3- 7:15

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Jisung si risvegliò, la sua schiena implorava aiuto.

Era ancora seduto sulla sedia nell'ufficio di suo padre, deve essersi addormentato mentre studiava

Aggiustò la sua posizione sulla sedia e il suo sguardo cadde su Minho

Era avvolto in posizione fetale sul pouf, la coperta che lo copriva quasi completamente, la faccia schiacciata contro il cuscino e l'espressione rilassata.

Non poté che guardare di nuovo il taglio sul suo labbro superiore

Spero che non sia quello che penso...

Pensò, un espressione preoccupata comparve sul suo viso

Guardò l'orologio sul muro

7:15

Forse avrebbe dovuto svegliarlo

Si alzò e si diresse verso il ragazzo sul pouf, chinandosi per stare al suo livello

Si prese qualche secondo per osservare meglio il suo viso. Aveva dei lineamenti precisi e delicati, le ciglia lunghe e labbra abbastanza piene

È bello

Jisung scosse la testa e lo scosse leggermente

«minho»

Il ragazzo aprí presto gli occhi, mettendosi seduto e sbattendo le palpebre cercando di abituarsi alla luce

«hey... Credo che tu debba tornare a casa»

Minho annuì, alzandosi e stiracchiandosi

I due uscirono dall'ufficio e alcuni tra i poliziotti che stavano lavorando guardarono curiosi Minho

Una volta davanti l'uscita i due si fermarono

« posso andare da solo ora»

Disse Minho guardando Jisung

« sicuro?»

Il maggiore annuì

« comunque grazie... Non avrei dovuto urlarti contro ieri... Non ero proprio dell'umore e quando è così tendo a-»

«non mi devi spiegazioni, Minho»

Il maggiore si zittí e abbassò lo sguardo

« se mai avrai bisogno di nuovo sai dove venire, e se- Aspetta qui un attimo»

Disse Jisung per poi correre verso l'ufficio del padre, per poi tornare nel giro di 30 secondi con in mano un foglietto

« se non vorrai venire di nuovo chiama la centrale o questo numero»

Disse porgendo il foglio a Minho, che lo prese e osservò

« è il mio numero, so che siamo sconosciuti ma voglio aiutarti, nel caso avvengano altre situazioni come quella di ieri notte. non per pietà»

Chiarí Jisung, dicendo l'ultima frase mettendo le mani in avanti

« grazie Jisung»

Disse Minho accennando un sorriso, guardando il minore negli occhi

« allora ci si sente»

Minho annuì, per poi uscire dalla porta di vetro e incamminarsi 

il suo tragitto verso casa fu silenzioso, forse fin troppo. 

non sapeva esattamente cosa pensare, sapeva solo che odiava se stesso per non essersi sfogato del tutto. avrebbe voluto urlare piangere e prendere a pugni un muro. la situazione era ormai insostenibile per lui.

HaPpy || minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora