiede Charlie tenendo aperta la portiera della macchina.

"Preferisco tornare a piedi, grazie comunque. Ci si vede!" Rispondo salutando il duo dei miei migliori amici.

Più che altro voglio pensare alla faccenda di Jake Schmidt da solo senza nessuno che mi dica di pensare tutto adesso siccome poi ci saranno gli esami di fine semestre, le audizioni per fine anno e migliaia di altre cose che mi ricorderò di fare all'ultimo minuto.

Incomincio ad incamminarmi verso casa con le cuffie nelle orecchie e la canzone 'Born to Die' di Lana del Rey in riproduzione casuale, ma sento una mano che batte sulla mia spalla.

"Ehi Jef, ti va di tornare a casa assieme? Mia sorella è via con le amiche quindi non ho la macchina." Mi chiede tranquillamente Jake Schmidt come se fossi un suo carissimo amico.

Mi giro tutto tremante e lo guardo nei suoi grandi occhi neri.

"Andata!" Rispondo io sorridendo non eccessivamente.

Così ci incamminiamo verso casa imboccando il vialone principale evitando vicoletti malandati.

Ad un tratto, Jake Schmidt rompe il ghiaccio chiedendo di parlare di me.

"Avanti, Di te so solamente che sei bravo nella danza classica." Mi dice lui facendo gli occhi dolci come un bambino davanti a una scatola di caramelle.

"Bhè, mi riassume benissimo." Gli rispondo io con sarcasmo mancato.

"Non ci credo! C'è dell'altro! Avanti, dimmi le tue passioni, cosa non ti piace, dai...." mi chiede lui con tanta insistenza.

"Allora...m-mi piace leggere, soprattutto le distopie, ascolto diversi generi di musica e praticamente l'unica cosa che mi rappresenta meglio è il fatto che sono gay." inizio io.

Lui sorride mettendomi in imbarazzo.

"Siamo praticamente identici. Ma perché dici che essere gay ti descrive meglio?" Mi chiede lui alzando gli occhi al cielo.

"Perché tutti non fanno altro che parlarne! Mi categorizzano così, e odio quando lo fanno. In tutti questi anni non ho fatto altro che ricevere insulti da persone che volevano impostarmi lo stesso noioso stile di vita stereotipato : calcio ragazzi, danza ragazze. Non riesco ad accettarlo, e mi odio per questo." gli spiego io gesticolando esageratamente come fanno gli italiani mentre cerco di non cadere nella noia più totale.

Ad un tratto lui si ferma e mi prende nelle spalle, mettendomi faccia a faccia con quel viso da dio greco.

"Ascoltami. Sii te stesso, sempre. Fregatene del giudizio degli altri, a loro importa essere al centro dell'attenzione. Sono solamente gelosi, e stai tranquillo. Io sono sempre qui. Se hai bisogno di aiuto, sai dove trovarmi." dice lui mentre fisso i suoi occhi neri come la pece.

Dio, non posso fare a meno che perdermi dentro alimentando un istinto che voglio frenare.

Non posso baciarlo ora. No.

Ci piacciamo entrambi ma ho bisogno di tempo.

Io voglio le sue labbra, o magari lui in sé, ma non so se lo voglio come sfogo oppure come ragazzo.

"Grazie" mi limito a dire timidamente arrossendo.

Lui mi mette ancora la mano sulla spalla e mi sorride.

"Io sono arrivato. Mi raccomando, non deprimerti. A domani Jef!"

"Ciao!" rispondo io sorridendo a trentadue denti nascondendo la tristezza che lui mi ha tirato fuori con l'inganno.

Mentre si allontana, cammina all'indietro agitando la mano in segno di saluto.

È davvero gentile, nonostante il suo aspetto da ribelle che ti fa fare un passo indietro.

Lui è il chiaro esempio che i giovani d'oggi si creano false identità per fingersi chi non sono veramente.

Ma so per certo che lui è più di così.

Non so come spiegarlo, ma in qualche modo penso di tenere a lui, e sento che siamo collegati da uno stesso filo.

Lo so che ci conosciamo solo da oggi, ma per me lui è intimo, dolce e profondo.

Anche se purtroppo, non lo conosco nemmeno.

Il Cigno di VetroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora