2- your name

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Era ovvio che non sarebbe tornato a casa, non avrebbe dormito in ogni caso, quindi tanto vale farsi una passeggiata notturna

Infilò le mani in tasca e esalò un respiro tremante, era abbastanza freddo

Non aveva una meta precisa, camminava dove lo portava il cuore, lentamente, con lo sguardo fisso sul marciapiede.

Arrivò ad un piccolo parco giochi, percorse la strada di sanpietrini e ammirò il parco alla sua sinistra avvolto dalla luce flebile della luna

Il suo sguardo passò dalle altalene al castello di legno, per poi andare sullo scivolo, immaginando su di loro un piccolo se stesso che giocava mentre i suoi genitori lo guardavano sorridendo, seduti sulla panchina non molto distante dal castello di legno uno accanto all'altra e mano nella mano

Se solo fosse stato così.

Minho non andò mai in un parco giochi, secondo suo padre era un "bambino troppo cattivo" per meritarsi un po' di svago.

Si avvicinò ad una delle altalene e ci si sedette sopra, dondolando leggermente

Una lacrima scorse lungo la sua guancia, poi un altra e un altra ancora

Si lasciò andare ad un pianto Silenzioso, ormai trattenere i singhiozzi era diventato naturale per lui, neanche sentiva più il bruciore nella sua gola che lo implorava di emettere quel suono spezzato e pieno di dolore

Si sentiva patetico

Era adulto e vaccinato e piangeva perché i suoi genitori non si amavano, perché non ha mai saputo cosa si provasse ad avere una famiglia unita, a vedere tua madre e tuo padre scambiarsi sguardi dolci e affetto.

Improvvisamente una mano comparve nella sua vista appannata, sussultò e guardò il ragazzo seduto sull'altalena vicino alla sua

Neanche aveva sentito il suo arrivo

Sussultò e Si asciugò velocemente le lacrime e sbatté le palpebre qualche volta in modo da rendere la sua vista più chiara

Il ragazzo, che lo stava guardando con espressione triste, gli stava porgendo un fazzoletto

«lo so è strano che uno sconosciuto ti offra un fazzoletto, ma ti ho visto qui e mi è dispiaciuto, scusa per averti spaventato»

Minho si prese qualche secondo per osservarlo, aveva le guance grandi e rotonde e i capelli neri

«non voglio la pietà di nessuno»

Disse con tono duro

«non è pietà, volevo solo darti un fazzoletto, giuro che me ne andrò e non ci vedremo mai più se lo accetti»

Lo rassicurò di Nuovo il corvino

«che razza di essere umano si avvicina ad uno sconosciuto che piange nel bel mezzo della notte in un parco?»

Il corvino Sospirò

«sono solo altruista, mi piace aiutare la gente»

Disse, avvicinando di nuovo la mano con il fazzoletto al ragazzo dai capelli viola

Minho sospirò e lo prese, asciugandosi meglio la faccia

«se vuoi posso accompagnarti a casa, sono con mio padre in uno dei suoi controlli notturni per la città, sai com'è, roba da poliziotti.»

«tuo padre è poliziotto?»

Chiese Minho

«si, e io sto studiando per diventarne uno, quindi mi fa lezioni private o roba del genere»

HaPpy || minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora