Una volta buttato il mozzicone a terra, aspetto che Jake esca dallo studio dopo l'ultimo colloquio con l'avvocato.
Secondo lei non dobbiamo affatto preoccuparci, in quanto il giudice dovrebbe assolvere Jake per via di quello che è accaduto con Chloe, ma dato che si vive in un mondo dove i soldi sono più importanti della vita stessa, la vedo ardua.
Una volta che Jake esce dallo studio, saluta l'avvocato stringendole la mano, ed io lo raggiungo facendo lo stesso con una presa molto decisa, in quanto sta svolgendo un lavoro davvero coi fiocchi.
Poi, io e Jake ci incamminiamo a prendere una navetta che ci riporti a casa, in quanto stamattina abbiamo deciso di andare a piedi, per poi oggi pomeriggio, tornare in tribunale.
Nel frattempo, ci sediamo su una panchina ad aspettare che un mezzo pubblico si degni di arrivare, e intanto scorgo il viso di Jake che cerca di rimanere calmo senza crollare nel panico.
"Ehi, va tutto bene?" Gli chiedo io mentre gli prendo la mano e gliela accarezzo.
Lui sospira, e infine, come se stesse ragionando su cosa dire, mi risponde con un 'bene' striminzito.
Posso capirlo benissimo sul fatto di essere teso.
Si possono ricevere pene come due anni di reclusione per molestie sessuali, e sinceramente non avere Jake accanto ma vederlo dietro un vetro antiproiettile, non è il massimo della vita.
"Ehi, stai tranquillo ok? Prova a pensare a noi due. Ad esempio i nostri momenti felici." Gli dico io tranquillamente cercando di infondergli un po' di calma.
"E questo dovrebbe calmarmi?!" Risponde lui turbato con aria di rabbia nella voce.
"Beh, piuttosto che pensare alla prigione, almeno a qualcosa di felice potresti pensare no?" Gli dico io alzando il tono della voce.
"Jeffrey, ti amo. Tanto e lo sai. Ma cazzo come faccio ad essere tranquillo adesso sapendo che rischio di finire in carcere per una pena che non ho commesso? Lo capisci?" Mi controbatte lui.
In effetti non ha tutti i torti. Vorrei tanto calmarlo e non so cosa fare.
Se dovesse andare male andrò in crisi d'astinenza per la sua pelle e il suo tocco.
Sono le uniche cose che riescono a calmarmi e ad addormentarmi.
"Si, ti capisco. Scusami se sono stato invadente." Gli dico io appoggiando la testa sulla sua spalla.
"Scusami tu amore, non avrei dovuto alzare la voce così. Ti prometto che questa storia oggi finirà, e potremo tornare alla nostra vita di sempre. Ok?" Mi risponde lui mentre mi accarezza i capelli.
"Ok." Dico io cercando di non pensare al peggio che potrebbe accadere.
***
Tic. Tac. Tic. Tac.
Il rumore dell'orologio sopra la bandiera canadese è davvero assordante, specialmente in un momento di tensione come questo.
Il giudice Stevens entra in aula tutto tranquillo come se il caso di Jake fosse solamente una passeggiata.
Cosa che per noi, non lo è affatto.
Appena giunge al suo banco, prende tra le sue mani il foglio del verdetto conclusivo scelto dalla giuria popolare e io non posso fare altro che sospirare ansiosamente di continuo.
Mi guardo intorno e vedo che tutti hanno lo sguardo fisso verso il signor Stevens.
Tutti tranne Chloe, che a differenza di guardarmi con l'aria da stronza manipolatrice, mi guarda con uno sguardo malinconico, e leggendo il suo labiale rimango paralizzato : "Mi dispiace."
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Il Cigno di Vetro
Teen FictionJeffrey Hewitt, quindicenne amante della danza classica, è sottoposto alla misera vita di un giovane étoile : esercizi difficili e dieta molto stretta. Un giorno, incontra Jake Schmidt, ragazzo dell'ultimo anno ribelle di natura. Due personalità d...