𝘼 𝙣𝙤𝙧𝙢𝙖𝙡 𝙡𝙞𝙛𝙚

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Nessun coinvolgimento emotivo, evitare di provare qualcosa che non sia puro piacere personale. Scarlett ha tenuto a ribadire questo concetto, il mattino dopo che si è risvegliata tra le mie braccia. Vuole restare la mia dottoressa, e non vuole che nessuno sappia ciò che è accaduto tra noi perché potrebbe essere radiata dall'albo dei dottori. Non dovrebbe esserci nessun problema per me, data la mia reputazione. Sono fatto così. Ho le mie idee e non voglio finire intrappolato in una relazione che non posso gestire. Ho promesso di dedicare la mia vita alla musica e nient'altro ostacolerà questo sogno, ma non posso negare di aver provato nuove sensazioni con Scarlett che hanno riportato a galla cose passate, forti emozioni e tutte da associare a momenti felici. Accetterò le sue condizioni. Non vorrei mai farle perdere il lavoro della sua vita, e non vorrei metterla in pericolo prima di sapere se posso davvero guarire o quello dell'altra sera è stato solo un riflesso, un palliativo. È passata una settimana. Scarlett mi ha scritto, chiedendomi se avvertivo qualche sintomo e quando le ho detto di star bene, ha replicato: "Allora non c'è bisogno che tu venga in studio da me in ospedale. Rimandiamo al prossimo venerdì". È fredda, distaccata. Sta prendendo le distanze dopo che abbiamo fatto l'amore in un modo tanto travolgente che mi ha risvegliato i sensi. Lei è stata vorace, sanguigna e anche io non sono riuscito a trattenermi. Devo allontanarmi anche io, trovare un'altra distrazione e per questo mi rifugio in un locale a tarda notte, dopo aver registrato per tutta la giornata. Ordino la solita birra, e mi siedo al tavolo questa volta fregandomi di poter attirare l'attenzione su di me. Che mi fermino! Che mi chiedano autografi! Che mi importunino! Non ha importanza. Voglio stare tranquillo.

Bevo la prima birra nel massimo silenzio, in solitudine. Rispondo ad un messaggio di mio fratello e ne ordino un'altra. Sentendomi osservato, guardo verso il bancone scoprendo un ragazzo che mi sta indicando. "Ehi! Tu sei la rockstar famosa" annuisco, alzando il boccale come a dirgli che brindo a lui. Si avvicina, si presenta. È un mio fan da tanti anni. Si accomoda alla panca difronte a me. "Non avrei mai pensato di poterti incontrare qui".

"Beh, io sono di Los Angeles e...". "Sì, ma questo è un bar per motociclisti" me ne accorgo solo ora, notando i giubbotti da biker e i caschi tenuti ben stretti sotto il braccio di alcuni uomini in piedi vicino al bancone. "Non è mica un bar per soli uomini, no?" scuote la testa. "Allora sono nel posto giusto". Inizia a parlare con me come se fossimo amici da sempre. Mi faccio raccontare le sue avventure sulla route 66, e le gare che ha vinto con la sua Ducati. Ordino la mia terza birra appena rintocca la mezzanotte, e ci aggiungo qualche stuzzichino per non ubriacarmi a stomaco vuoto. La mia serata prosegue. Intanto si aggrega un altro ragazzo, suo amico e lui mi chiede una foto. È buia. Non sopporto il flash negli occhi. Il primo, Dustin, mi offre qualcosa di più forte di una birra.

"No, grazie. Sto già esagerando così". "Dai, un solo bicchiere di tequila non può ucciderti" non è questo a preoccuparmi. L'ultima volta ho perso la lucidità ed ho avuto un black out che mi ha fatto dimenticare la serata trascorsa con Jasmine. Accetto comunque il drink, e lo butto giù tutto d'un sorso sentendomi immediatamente raschiare la gola per il grado alcolico. Questo non mi ucciderà, sì ma mi renderà vulnerabile. L'amico di Dustin si allontana, lui mi sorride. "Sei fidanzato?".

𝙁𝙞𝙧𝙚 𝙖𝙣𝙙 𝘽𝙡𝙤𝙤𝙙 | 𝘑𝘢𝘳𝘦𝘥 𝘓𝘦𝘵𝘰Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora