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Non mentirò dicendo la solita frase fatta "il tempo è volato" perchè è tutto fuorchè passato in fretta. Gli scenari che ho ideato nella mia testa hanno un copione strutturato così bene che meriterebbero un premio oscar. Sono giunta alla conclusione che i castelli che ho costruito non faranno altro che aumentare la mia delusione, nonostante abbia sbattuto numerose volte la testa contro il muro non ho ancora imparato una delle lezioni più importanti: la speranza e le aspettative non fanno altro che logorarti, mentre le ripeti nella tua mente e quando poi non si verificano.

Questa è l'ultima possibilità che le concedo, se non dimostrerà la veridicità delle parole che mi ha confessato quella fatidica mattina, mi perderà. Il filo rosso che ci lega è indistruttibile, ma se una delle due decide di sfilare la corda che la lega dalla vita niente avrà più senso.

Comincio a prepararmi, indosso il vestito fucsia che mi ha consigliato Gabriel, sono parecchio in anticipo ma l'adrenalina è troppa per rimanere con le mani in mano. Mi trucco in modo molto leggero, l'abito è davvero appariscente e credo faccia già la sua figura senza bisogno di appesantirlo. Scelgo degli accessori argento e lascio i capelli sciolti e un po' sbarazzini.

Mi siedo sul divano aspettando il mio migliore amico, manca circa mezz'ora alla festa e fare qualche minuto di ritardo non guasta mai. Scatto qualche foto per passare il tempo che oggi sembra scorrere più lentamente del solito, quando suonano alla porta.

"Gabriel? Sei tu?"
domando alla cornetta

"Chi sarebbe Gambriel?"
il sangue mi si gela nelle vene, all'altro capo del citofono non c'è la voce del mio migliore amico, bensì quella di colei che ha reso la mia vita un enorme casino. Che cazzo ci fa qui?

"Najwa?"
pronuncio titubante

"Bionda chi stai aspettando?"
è un susseguirsi di domane che non ricevono
risposta

"Najwa che ci fai qui?"
"Se scendessi lo scopriresti"
sono tremendamente combattuta, mi mordo le pellicine del mio indice per il nervosismo. Maledico il display del mio citofono per essersi rotto e per non farmi vedere gli occhi della mia interlocutrice celando la sua immagina segreta. Passano attimi interminabili, che fare? Scendere o non scnedere questo è il dilemma

"Be? che hai deciso?"
"Najwa sto aspettando una persona, non puoi pensare di comparire dal nulla e sperare che io scenda e corra tra le tue braccia"
rispondo stanca di dover assecondare ogni suo momento di pazzia

"Ah no?"
"Ciao, ci vediamo alla festa"
riattacco la cornetta spazientita e mi affaccio al balcone, la vedo tirare un calcio ad un sassolino nervosa e poggiarsi alla sua auto per fumare. Non so cosa stia aspettando, forse spera che ci ripensi o di incontrare il mio accompagnatore. Indossa un camicia rossa e dei pantaloni a palazzo neri, è davvero bella. Alza lo sguardo e nota la mia figura, che idiota che sono, le spunta un sorrisino sul volto e mi saluta con un cenno del capo.

"Visto? Sono irresistibile"
alzo gli occhi al cielo e rido appena

"Che ci fai ancora qui?"
"Vuoi togliermi anche il fumo?"
"Najwa perchè sei qui?"
sbuffa e scuote il capo aspirando il fumo per poi buttarlo fuori in un soffio

"Cosa siamo Romeo e Giulietta?"
continuiamo con questa serie di domande infinita di domande, senza trovare soluzione al complicato enigma perchè, probabilmente, nessuna delle due sa da dove cominciare a cercarla. Non le rispondo rimanendo in silenzio e lei spegne la sigaretta, le situazioni assurde non le sono mai piaciute e questa eccome se lo è

"Io vado"
annuisco debolmente con la voglia a mille di andare con lei, scendere questi pochi piani che ci dividono e baciare quelle labbra che tanto mi mancano

"Ci vediamo lì"
termina facendomi l'occhiolino e rimanendo sempre la solita spavalda, entra nell'auto e sfreccia per le strade dipinte di rosso dal tramonto.

Il mio cuore è in subbuglio per non parlare del mio cervello che è solo un gomitolo intricato difficile da sbrogliare, mi siedo in cucina e prendo un bicchiere d'acqua, non ho idea di come la serata potrà evolversi.

Passa una decina di minuti e il trillo del campanello mi fa sussultare, questa volta spero sia davvero Gabriel, apro il portone senza nemmeno rispondere per il troppo nervosismo. Mi dirigo verso la porta d'ingresso e quando la apro si palesa davanti a me un donna dai capelli rossi, con un camicia altrettanto rossa e dei pantaloni a zampa neri.

"Najwa che-"
"Stai zitta"
mi prende la testa e bacia chiudendo la porta dietro di se e portandomi verso il bancone della cucina facendomi rimanere bloccata tra il suo corpo ed esso.

È un bacio vorace, dettato dalla rabbia, dal desiderio
"Chi cazzo è Gabriel?"
e be... anche dalla gelosia. Mi mette una mano sul collo alzandomi il mento e facendomi scontrare lo sguardo con il suo.

"Chi è?"
"Il mio migliore amico"
dico inebetita da ciò che è appena successo

"Ah"
"Che intenzioni hai Najwa?"
chiedo incrociando le braccia

"Arriveremo in ritardo"
ritorna sulle mie labbra e mi fa salire sul bancone

"Dio mi sei mancata"
mi bacia il collo e tocca i fianchi

"Sei una lunatica di merda, un'egoista, un'incoerente, una.."
"Una stronza anche"
completa ridendo sul mio collo

"Perchè adesso non mi baci invece di essere la solita rompipalle?"
rido anche io e congiungo le sue labbra alle mie così felici di ritrovare quel contatto perduto.

Sento la porta aprirsi e una voce famigliare
"Ei Mag, la porta era aperta, ci sei? O MIO DIO"
esclama Gabriel appena ci vede, fortunatamente siamo ancora vestite

"Sbaglio o hai modificato il piano senza di me?!"
"Gabriel!"
"Che piano?"
chiede Najwa confusa e divertita facendomi scendere dal bancone

"Gabriel non dire una parola"
lo minaccio afferrando il mestolo da cucina

"Be se me lo dici così"
dice prendendomi in giro

"Avevi ragione quando mi dicevi che era ossessionata dai banconi allora, stentavo a crederci"
strizzo gli occhi per l'imbarazzo

"Gli hai raccontato tutto vedo"
commenta Najwa

"Che maleducato non mi sono presentato, piacere Gabriel"
"Najwa"
risponde lei

"Oh si lo so bene, ho sentito taaanto parlare di te"
"Solo cose belle immagino"
si gira verso di me ridendo e sento la mia faccia essere rossa come un peperone

"Ma tutto è bene quel che finisce bene no?"
chiede sarcastico il mio migliore amico

"Vi lascio alle vostre effusioni, forse è il caso che andiate alla festa o si farà molto tardi"
guardo l'orologio e il ritardo è notevole

"Tu non vuoi venire? Devo presentarti Pedro"
gli si illumina lo sguardo di colpo
"Se proprio insisti"
la rossa ci fissa con un'espressione confusa e le stampo un soave bacio sulle labbra per farla riprendere facendo sbocciare un sorriso sul suo viso

"Come siete carine"
alzo gli occhi al cielo e propongo
"Andiamo?"
annuisce e usciamo di casa. Non poteva andare meglio di così

scusate l'attesa ma il periodo è snervante e sono piena di cose da fare, spero che il capitolo vi piaccia, buenas noches😚

I love you dangerously Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora