2.false speranze

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Questo pomeriggio Jessica sarebbe dovuta andare a casa di Bryant, gli dava ripetizioni di matematica.

Ok era umile e gentile ma era pure stronza: ci trovava gusto a farlo sperare per nulla.

J: ok vediamo quale bel vestitino metteremo oggi... oh ecco, perfetto.

Nel reparto vestiti trovò un tubino nero semplice con spalline fine che le segnava il suo punto vita strettissimo. Si piastrò i capelli, si sistemò il trucco, si infilò le Blazer e andò da lui.

//din don//

B: si chi è??
J: ma secondo te coglione chi vuoi che sia alle due del pomeriggio!
B: perché mi tratti sempre male?
J: dobbiamo fare matematica muoviti.

Entrò e mentre gli sfilò davanti lui quasi non cadde di fronte alla sua bellezza.

B: me lo sento è la giornata buona.
J: lo hai detto anche le scorse quattro volte!
B: lo so ma non ero serio.
J: dai cosa dobbiamo fare oggi?

Non rispose subito anzi, la guardò lentamente dall'alto al basso e dal basso all'alto, si avvicinò a lei e la prese per i fianchi, se la avvicinò. Lei non reagì ma cantò vittoria troppo presto infatti...

//SBAM//

Esatto, gli ha tirato una sberla.

B: ma che cazzo fai mi hai fatto male!
J: era questo l'obiettivo.
B: stronza
J: anche tu

Presero a studiare e tutto andava tranquillamente bene fino a che non gli cadde la penna sotto il tavolo. Ovviamente era stato tutto calcolato nei minimi dettagli.
Bryant si abbassò per prenderla e diciamocela tutta, la visuale non gli dispiaceva. Palesemente lei lo aveva capito ma non disse e non fece nulla. Lui scese piano dalla sedia, andò sotto il tavolo e non appena fece per alzarle il vestito lei si alzò e andò in cucina.

Rimase un'altra volta lì, come un palo.

J: prendo un po' da bere, vuoi qualcosa?
B: no grazie, se vuoi ci sono dei panini in frigo
J: grazie!

Molto ma molto furtivamente lui andò in cucina e senza farsi sentire le andò da dietro, e la prese per i fianchi e glielo appoggiò al sedere. Lei emise un verso incompreso.

B: hai detto qualcosa?

Non rispose. Lui sa benissimo che lei vorrebbe farlo ma è proprio in quel momento che lei si dileguò via.

J: *povero, starà soffrendo tantissimo... Meglio così HAHAHA*
J: ora vado, poi devo uscire con Bethany
B: si ok vai dai ciao, ah per il mio compleanno sei invitata qua, sai almeno quand'è??
J: ha ha ha simpatico, si so quand'è, è venerdì
B: esatto vieni per le 19.30
J: se proprio vuoi
B: ripeto, STRONZA!
J: ti voglio bene tesoro

Gli diede un bacetto sulla guancia e andò.

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