𝙊𝙫𝙚𝙧 𝙮𝙤𝙪𝙧 𝙙𝙚𝙖𝙙 𝙗𝙤𝙙𝙮

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Quando arrivo in hotel, mio fratello e Ivan sono già seduti al tavolo nella sala ristorante per poter consumare la colazione. Con un cenno della mano mi richiamano da infondo alla hall, però li evito e salgo in camera. Ho bisogno di cambiarmi, di farmi una doccia e soprattutto di fare mente locale. Ero a letto con una sconosciuta, e stavo provando un inspiegabile e viscerale piacere nel leccarle via il sangue. Poi ad un tratto è sparita, ed io mi sono addormentato sul pavimento. L'istinto mi dice di cercarla, per assicurarmi che non metta in giro strane voci che persino io non saprei spiegare. Ad un certo punto della giornata, esce un nuovo me. Viene fuori da un letargo lungo e buio, e si mette alla ricerca di quel qualcosa che gli è mancato durante tutto il periodo di esilio. Jasmine è molto seducente, simpatica, ha un corpo spettacolare ma il dettaglio che mi si è impresso nella mente è il suo sapore, il suo odore. Mi sento famelico al riguardo, e vorrei immediatamente andare a cercarla però il mio riflesso nello specchio è in disaccordo con il mio pensiero. Mi guardo negli occhi, e scopro delle occhiaie orribili e filamenti rossi intorno alle iridi azzurre. Le pupille dilatate. Mi cambio velocemente e raggiungo gli altri, per non destare sospetti. Avvicino la sedia al tavolo e accetto la tazza di caffè che Shawn fa scivolare verso di me.

"Hai un aspetto terribile, fratello!" non commento. Sono disorientato, sovrappensiero. "Ieri non sei rientrato. Che fine hai fatto?" Ivan mi interroga. Ha gli occhi attorniati da una leggera linea di matita. È il nostro tratto distintivo. Anche a me piace truccarmi gli occhi. "Mi sono fermato in un pub a bere qualcosa".

"E dopo?". "E dopo nulla. Sono tornato qui" Shawn sgrana gli occhi. "Non credo tu abbia bevuto fino all'alba. E sembri piuttosto lucido quindi non sei ubriaco".

"Non immaginavo foste dell'FBI. Pensate a mangiare, adesso. Abbiamo il volo tra poco" dichiaro, guardando il quadrante dell'orologio che ho al polso. Impaziente e nervoso, aspetto che loro terminino di divorare briosce e crostate. In quindici minuti la limousine ci preleva dal retro, per evitare che la folla dei fan ci intralci la strada. Lungo il tragitto verso l'aeroporto, la strada è bloccata e restiamo inchiodati nel traffico per chissà quanto tempo. Quando inizio a perdere la pazienza, faccio abbassare il divisorio e richiamo l'autista alzando il tono di voce. "Allora? Ce n'è per molto?". Lui fa spallucce, e dopo mi guarda dallo specchietto retrovisore.

"Non ne ho idea. Ho la coda di macchine dietro". "Cosa sta succedendo là fuori?" nessuno sembra sapere nulla ma all'improvviso auto della polizia e ambulanze rasentano la limousine, mettendomi in allarme. Io e gli altri evitiamo di uscire dall'abitacolo, però l'autista spegne il motore e scende. "Vado a controllare la situazione". Shawn e Ivan sembrano piuttosto tranquilli. Al contrario, io avverto un nodo alla bocca dello stomaco. Una strana e angosciante sensazione mi afferra le viscere. D'un tratto l'urlo di una donna ci fa sussultare. Ivan si caccia il cappuccio in testa, ed usa la sciarpa a mo' di mascherina per coprirsi il volto. "Raggiungo Alfred" esce dall'auto, e lo vediamo avvicinarsi sempre di più al luogo in cui convergono le auto e le persone. Uno alla volta, gli uomini alla guida delle altre macchine fanno la stessa cosa. Mi sento impotente, sono immobile e non posso fare nulla. Vorrei solo capire che cosa sta succedendo. Shawn contempla Austin e il suo irreale caos fuori dal finestrino. "Joe, sta accadendo qualcosa. Ivan non torna e ci sono sempre meno persone a bordo delle auto. Stanno uscendo tutti. Dovremmo farlo anche noi". Lo blocco, mettendogli la mano sulla gamba.

𝙁𝙞𝙧𝙚 𝙖𝙣𝙙 𝘽𝙡𝙤𝙤𝙙 | 𝘑𝘢𝘳𝘦𝘥 𝘓𝘦𝘵𝘰Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora