epilogo

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Erano passati 15 anni dall'ultima volta che si erano riuniti tutti insieme per festeggiare.
Tutti erano andati a vivere in posti diversi, alcuni, invece, erano rimasti a Mystic Falls, mentre altri, si erano stabiliti in tutto il mondo.

Pov. T/n
Erano passati diversi anni, ormai avevo 33 anni, e vivevo ad Alfea.
Io e James, avevamo deciso di ricostruire l'istituto.

Si studiavano tutte le materie che potevano preparare le giovani fate e gli aspiranti specialisti.

Ero diventata la nuova preside di Alfea, mentre James era il suo vice.
Molte delle sue amiche, invece, sono rimaste con lei per aiutarla con i programmi scolastici.

Nel frattempo io e James ci eravamo sposati e avevamo avuto 2 figli, Makkari e Vincent.
Makkari era la più grande e ora aveva 15 anni, mentre Vincent aveva 13 anni.

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Anno 2014

J:"oi, t/n a che ora è l'aereo?" Chiese James con tutta fretta
T/n:"alle 9 e mezza! "
Disi mentre sistemato le ultime cose nella valigia
M:"mamma,puoi aiutarmi con la borsa?"

T/n stava correndo da una parte all'altra per aiutare i figli o per aggiustare le cose nella valigia,disordinata, di James.

.........

Finalmente erano riusciti a prendere l'aereo.
M:"senti mamma, ma se io ritornarssi prima, sono stata invitata a una festa di un mio amico"
J:"quale amico," disse sospettoso James
T/n:"oh James, lasciala divertire ormai è adolescente, tutti l'abbiamo vissuta a pieno"
J:"oh e va bene, però nessun rapporto non consentito, non voglio diventare nonno prima del previsto" Controbatte James
Dopo questa risposa fu accolto da una calorosa gomitata da parte mia.
J:"ahia!!"
3 ore di viaggio.

Erano le più stancanti di sempre.

V:"mamma ti vedo assai stanca,mi sbaglio?" Chiese Vincent avvicinandosi alla madre, preocupato.
T/n:"sto bene figliolo, non è nulla, solo il viaggio" mentii spudoratamente facendo uscire quelle parole dalle mie labbra.

Pochi passi dopo e mi sentii improvvisamente svenire.
Una fitta alla pancia si faceva largo nel mio corpo.
D'istinto portai due mani sulla mia pancia.
Le gambe non reggevano tanto bene.
I vestiti che portavo si facevano più pesanti sul mio corpo; mi sentii così piccola e completamente coperta fino alla testa da quei vesti così pesanti per me.
Potrai una delle mie mani, che poco prima erano sul mio stomaco, sulla spalla di James,che era proprio al mio fianco.

J:"tesoro tutti bene?" James era preoccupato per lei.

Non era la prima volta che la vedeva in questo stato.
La sua pelle era pallida, le mani fredde come il ghiaccio e i suoi occhi più scuri del solito.
Si ricordava molto bene quando, l'ultima volta, ella si era distesa sul pavimento congelato del loro salotto, dopo che aveva partorito Vincent.
Elle era sempre stanca, svogliata.
Spesso si svegliava con il mal di testa, iniziò pian piano a bere.
Certo non era un buon insegnamento per i suoi figli.
Aveva preso anche un terapeutico, su richiesta del suo dottore.
Che non era James, purtroppo.

Piangeva ogni notte, rimaneva sveglia oppure faceva incubi continuamente.
Urlava il nome di Katherine.
Urlava solo quello e nient'altro.
E come se in qualche modo T/n riusciva a connettersi mentalmente con la sorella.

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