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I suoi stavano litigando

Di nuovo

Sospirò, guardando il soffitto mentre era disteso sul letto, fuori era ormai buio, era sabato sera, e come sempre suo padre stava urlando contro sua madre

Minho si chiede davvero come abbia fatto sua madre a sopportare quell'uomo per 28 anni di matrimonio, non ricorda un momento in cui fossero felici tutti insieme durante il corso della sua vita.

Che merda

Sospirò di nuovo e allungò il braccio verso il comodino per vedere che ore fossero

23:47 pm

Spense il telefono e si avvolse il cuscino intorno alla testa cercando di ovattare le urla e il rumore di oggetti volare e schiantarsi al suolo.

Se solo il suo lavoro lo avesse pagato abbastanza sarebbe andato a vivere da solo.

Si alzò dal letto e si infilò giacca e cappello addosso, per poi prendere il telefono e uscire dalla finestra della sua camera.

Non era difficile, la sua casa aveva un solo piano e quindi non rischiava la morte ogni volta che scappava.

Una volta fuori casa l'aria gelida lo avvolse, e un brivido percorse il suo corpo.

Estrasse il telefono dalla tasca del pantalone di tuta che aveva addosso e chiamò chi sapeva non gli avrebbe detto no

«minho?"

«seungmin...»

«le chiavi di casa sono sotto al vaso vicino la porta»

E così la chiamata si concluse.

Sapeva che seungmin avrebbe capito subito. Non sarebbe il suo amico più stretto altrimenti.

Si sono conosciuti in conservatorio, Minho era stato incaricato dal preside per fare da guida a seungmin, allora al primo anno, e col tempo si sono avvicinati.

Minho dovrebbe ringraziare il preside per questo, davvero.

Seungmin è la sua ancora

Fin da quando gli raccontò la situazione non ha fatto altro che aiutarlo in tutti i modi possibili, ospitandolo a casa sua in momenti come questi

Arrivato davanti casa di seungmin prese la chiave da sotto il vaso e la inserí nella serratura, girandola e aprendo la porta

Si trovò davanti un open space cucina-salotto, le luci spente, solo il lieve bagliore del televisore ad illuminare la stanza

Senza dire niente si sedette sul divano, accanto a seungmin, che aveva una tazza di thè caldo nella mano destra

«l'ho fatto anche per te»

Disse puntando con un lieve accenno del capo la tazza sul tavolino poco distante dal divano.

«grazie»

La prese tra le mani e ne bevve un sorso

«i tuoi stanno dormendo?»

«no, sono via per un viaggio di lavoro, sono partiti oggi pomeriggio, per ora sono solo»

«beato te»

Poggiò la nuca sullo schienale del divano soffice, quasi affondandoci dentro

«stavano litigando di nuovo?»

«mhmh»

Un silenzio confortante avvolse la stanza, seungmin sapeva che le parole non servivano a niente, Minho stava male e non era di certo qualche cazzata detta per consolarlo che lo avrebbe fatto stare meglio

« mi chiedo quand'è che la mamma lo denuncerà»

Seungmin distolse lo sguardo dal televisore, portandolo sull'amico che fissava con occhi tristi la tazza tra le sue mani

« non ricordo un momento in cui fossero felici insieme, se non per fingere davanti a me, come se io non sapessi nulla.»

Prese una pausa, sentendo un nodo allo stomaco

« quel bastardo la picchia per qualsiasi cosa, stessa cosa con me, sparisce per ore per poi ritornare e venire a fare il cazzo che gli pare trattando me e mamma come fossimo burattini.»

Deglutì

Rabbia e tristezza si stavano mescolando in un pericoloso intruglio dentro di lui, ed era sicuro che sarebbe scoppiato a breve.

Teneva troppe cose dentro di sé, come un vulcano in stato dormiente, e minho non ha fatto altro che accumulare lava fino ad adesso.
Non si sa mai quando un vulcano erutterà, ma sicuramente Minho lo stava per fare

« mi sento così inutile. Ho 23 anni cazzo e neanche so difendere me e mia madre, rispondo e quell'uomo non fa che alzare le mani contro di me, vorrei davvero ricambiare i colpi ma non ci riesco seungmin. Ed è così frustrante sapere che potrei fare qualcosa, ma non ci riesco e non so perché, come se il mio stupido cervello mi costringa a portargli ancora rispetto nonostante quello che mi ha fatto e io non faccio altro che scappare e-»

«respira»

Disse seungmin con tono calmo cercando di calmare l'amico, sul culmine di un attacco di panico.

Gli tolse la tazza dalle mani tremanti e  poggiò le mani sulle sue spalle, costringendolo a girarsi verso di lui

«non sei inutile Minho, è normale sentirsi così, tuo padre è un uomo disgustoso e un giorno otterrà quello che si merita, ma tu non stare così adesso. So che è difficile, anche se non posso capirti completamente. Questa situazione va avanti da fin quando tu ricordi e sicuramente prima o poi finirà.»

«non se quel bastardo ci minaccia con un cazzo di coltello in mano seungmin»

«posso denunciarlo io Minho!»

«ti chiederanno prove e spiegazioni e di certo non crederanno ad una persona estranea alla situazione in ogni suo aspetto seungmin! E in ogni caso mio padre lo scoprirebbe e non voglio mettere in pericolo te e mia madre!»

Ormai si stavano urlando contro, seungmin sospirò e si massaggiò le tempie

«va bene, ho capito. Vado a prenderti una coperta e un cuscino»

Disse alzandosi e dirigendosi al piano di sopra

Grandioso Minho lo hai fatto di nuovo, ti sei sfogato su persone che non hanno nulla a che fare con tutto questo.

«non avrei dovuto urlargli contro...»

Sussurrò a se stesso, per poi alzarsi in piedi

«seungmin sta tranquillo, ora vado via»

Disse infilandosi la giacca e il cappello , seungmin corse alla porta

« e dove hai intenzione di andare?»

«a casa, sicuro avranno smesso di urlarsi contro»

Mentí

Era abbastanza ovvio che i due si stavano ancora urlando contro

« tu rimani qui.»

Mise la mano sulla maniglia, bloccandola

«non dirmi cosa fare seungmin»

Scostò la mano del più giovane per poi aprire la porta e uscire

«minho!»

Non rispose e continuò a camminare







HaPpy || minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora