𝘼 𝙨𝙚𝙘𝙧𝙚𝙩 𝙚𝙣𝙙

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Sono disteso sul pavimento della mia stanza, con le braccia conserte sotto la nuca ad osservare il soffitto mentre in sottofondo echeggia il mio nuovo album direttamente dal giradischi posto sotto la finestra. Le parole di Jasmine ancora mi rimbombano nelle orecchie nonostante siano passati mesi. Io non ho più avuti attacchi di fame o incubi vari. Il sangue di Scarlett sembra aver funzionato ma non mi comporto diversamente da prima. Non può essere stato così semplice. Mi aspetto sempre di ritornare quello di una volta, quando sono sotto pressione o vicino ad una fonte inesauribile di sangue mi sento sempre vulnerabile, come se mi potessero attaccare da un momento all'altro e questo disagio mi provoca momenti di panico. Dopo ognuno di questi, sono immediatamente voluto andare da Scarlett per un consulto e così ho scoperto che mi ha cambiato medico.

Adesso è un uomo, tarchiato, capelli brizzolati e fronte stempiata. Un lieve accenno di barba bianca che mi assicura che è intorno ai sessanta anni, e se ne ha di meno se li porta malissimo. Non sono a mio agio con lui. Con Scarlett mi veniva più semplice parlare, confidarmi. Durante le sedute le era possibile entrare nella mia testa e comprendere ciò che mi stava tormentando ancor prima che gliene parlassi. Con questo nuovo dottore – Victor Tightly – devo ripetere le cose più volte per poter ricevere un suo responso. Al suo ennesimo momento di distrazione, decido di prendere in mano la situazione raggiungendo casa di Scarlett per poterle chiedere il motivo della ricerca di un suo sostituto. Devo aspettare un po' sul suo zerbino prima di ricevere risposta. È da parecchio tempo che non ci vediamo, da quella volta a casa mia. Mi appare davanti in un completo elegante. Un tailleur nero con una gonna stretta lungo le cosce. Appena incrocia il mio sguardo, alza gli occhi al cielo mostrandosi infastidita dalla mia presenza. Si prepara a chiudermi la porta ma la blocco per tempo, spiegandole tutto. "Aspetta! Voglio solo sapere perché mi hai trovato un altro medico. Io non ho firmato nulla. Per contratto, sei costretta a seguirmi fino alla fine della terapia".

"Io non ricordo questa clausola. D'accordo. Sei sollevato dalle cure. Ormai sei guarito, perciò non ti servono consulti né miei né del dottor Tightly". "Non credo di essere guarito completamente..." inizio a dire, tirando un grosso respiro "...avverto una certa ansia. La fame è sparita ma è stata rimpiazzata da un sintomo ancora più grave: gli attacchi di panico".

"Derivano dalla tua condizione, da ciò che hai passato in Cina e tutto il resto. Devi espiare i tuoi peccati e così potrai sentirti meglio..." mette ancora una volta la mano sulla maniglia, esasperata "...io adesso devo andare. Ho un convegno di dottori a cui devo prendere parte tra un'ora".

"Quindi hai un'ora libera...". Scarlett scuote la testa. "Non posso, Joseph. Non sono più il tuo medico". "Ma quello che è successo tra noi...".

"Uno sbaglio enorme che non si può ripetere" spiega, sporgendosi in avanti sollevando il tallone della scarpa col tacco. "Non so cosa mi è preso quella notte. Eravamo entrambi in un momento particolare e mi sono lasciata andare. Non è da me. Non sono mai stata impulsiva ma razionale ed è quello che mi rende un bravo medico. La carriera è tutto per me e non mi rovinerò la reputazione per un uomo..." appena si prepara a chiudermi la porta in faccia, la blocco di nuovo. "Aspetta! Ho un problema serio e riguarda una tua ex paziente" dai suoi occhi comprendo che ho attirato la sua attenzione. "Jasmine Bowen, è come me". Scarlett annuisce, spostando il peso da una gamba all'altra. "Accomodati". Appena mi posiziono nel suo soggiorno, non ho modo di spiegarle quanto è successo perché sembra già essere al corrente di tutto. "Jasmine è venuta da me qualche anno fa. Avevo appena iniziato ad esercitare, e lei è stata una delle mie prime pazienti. Aveva il tuo stesso sguardo, per questo alla nostra prima seduta ho compreso cosa ti stava turbando. La sindrome di Renfield non è comune ma negli anni ho potuto conoscere diverse persone che ne sono affette. Tu sei l'unico che sono riuscita a curare, forse perché stavamo instaurando un rapporto diverso, più che solo professionale e questo mi ha spinta a trovare una via d'uscita. Se tu dovessi guarire completamente, potremmo aiutarne altri e anche Jasmine".

𝙁𝙞𝙧𝙚 𝙖𝙣𝙙 𝘽𝙡𝙤𝙤𝙙 | 𝘑𝘢𝘳𝘦𝘥 𝘓𝘦𝘵𝘰Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora